Alberto ha scritto:Che poi magari è Meunier, con la e...
No no, è Munier, da "munifico" (per le maison)
Alberto ha scritto:Che poi magari è Meunier, con la e...
emigrato ha scritto:Max1991 ha scritto:Luca90 ha scritto:Max1991 ha scritto:
Bucciarelli Gandino 2009
Aperta al momento giusto secondo me, si può aspettare ma non troppo.
Frutta scura, note di cioccolato, sottobosco. Con un pò di ossigenazione cambia e sembra ringiovanire ma al naso l'età si sente mentre in bocca è ancora scalpitante, con una costata di chianina ci stava molto bene!
Domanda ignorante: ma il Gandino 2009 non è appena uscito? È già vecchio?
No vecchio no, però i profumi sono belli maturi. Se non ricordo male è in commercio dal 2016/2017.
Esatto, e' in commercio gia' da qualche anno. Mi soprende che ci sia a 13 in giro perche' anche a me in cantina da Massimo era stato detto che si passava alla 15 direttamente. Vino che invecchia in botti di castagno "vecchie come suo padre".
Come detto anche dalle note da quelli che non capiscono nulla, e' proprio pronto ora, non aspetterei molto a berlo.
Mi ci ritrovo, poi la Riserva 13 per me e' una gran riuscita, forse al livello della 2009..anche io di solito esco dalla cantina con riserva o il Gandino..chissa' se esce con la Riserva 15 la prossima estate..Luca90 ha scritto:emigrato ha scritto:Max1991 ha scritto:Luca90 ha scritto:Max1991 ha scritto:
Bucciarelli Gandino 2009
Aperta al momento giusto secondo me, si può aspettare ma non troppo.
Frutta scura, note di cioccolato, sottobosco. Con un pò di ossigenazione cambia e sembra ringiovanire ma al naso l'età si sente mentre in bocca è ancora scalpitante, con una costata di chianina ci stava molto bene!
Domanda ignorante: ma il Gandino 2009 non è appena uscito? È già vecchio?
No vecchio no, però i profumi sono belli maturi. Se non ricordo male è in commercio dal 2016/2017.
Esatto, e' in commercio gia' da qualche anno. Mi soprende che ci sia a 13 in giro perche' anche a me in cantina da Massimo era stato detto che si passava alla 15 direttamente. Vino che invecchia in botti di castagno "vecchie come suo padre".
Come detto anche dalle note da quelli che non capiscono nulla, e' proprio pronto ora, non aspetterei molto a berlo.
Allora chiedo a voi che non capite nienteconviene? Di bucciarelli bevuto diverse volte il base, più o meno piacevole a seconda delle annate (ricordo una 2015 molto buona e una 2013 un po' più scontrosa, così a memoria),mentre sono sempre rimasto soddisfatto soprattutto per il qp del riserva..
e niente, non ce la posso fare, ormai è l età. Anni che mi sbaglio.zampaflex ha scritto:Alberto ha scritto:Che poi magari è Meunier, con la e...
No no, è Munier, da "munifico" (per le maison)
Luca90 ha scritto:emigrato ha scritto:Max1991 ha scritto:Luca90 ha scritto:Max1991 ha scritto:
Bucciarelli Gandino 2009
Aperta al momento giusto secondo me, si può aspettare ma non troppo.
Frutta scura, note di cioccolato, sottobosco. Con un pò di ossigenazione cambia e sembra ringiovanire ma al naso l'età si sente mentre in bocca è ancora scalpitante, con una costata di chianina ci stava molto bene!
Domanda ignorante: ma il Gandino 2009 non è appena uscito? È già vecchio?
No vecchio no, però i profumi sono belli maturi. Se non ricordo male è in commercio dal 2016/2017.
Esatto, e' in commercio gia' da qualche anno. Mi soprende che ci sia a 13 in giro perche' anche a me in cantina da Massimo era stato detto che si passava alla 15 direttamente. Vino che invecchia in botti di castagno "vecchie come suo padre".
Come detto anche dalle note da quelli che non capiscono nulla, e' proprio pronto ora, non aspetterei molto a berlo.
Allora chiedo a voi che non capite nienteconviene? Di bucciarelli bevuto diverse volte il base, più o meno piacevole a seconda delle annate (ricordo una 2015 molto buona e una 2013 un po' più scontrosa, così a memoria),mentre sono sempre rimasto soddisfatto soprattutto per il qp del riserva..
Kalosartipos ha scritto:MarcelloR ha scritto:Luca castoldi ha scritto:La selezione, bevuta in cantina, 2016, del tutto trascurabile, fuori dalle loro corde con legno troppo in evidenza e tannini non del tutto integrati e senza particolare grazia. dedicato al mercato americano, dove grazie a Galloni ( credo) sta riscontrando imprevedibile fortuna.
…ma per “selezione” intendi la riserva etichetta Bianca? Altri vini non ne ricordo …..
Non è la riserva, ma è un'etichetta prodotta solo quando, secondo loro, si tratta di grande annata.. barrique e prezzo attorno ai 30€.. bevuta una volta sola, legno a go-go..
è una bt destinata ad un mercato differente, si discosta alquanto come stile e filosofia da etichetta nera e bianca.MarcelloR ha scritto:Kalosartipos ha scritto:MarcelloR ha scritto:Luca castoldi ha scritto:La selezione, bevuta in cantina, 2016, del tutto trascurabile, fuori dalle loro corde con legno troppo in evidenza e tannini non del tutto integrati e senza particolare grazia. dedicato al mercato americano, dove grazie a Galloni ( credo) sta riscontrando imprevedibile fortuna.
…ma per “selezione” intendi la riserva etichetta Bianca? Altri vini non ne ricordo …..
Non è la riserva, ma è un'etichetta prodotta solo quando, secondo loro, si tratta di grande annata.. barrique e prezzo attorno ai 30€.. bevuta una volta sola, legno a go-go..
Ok, l’opposto del base (per me ottimo e prezzo abbordabilissimo) e da quanto capisco ben peggiore della Riserva (che a me piace). Grazie!
è una bt destinata ad un mercato differente, si discosta alquanto come stile e filosofia da etichetta nera e bianca.MarcelloR ha scritto:Kalosartipos ha scritto:MarcelloR ha scritto:Luca castoldi ha scritto:La selezione, bevuta in cantina, 2016, del tutto trascurabile, fuori dalle loro corde con legno troppo in evidenza e tannini non del tutto integrati e senza particolare grazia. dedicato al mercato americano, dove grazie a Galloni ( credo) sta riscontrando imprevedibile fortuna.
…ma per “selezione” intendi la riserva etichetta Bianca? Altri vini non ne ricordo …..
Non è la riserva, ma è un'etichetta prodotta solo quando, secondo loro, si tratta di grande annata.. barrique e prezzo attorno ai 30€.. bevuta una volta sola, legno a go-go..
Ok, l’opposto del base (per me ottimo e prezzo abbordabilissimo) e da quanto capisco ben peggiore della Riserva (che a me piace). Grazie!
Luca castoldi ha scritto:Christian Clerget, Chambolle Musigny 2018.
Un domaine poco in vista ma di solida reputazione. I cui vini sono reperibili ancora a prezzi molto giustificabili, specie in Francia, meno in Italia dove penso lo importi Heres.
Dopo aver vinificato in giro per il mondo, la giovane Justine ha raggiunto papà Christian, portando nuova linfa al domaine.
Il loro Chambolle 2018 si veste di un rubino intensamente luminoso, dai riflessi violacei e blueté.
Il naso è frutta pura , inizialmente piu scura,poi fragole di bosco, accenni di cuoio e spezie.
Attacco ampio, setoso,sorso incisivo e profondo . Digestivo. Il vino è curato con meticolosità,specie nell estrazione delicata ma ricchissima. Ha tutta la concentrazione del millesimo ma si muove con agile grazia.
Quando qualcuno passa,me lo ricordi che lo stappiamo.
Cambiamo discorso,dal momento che ho iniziato a ricevere qualche listino aggiornato per operatori.
Era nell aria ma prevedo un 2022 insostenibile negli aumenti,forse qualcuno lo aveva già paventato ma non ho letto tutto.
Certo non per tutti in egual misura .
Ho aperto listino Sanguineto mentre guidavo e per poco volo fuori strada.
Ne parlavo con la mia ex socia che lo vende nel senese e a tavola il rosso se non comprato direttamente in azienda (cosa che ovviamente non tutti possono fare) andrà ad occhio sui 26/30.
Proprio ieri sera bevevo il rosso di Dora, per coincidenza aperto la sera prima.
Uno dei pochi vini della zona che mi scalda il cuore, che finirà come sempre finisce a fine estate ma onestamente rischia di entrare in una fascia di prezzo che non gli compete. Per me. Ma è ovvio, se si spendono 200 euro e passa per vini che escono a 50, poi vale tutto e il suo contrario.
Stessa aria oltralpe, qualcuno ( io parlo qui dei miei) sarà costretto a farlo dopo gli scarsi raccolti 2020/21 ( Parigot si è visto ridurre la produzione nel biennio da 200.000 bt di Cremant a 50.000 ,ovvio sia preoccupato, il buon Jeanniard e stato più fortunato e Alain ha detto che non alzerà i prezzi . Sanguineto finirà così col costare quasi come il suo Cote d'or e onestamente mi sembra un sogno ).
La vicina Montalcino sta affilando i listini, quasi sempre già irragionevoli prima,non oso immaginare cosa succeda ora in una zona dove 1/3 della produzione è di trascurabilissima qualità.
In Francia come in Italia schizzano i prezzi dei materiali, tappi,etichetta,vetro.
Il previsto innalzamento dei prezzi porterà conseguenze ampiamente immaginabili.
Idem in champagne,ovviamente però più a macchia di leopardo.
A breve sarò in cote du rhone,Languedoc e spagna ,vediamo che musica suonano piu a sud.
Ludi ha scritto:Ultima bevuta del 2021 con:
Nyetimber, Classic Cuvée SA: non mi ha convinto. interessante al naso, con molte suggestioni di frutta matura, kumquat, marzapane, si perde in una bocca dolciastra che ricorda troppo da vicino i classici Moet Chando e Veuve Cliquot da scaffale di supermercato, che costano peraltro molto di meno.
Pierre Frick, Strangenberg Pinot Noir 2020: ho avuto esperienze non del tutto positive con i vini di Frick, in passato: spesso scomposti, non piacevoli, carichi di volatile. Questo invece mi è piaciuto da morire: profumato di fragolina e lampone, con una speziatura elegantissima, una componente animale bilanciata, una bevibilità assassina nonostante i suoi 14 gradi.
Pheasant's Tears, Saperavi 2019: per fortuna, non ha i difetti che molte volte ho trovato nei vini di Pheasant's Tears. In compenso, è una bella zuppona di mirtillo e mora, che colora il bicchiere (giuro che ho dovuto faticare per pulirlo, dopo). Tannino setosissimo, alcol contenuto (12.5). Bevuta divertente, non memorabile.
zampaflex ha scritto:Ludi ha scritto:Ultima bevuta del 2021 con:
Nyetimber, Classic Cuvée SA: non mi ha convinto. interessante al naso, con molte suggestioni di frutta matura, kumquat, marzapane, si perde in una bocca dolciastra che ricorda troppo da vicino i classici Moet Chando e Veuve Cliquot da scaffale di supermercato, che costano peraltro molto di meno.
Pierre Frick, Strangenberg Pinot Noir 2020: ho avuto esperienze non del tutto positive con i vini di Frick, in passato: spesso scomposti, non piacevoli, carichi di volatile. Questo invece mi è piaciuto da morire: profumato di fragolina e lampone, con una speziatura elegantissima, una componente animale bilanciata, una bevibilità assassina nonostante i suoi 14 gradi.
Pheasant's Tears, Saperavi 2019: per fortuna, non ha i difetti che molte volte ho trovato nei vini di Pheasant's Tears. In compenso, è una bella zuppona di mirtillo e mora, che colora il bicchiere (giuro che ho dovuto faticare per pulirlo, dopo). Tannino setosissimo, alcol contenuto (12.5). Bevuta divertente, non memorabile.
Serata freak?
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