...che considerano il vino colluttorio antivirale , argine ultimo al Coronavirus e infettanti vari, con la credibilità tipica delle lobbyes italiane nel promuovere soluzioni sensate ai problemi attuali contingenti .
Ho scritto , sul tema , su Intravino (aspettando reazioni...):
" ... illustri studiosi, io fra quelli, affermano , con cognizione di causa, che non è la quantità di vino ma la qualità del vino ad ergersi a baluardo contro il Coronavirus , dove l'aspetto economico non è secondario nella dissuasione virale . Quindi con Tavernello e vini in tetrabrik , ma anche per quel che riguarda lo sfuso (escluso quello di Valentini , per ovvie ragioni) non si è immuni , mentre per intere categorie di vini costosissimi (Cuvée de Prestige di Champagne , Grands Cru di Borgogna , Premiers di Bordeaux , Barolo e Brunello , solo top, e , in parte , Amarone ) si ha certezza del risultato quasi completa , come catalizzatore estremo della reazione immunitaria dell'organismo e dissuasione biologica della virulenza... sembra , ma queste sono voci di corridoio , che con i vini di Leroy e DRC si abbia addirittura una risposta immunitaria estremizzata , amplificando ed estendendo lo spettro d'influenza all'azione erettile e antimutagena... oeh , questo per completezza dell'informazione e di condivisione , perché non vorrei togliere aspettativa di vita in nessun lettore di Intravino..."
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Coronavirus e Assoenologi
Uno spazio per tutti, esperti o meno, appassionati o semplicemente incuriositi dall'affascinante mondo del vino: domande, idee, opinioni...