Messaggioda gp » 23 feb 2017 16:48
Sull'onda di Benvenuto Brunello, mi sembra che si stiano formando due partiti sull'annata 2012: gli entusiasti e i critici.
Tra gli entusiasti, su Intravino il serial taster Gori in un post intitolato "L'annata 2012 riuscirà a battere la 2010?" scrive di "un’annata mediamente molto buona, quasi eccezionale, in cui magari mancano i lampi accecanti di meraviglia della 2010 ma che regala una solidità complessiva dei vini quasi unica in Italia. Tanto frutto, molto più vivo che in passato, freschezza, integrità e dinamismo nel sorso non si sentivano da anni. Come tendenza (...) pare ridimensionarsi la deriva alcolica". Su repubblica.it c'è chi la spara ancora più grossa: "L'annata 2012 si presenta alla grande con una grandissima quantità di vini buoni o eccellenti. Non abbiamo trovato nemmeno due anni fa, quando assaggiammo la tanto acclamata 2010, un così vasto numero di etichette interessanti" (guarda caso, è uno dei colonnelli della famigerata nuova edizione della guida L'Espresso).
Tra i critici, Pardini su acquabuona.it ricorda che "da tempo si rincorrevano voci insistenti circa la straordinaria (inattesa?) qualità della vendemmia 2012, una vendemmia che in tutto il resto della Toscana, peraltro, non aveva sortito meraviglie (...) bicchieri alla mano, possiamo ben sintetizzare che abbiamo riscontrato una sostanziale coerenza con ciò che è emerso dalle altre denominazioni storiche toscane: non è stata l’annata delle meraviglie. E aggiungiamo pure che egual coerenza abbiamo riscontrato nel pensare quelle bottiglie figlie legittime di quel millesimo, che anche a Montalcino è stato segnato da una “lunga estate calda”. (...) Integrità fruttata messa a dura prova, trame dalla tendenza dolce, avvolgenza più che tensione. Soprattutto però, una dote tannica “affilata” e non sempre matura". Per sintetizzare, ho tagliato altri passaggi interessanti, che rendono questa analisi di gran lunga la più articolata tra quelle citate qui.
Su slowine il post è intitolato direttamente "Cronaca di un’annata minore": "Vendemmia a suo tempo celebrata con 5 stelle (il massimo) e alla prova dei fatti non così entusiasmante. (...) In generale (...) ho trovato vini a metà strada tra una calda maturità, espressa dal tratto alcolico e acidità contenuta, e tannini verdi, in molti casi non integrati nel corpo del vino".
Dall'esterno, le argomentazioni dei critici mi sembrano molto più solide, sia nello stabilire un nesso con l'andamento climatico dell'annata (le cantine sono al chiuso, ma le vigne sono all'aperto), sia nell'approccio analitico che fa riferimento alle singole componenti dei vini (acidità, qualità dei tannini, alcol). Quindi credo che per quei pochi Brunelli che compro aspetterò la 2013...
gp