flavio ha scritto:Buongiorno a tutti visto che si parla di aste di vino Italiane ed Internazionali mi sento
chiamato in causa al 100%.
PREMESSA: Ho letto tante cose ma per la maggior parte inesatte:
1) per quanto riguarda la differenza tra aste Italiane ed Anglo Americane io posso parlare della differenza tra la nostra
casa d'aste (Gelardini & Romani Wine Auction) e le altre che è sostanzialmente nei prezzi di riserva.
La nostra casa d'aste non ha prezzi di riserva, quindi dal prezzo di partenza può aggiudicare tutta l'asta ad una sola battuta, mentre altre aste, soprattutto le anglo americane lavorano con prezzi di riserva che non permettono di
aggiudicare realmente il lotto fino al raggiungimento della stessa. Questo rende a volte l'asta un bel "teatrino"
2) per quanto riguarda lo stato di conservazione delle bottiglie andiamo personalmente ad ispezionare la
cantina selezioniamo a campione una serie di bottiglie che vengono aperte durante l'asta e fatte degustare a tutti i
partecipanti. Avere la presunzione di poter controllare lo stato di conservazione di un vino senza aprirlo è pura follia.
L'unica garanzia è se la bottiglia uscita dall'azienda è passata direttamente alla vostra cantina.
3)Detto questo per fortuna per rovinare un vino ce ne vuole molto più di quello che pensate. Tante volte abbiamo assaggiato vini di una cantina di un collezionista che non aveva temperatura ed umidità controllata e le bottiglie sono risultate sempre in ottime condizioni.
Ultimo esempio in ordine di tempo, due settimane fa ad un pranzo ad Hong Kong il nostro avvocato ha portato una bottiglia di Barolo riserva Borgogno 1943 comprata ad una nostra asta. La bottiglia proveniva da una cantina di un avvocato di Roma, cantina che non era propriamente il luogo ideale per stoccare i pochi vini che aveva.
Be' è stata la più bella bevuta che mi sono fatto negli ultimi anni, e la bottiglia era in splendide condizioni ed ancora con una lunga vita davanti.
4) E qui veniamo alla più grande inesattezza, riguardo il mercato di Hong Kong.
-dal 2011 ci siamo spostati li, con 2 aste all'anno di cataloghi composti per l'80% da Fine Wines Italiani.
Passiamo quasi 5 mesi della nostra vita in questa città dove ormai abbiamo tanti amici che condividono con noi la passione del vino. Dire che li le bottiglie che si vendono ad Hong Kong corrispondono a dei "feticci" per stupidi che comprerebbero qualsiasi cosa corrisponde alla più grossa cavolata che abbia mai sentito, che solo una persona priva di cognizione del mercato di Hong Kong possa dire. Li c'è una attenzione maniacale allo stoccaggio del vino, e tutte le bottiglie che noi vendiamo all'asta vengono acquistate per essere bevute. Quello che si beve là tutti i giorni è incredibile, e la competenza ed il palato di questi collezionisti è superiore alla media Italiana. Se in questi anni avessimo venduto bottiglie non bevibili ci avrebbero già escluso dal tessuto di questa città.
Quasi tutti i giorni si fanno serate a tema tra amici in cui ognuno porta una bottiglia e guai se questa è posteriore al 1990...DRC, Petrus, Lafite, Jayer, Rouget, Monfortino, Giacosa, e tanti altri vengono stappati tutti i giorni.
I vini giovani (al contrario dell'Italia) li non vengono bevuti.
5)Ultima cosa, il vino da Collezione non esiste, se non è bevibile non vale nulla e non può essere venduto all'asta!
Ciao a tutti
Flaviano Gelardini
... ciao, Flaviano : mi fa molto piacere che la "serietà" emerga in queste attività , quindi parto esclusivamente dall'esperienza personale , diretta e , soprattutto, indiretta. Diretta scarsissima , dove ho acquistato non di frequente nel passato) vini da amici che a loro volta hanno acquistato direttamente in aste (non specifico quali solo per correttezza) oppure da tanti conoscenti dove, nonostante i miei "alert" hanno acquistato spesso in asta (altrimenti certe bottiglie o annate non potrebbero assolutamente berle o averle perché la loro passione è relativamente recente , poche decine d'anni) . Ci mancherebbe che un appartenente ad una casa d'asta parlasse in maniera diversa da come hai fatto , quindi apprezzo e do per scontato che se sei intervenuto di persona, non è solo per una difesa d'ufficio ma anche per buona fede e volontà (oltrechè serietà).
PREMESSA ALLA PREMESSA: a cose condivisibili (grazie per l'intervento) qualche sciocchezza pure io l'ho rilevata , seppur veniale , in ciò che hai scritto che ho suddiviso per punti.
1) di questo punto ti ringrazio per l'informazione, ne terrò conto e , comunque , pur sapendola a sommi capi mi hai dato conferme utili.
2) Chapeau ... però penso non sia un plus ma un prerequisito di serietà, altrimenti minimo vi fanno chiudere alla seconda o terza sezione d'asta o , perlomeno, al primo assaggio (anche se dei vini venduti in asta, soprattutto in Italia, il 90% viene rivenduto o fa bella mostra di se in ristoranti stellati per arricchire la carta dei vini) .
3) Questa è una cazzata , indipendentemente dall'aneddoto colorito e un po' pittoresco. Con sua somma sorpresa Giovanni Conterno mi disse , fra il serio e faceto, che la più buona bottiglia di Monfortino la bevve (1958) in una trattoria delle Langhe con la bottiglia conservata da lustri sul caminetto dalla sala da pranzo ...peccato che le altre che egli rilevò vicine finirono tutte nella damigiana per l'aceto ad uso domestico.... perfetto , a questo punto le cantine sotterranee o climatizzate o cantinette apposite sono del tutto inutili , molto meglio far mostra delle bottiglie possedute, anche antiche , poste in apposite rastrelliere ad adornare i salotti o le sale conviviali , perché è l'unica garanzia di avere bottiglie performanti senza tanti scazzi. Permettimi: raccontaci tutto ma non questa storiella , che fa il paio con Cristo che è morto di stenti dopo una vita dissoluta ed è un insulto alle esperienze, molteplici, di tanti di noi...
4) Nessuno dice o afferma che le bottiglie vendute ad Hong Kong siano feticci per stupidi e incompetenti. Sta di fatto che per chi ha patrimoni di vino stoccato di pregio, la destinazione , in caso di voluto realizzo e guadagno, rimane sempre quella dei paesi ricchi soprattutto dell'Est mondo , dove esiste sì qualche supercompetente , ma dove l'ignoranza media è elevatissima e il ristoratore blasonato che ha bisogno di etichette per far alzare il giudizio delle guide dove necessita carta dei vini ipertrofica oppure il ricco neoappassionato che compra "l'opera d'arte" da esibire ... è sempre dietro l'angolo . Senza andare in asta, anche il Compra & Vendi è ben rappresentato da chi ha contatti diretti con queste realtà...
PS: il vino, soprattutto se "maturo" , è un equilibrio biochimico incredibilmente instabile e fragile. Sentire che ad Hong Kong si è venduta la tal bottiglia proveniente da un incanto di una famosa casa d'asta di Londra , bottiglia che a sua volta proviene da una collezione privata di un ricco di New York mi inquieta abbastanza ... poi è chiaro che chi fa questo mestiere viva di certezze che noi umani non possiamo vantare ...
5) Pietà ... da voi che siete notoriamente la casa d'asta più seria che si conosca nell'universo conosciuto, posso anche digerire l'affermazione per il resto ... ma quando mai ... la perizia di una bottiglia viaggiata migliaia di chilometri che si basa sul livello e la qualità dell'etichetta che non abbia segni o imperfezioni? Ma suvvia... IL VINO DA COLLEZIONE ESISTE , fattene una ragione...