Prima di tutto, mi dispiace tanto per Marco, che si conferma sempre un signore, rimettendoci del suo e sostituendo senza battere ciglio bottiglie che costano un occhio della testa e che molto spesso, come nel caso di questo Vega Sicilia, non credo siano reperibili facilmente sul mercato in uno stato di conservazione perfetto come le sue.
Tornando alle note, liete, cioè alle bottiglie bevute, ieri è stata una giornata benedetta da Bacco: tranne Biondi Santi, ancora troppo acerbo (a soli 18 anni di età...), ho trovato praticamente tutte le bottiglie in grandissima forma, compresa Sassicaia 99, ovviamente non paragonabile ai mostri che le stavano attorno, ma che ha avuto un'evoluzione sorprendente nel bicchiere.
Tra le bottiglie da coup de coeur, certamente uno Chevalier Montrachet spettacolare: non so se sia grazie al terroir (direi non malaccio...), all'annata (non proprio delle peggiori...) o al manico della produttrice (bravina...), fatto sta che questo vino associava una potenza di rara intensità (veramente un rosso travestito da bianco) ad una finezza clamorosa. Per non parlare poi dell'ampiezza retrolfattiva e, soprattutto, della evoluzione che ha continuato ad avere per ore, nel bicchiere!
Tra i rossi, difficile comporre un podio: probabilmente, ciascuno dei presenti si sarà fatto il suo, vista la qualità notevole di così tanti vini.
Per quel che mi riguarda, sarà anche vero che Echezaux è l'anello debole della gamma di DRC, ma questo... mamma mia! Al naso, una gioia. E in bocca fresco, tenue, ma profondo, lungo, sfaccettato. Ne avrei voluta bere una magnum da solo! Poi, cosa dire di Vega Sicilia? Mi aspettavo un vino potente, quasi pesante. Invece, anche qui prevale la finezza, la piacevolezza di bevuta, con una lunghezza fuori da ogni canone. Grandissimo vino! Così come quel Lafite, che promette grandi cose per i prossimi diecimila anni, tanto era ancora viva l'acidità e tanto scalpitanti erano i suoi tannini. Poi, da "nazionalista", mi fa piacere che il nostro mostro sacro Monfortino abbia tenuto alla grande il passo di questi fuoriclasse. Certo, un ragazzino, ma per me già piacevolissimo, grazie ad un tannino di trama finissima ed un'acidità che, al contrario di Biondi Santi, non era assolutamente dominante.
Marco... grazie davvero!