Messaggioda Ludi » 09 set 2016 20:57
Oggi visita da Soldera. Scrivo un thread apposito per testimoniare o una mia totale ignoranza, o il venir meno di un falso mito. Mi aspettavo, da ciò che avevo letto su moltissimi siti, blog, riviste, un personaggio irascibile, scontroso, schivo e scostante.
La realtà è stata quella di una visita di sei ore (10.45-16.45), con invito a pranzo, con una affabilità ed una simpatia quasi disarmanti.
Andiamo per ordine: visita concordata per mail. Arriviamo, e veniamo subito accolti da Gianfranco Soldera che ci intrattiene per un'ora nel suo ufficio spaziando dalla sua concezione del vino alla politica, all'economia, alla sociologia. Visita al (meraviglioso) giardino, poi giù in cantina. Assaggi da botte della 2015, 2014, 2013. La 2015 è giocosa, esuberante, birichina ma straordinariamente composta. Sarebbe una gioia berlo ora, senza sensi di colpa. 2014 struggente: forse il vino più emozionale, un po' malinconico (è piaciuta molto a Soldera la mia affermazione che il 2015 era il mese di maggio, il 2014 ottobre) ma cristallino, gentile, carezzevole e, alla lunga, quello che avresti voluto accanto a te in un momento di sconforto. Vino del cuore, insomma. 2013 molto indietro, si capisce che è quello che avrà il maggior potenziale evolutivo, ma il tannino è risolto, i profumi soavi anche se ritrosi.
Andiamo al ristorante dove Soldera è di casa. Gli ingredienti li porta tutti lui, dall'olio al riso (!). Ci fa bere il 2009 (straordinariamente leggero e bevibile, grande vino in un'annata che a mio modestissimo avviso è tra le meno convincenti dell'ultimo periodo in Toscana e Piemonte) e la Ribolla 2007 del suo amico Gravner (mai sentito più nitidamente il bergamotto in un vino).
Siamo ripartiti un po' attoniti, ma soprattutto emozionati.