Messaggioda vinogodi » 09 ago 2015 15:05
...sono stato "cliente diretto" per almeno 20 anni, poi, dalla morte di Aldo, si sono interrotti i rapporti, più per virtù (per anni , dopo il 2001 , non ha prodotto Gran Bussia) che per altro ...momentaneamente: nel frattempo la proposta (leggi Borgogna) si era fatta spaventosamente onerosa e quella "sosta" è stata fatale ... per gli acquisti. Aldo mi confessava tutto, era un grandissimo signore di una sincerità sconcertante. Mi confessava le sue perplessità "climatiche" , le sue preoccupazioni per l'andamento economico della nazione, per la svolta che poteva prendere la cantina dopo il suo ... abbandono dalla pugna enoica. Mi portava a visitare la cantina, un vero antro di un castello, compresa la stanza dei rotomaceratori squotendo la testa e facendmi capire che le nuove generazioni erano molto inclini alle tecniche che riducessero le fatiche di cantina, dei risultati stessi (per lui ottimi) che su alcune tipologie di vini (Barbera su tutte) l'applicazione di queste tecniche permettessero un risultato migliore rispetto ai suoi tempi , quali barriques e, appunto , rotomaceratori di cui non conosceva neppure la tecnica di utilizzo , se non che più piano andavano e "meno danno facevano". No per i Nebbiolo , se non quelli destinati al mercato estero e , quindi accondiscesi al loro volere e potere economico.Mi spergiurava che , fin quando ci fosse stato lui al mondo, quelle botti troncoconiche nella parte più oscura della cantina sarebbero state gli "unici strumenti" per le selezioni di Barolo, primo fra tutti il Gran Bussia. E mi spiegò della "piega strutturale" che prese il Gran Bussia, per lui spontaneamente, dagli anni '90 in poi, quasi rimarcando la positività strutturale che il Nebbiolo , se ben accondisceso, poteva acquisire con gli innalzamenti della temperatura . Ho bevuto abbastanza Gran Bussia pre '90 e tantissimo Gran Bussia post '90, perchè nel frattempo ho avuto il privilegio di entrare in una esclusiva mailing list di Aldo Conterno per almeno un ventennio, con le rare annate di Gran Bussia assegnate in buona quantità (sei ogni annata uscita +1 per un assaggio immediato) . Io le ho sempre trovate splendide, in qualsiasi annata . Quando la faceva uscire , era buona davvero. Vino che va aspettato con grandissima pazienza, l'essenza di Monforte . Non è giacosiano, è austero e potente , ruvido e scorbutico da giovane, possente ed energico ma di magica eleganza con gli anni. Ripeto, lascio parlare ,sul tema vino, perchè mi sembra che, anche in questo caso, il gusto personale, l'antipatia che la figura emanava soprattutto a chi negava l'accesso diretto ai suoi vini ed alla sua cantina, la fama un pò ambigua della discendenza , hanno portato a creare qualche distonia con il reale ...
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