de magistris ha scritto:l'oste ha scritto:de magistris ha scritto:non è chiaramente una risposta sufficientemente circostanziata, ma se consideriamo un po' di report recenti di appassionati che stanno stappando cru importanti del 2005, ti direi: per carità, non adesso.
Mi sembra infatti che i 2005 siano di nuovo in un periodo di profondo letargo, dopo aver avuto una breve finestra solare ed espressiva fino ad un annetto fa.
Pour parler, Paolo.
Che un'annata sia più "pronta" o più "chiusa" è fuori discussione, il clima e l'influenza su questo o quel vitigno e su un territorio (quel vitigno che che regge meglio il freddo, quel produttore che però le sue vigne sono più in alto e non beccano la canicola ecc), possono riuscire ad uniformare il procedere d'invecchiamento del vino in bottiglia.
Allo stesso modo è indiscutibile che ci siano vini (vigne, vitigni) e produttori (manici, enologi) che per loro dna offrano bottiglie più o meno abbordabili da giovani e per un lungo tempo al punto che alcuni invece della finestra di lettura hanno delle vere e proprie vetrate infinite.
Però trovo un po' inspiegabile, anche razionalmente, che tutti i vini di una zona e annata abbiano in contrmporanea delle fasi di chiusura e/o apertura, come se contenessero un chip che le comanda all'unisono. Mentre per me la conservazione (e quindi l'età dell'acquisto, la provenienza, i chilometri, la posizione in cantina ecc) può incidere in modo enorme sull'evoluzione di un vino.
Da questo distinguo sono ovviamente escluse le bottiglie conservate tutte allo stesso modo nella cantina dello stesso produttore.
Detto questo, io ho già bevuto molti 2005 rossi di Borgogna e l'idea che mi sono fatto è troppo articolata e forse noiosa per chi legge per il numero di nomi ed esempi da fare.
Diciamo che a livello statistico per ora -scegliendo attentamente quali zone, cru e produttori aprire e quali aspettare- finora ho trovato parecchie bottiglie in ottima beva e solo qualcuna in preda del mutismo espressivo e di quella "ostilità" della materia che contraddistinguono una fase di chiusura.
mi sembra un'integrazione più che condivisibile.
Quando si parla di annate, è evidente che ci siano vari livelli di discussione e approfondimento. A chi chiede indicazioni "generali" si prova ad offrire risposte in tal senso, se poi c'è la voglia di entrare nel dettaglio chiaramente i distinguo e le indicazioni di segno opposto ci sono sempre.
Con la 2005 ho avuto finora belle soddisfazioni a livello di village e su appelation in genere non troppo considerate, anche nella cote chalonnaise, mentre su vini più "importanti" (anche recentemente con un paio di stappature) si conferma per me l'impressione generale di vini in evidente letargo espressivo.
Infatti, concordo assolutamente con te che il dettaglio e il distinguo sono il focus migliore per decidere cosa stappare. Serve un minimo di conoscenza o qualche buon consiglio, ovviamente.
Per fare qualche esempio empirico, a parte i Village 2005 che ho purtroppo terminato con piacere quasi tutti da tempo e ho conservato solo uno Chambolle di Roumier, alcuni NSG, Pommard e Beaune per la nota coccciutaggine tannico-palatale dei vini (in generale ma non tanto) di questi comuni.
Alcuni 1er di NSG come Les Cailles e Les St Georges di Chicotot e Chevillon li ho trovati già molto godibili, scalpitanti nel tessuto ma espressivi nei profumi. Di Gouges, aperto solo un Village, temo che potrà goderlo mio figlio piccolo.
Stesso discorso con il Clos St.Jacques e addirittura il Griotte di Fourrier, potevano restare sdraiati in cantina per un paio di lustri, ma un paio d'anni fa erano comunque espressivi sia del vitigno che del dna del cru. Latricieres di Rossignol-Trapet ancora duro al palato e leggermente chiuso aromaticamente, mentre ad aspettarlo è spesso una gran snasata.
Clos de Lambrays, solitamente vino "bagascia" fin da giovine e infatti non si è smentito nelle due volte che l'ho bevuto. In Cotes de Beaune invece già pronti alcuni Volnay o Pommard 1er (Fremiets e Pezerolles di Voillot, Caillerets di Lafarge) molto meno altri 1er di Pommard e altri Volnay (Champans, Clos de Chene...).
Mi fermo per non infilzare anocra dettagli e nomi che il post diventerebbe lunghissimo.
A conclusione, forse si può dire che la grandezza dell'annata 2005 rossa in Borgogna (oltre che nell'alta qualità media per ottima produzione e andamento climatico del millesimo) sta proprio in questa regolarità e capacità di confermare le abituali nuances, caratteristiche e attitudine all'invecchiamento dei vari comuni e crus.