CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

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Andyele
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda Andyele » 10 feb 2013 00:05

apa ha scritto:E’ da metà dicembre, quando grazie a Riccardo, Andrea ed altri amici del C.G.T., ho assaggiato per la prima volta il Pergole ris. ’90, che mi sto concentrando sui vini prodotti da Sergio Manetti. Conosco Martino e lo stimo, così come ammiro la sua famiglia e l’ospitalità di cui sono capaci, ma non ho avuto la fortuna di conoscere Sergio e, forse, anche per questo sto cercando di capire i suoi vini. Mi hanno molto colpito gli assaggi della riserva del Pergole, anche se non ho ancora inserito le note della degustazione di dicembre (e mi scuso per questo con gli amici del C.G.T.) e quelle della successiva “Toscana ’90” di gennaio. Oggi voglio proporre qualche impressione sul:
Pergole Torte 1983 che ho avuto il privilegio di bere con due amici, Riccardo e Roberto (ospiti nella sua salsamenteria). L’unico elemento che ha lasciato trasparire l’età del vino è stato il suo colore granato ancora piuttosto luminoso, all’analisi olfattiva il vino ci ha comunicato vitalità ed armonia; la componente fruttata è ancora nettamente avvertibile (agrumi, arancia rossa) e con il passare dei minuti e, poi, delle circa due ore passate nel bicchiere, rimane sempre netta, così come sono precisi gli aromi di sandalo, tabacco dolce, iodio e di fiori lasciati essiccare. La complessità olfattiva è notevole, c’è la terra di Radda che sprigiona ancora i suoi sentori, le foglie di quel novembre, di quella vendemmia iniziata il 4 del mese, (forse la più tardiva di sempre) in quell’annata meravigliosa che è stata l’83 in Toscana. In bocca il sorso è armonico, sapido e dolce allo stesso tempo, i tannini finissimi, fitti, eleganti, l’acidità ancora presente che ci riporta il frutto che il naso ci aveva preannunciato, così come la complessa mineralità, la ghiaia, il ferro ed una nota salina. La persistenza è grande e ci lascia quasi ipnotizzati ad esclamare, in modo indipendente ma all’unisono, che siamo di fronte ad un grande vino.
Sergio Manetti aveva raccolto e conservato con cura gli utensili e le testimonianze del mondo contadino della zona in cui produceva il suo vino; noi, quando possiamo, ci fermiamo ad ammirare i prodotti del suo lavoro che, nel corso degli anni, testimoniano altrettanto bene quanto può essere generosa e grande quella terra.


Bellissima descrizione Augusto, complimenti :wink:
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videodrome
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda videodrome » 10 feb 2013 00:23

Petrolo - Galatrona 2000
Granato di media concentrazione con nuances aranciate tratteggiano il colore nel bicchiere.
Non si parte benissimo in quanto la volatile e una nota verde caratterizzano il quadro olfattivo in sede di apertura del vino.
L'evoluzione nel bicchiere tuttavia è foriera di buone notizie, si definisce nitidamente un bouquet di sensazioni che emanerebbe un cestino di frutti rossi pieno di fragole, mirtilli e ciliegie, assemblati in una cornice di spezie orientaleggianti. Un naso pulito, netto e prolungato, molto intrigante e over 90.
Il sorso è un pò meno brillante, si sente l'annata calda sia nella definizione di frutti più maturi che nell'apporto glicerico sopra le righe, nel finale una scia di cioccolato amaro fondente. Giudizio positivo (89/90) nonostante qualche morbidezza in bocca in eccesso.
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda pippuz » 10 feb 2013 01:03

diamonddave ha scritto:Scrio 2004 - Le Macchiole :D :D :D :D :)
Molto buono e piacevolissimo, con un tannino addomesticato quanto basta da non farmi pensare ad un Syrah italico. Molte spezie al naso con una nota di pepe bianco in particolare evidenza ed erbe aromatiche a fare da corredo. Mi è piaciuto molto.

Non ha una "quantità eccessiva" :roll: di legno ?
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l'oste
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda l'oste » 10 feb 2013 02:49

Andyele ha scritto:
apa ha scritto:E’ da metà dicembre, quando grazie a Riccardo, Andrea ed altri amici del C.G.T., ho assaggiato per la prima volta il Pergole ris. ’90, che mi sto concentrando sui vini prodotti da Sergio Manetti. Conosco Martino e lo stimo, così come ammiro la sua famiglia e l’ospitalità di cui sono capaci, ma non ho avuto la fortuna di conoscere Sergio e, forse, anche per questo sto cercando di capire i suoi vini. Mi hanno molto colpito gli assaggi della riserva del Pergole, anche se non ho ancora inserito le note della degustazione di dicembre (e mi scuso per questo con gli amici del C.G.T.) e quelle della successiva “Toscana ’90” di gennaio. Oggi voglio proporre qualche impressione sul:
Pergole Torte 1983 che ho avuto il privilegio di bere con due amici, Riccardo e Roberto (ospiti nella sua salsamenteria). L’unico elemento che ha lasciato trasparire l’età del vino è stato il suo colore granato ancora piuttosto luminoso, all’analisi olfattiva il vino ci ha comunicato vitalità ed armonia; la componente fruttata è ancora nettamente avvertibile (agrumi, arancia rossa) e con il passare dei minuti e, poi, delle circa due ore passate nel bicchiere, rimane sempre netta, così come sono precisi gli aromi di sandalo, tabacco dolce, iodio e di fiori lasciati essiccare. La complessità olfattiva è notevole, c’è la terra di Radda che sprigiona ancora i suoi sentori, le foglie di quel novembre, di quella vendemmia iniziata il 4 del mese, (forse la più tardiva di sempre) in quell’annata meravigliosa che è stata l’83 in Toscana. In bocca il sorso è armonico, sapido e dolce allo stesso tempo, i tannini finissimi, fitti, eleganti, l’acidità ancora presente che ci riporta il frutto che il naso ci aveva preannunciato, così come la complessa mineralità, la ghiaia, il ferro ed una nota salina. La persistenza è grande e ci lascia quasi ipnotizzati ad esclamare, in modo indipendente ma all’unisono, che siamo di fronte ad un grande vino.
Sergio Manetti aveva raccolto e conservato con cura gli utensili e le testimonianze del mondo contadino della zona in cui produceva il suo vino; noi, quando possiamo, ci fermiamo ad ammirare i prodotti del suo lavoro che, nel corso degli anni, testimoniano altrettanto bene quanto può essere generosa e grande quella terra.


Bellissima descrizione Augusto, complimenti :wink:

Concordo, emozionante.
In una vigna come quella del Pergole Torte c'è tutto quanto il dio degli dei del vino possa dare.
In più ci sono gli uomini come Martino e Sergio Manetti con la capacità, l'istinto e il rigore per coltivarla al meglio.
Ho avuto la fortuna e la passione di bere molte annate del PT, compresa la memorabile ris. '90.
Sfortunatamente non ho conosciuto il babbo di Martino ma ho conosciuto lui e come dici la sua stupenda ospitaità e la sua energia sono merce rarissima.
Ho l'opinione -sicuramente ardita- che il PT, sebbene sempre con il filo conduttore del carattere di vitigno e terroir, riveli nei passaggi da annata in annata i tratti di chi lo ha fatto, acquisendo e definendo ogni volta una qualità, un dettaglio.
Ma è la sensazione personale di grande appassionato di questo vino.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda alì65 » 10 feb 2013 09:44

l'oste ha scritto:
Andyele ha scritto:
apa ha scritto:E’ da metà dicembre, quando grazie a Riccardo, Andrea ed altri amici del C.G.T., ho assaggiato per la prima volta il Pergole ris. ’90, che mi sto concentrando sui vini prodotti da Sergio Manetti. Conosco Martino e lo stimo, così come ammiro la sua famiglia e l’ospitalità di cui sono capaci, ma non ho avuto la fortuna di conoscere Sergio e, forse, anche per questo sto cercando di capire i suoi vini. Mi hanno molto colpito gli assaggi della riserva del Pergole, anche se non ho ancora inserito le note della degustazione di dicembre (e mi scuso per questo con gli amici del C.G.T.) e quelle della successiva “Toscana ’90” di gennaio. Oggi voglio proporre qualche impressione sul:
Pergole Torte 1983 che ho avuto il privilegio di bere con due amici, Riccardo e Roberto (ospiti nella sua salsamenteria). L’unico elemento che ha lasciato trasparire l’età del vino è stato il suo colore granato ancora piuttosto luminoso, all’analisi olfattiva il vino ci ha comunicato vitalità ed armonia; la componente fruttata è ancora nettamente avvertibile (agrumi, arancia rossa) e con il passare dei minuti e, poi, delle circa due ore passate nel bicchiere, rimane sempre netta, così come sono precisi gli aromi di sandalo, tabacco dolce, iodio e di fiori lasciati essiccare. La complessità olfattiva è notevole, c’è la terra di Radda che sprigiona ancora i suoi sentori, le foglie di quel novembre, di quella vendemmia iniziata il 4 del mese, (forse la più tardiva di sempre) in quell’annata meravigliosa che è stata l’83 in Toscana. In bocca il sorso è armonico, sapido e dolce allo stesso tempo, i tannini finissimi, fitti, eleganti, l’acidità ancora presente che ci riporta il frutto che il naso ci aveva preannunciato, così come la complessa mineralità, la ghiaia, il ferro ed una nota salina. La persistenza è grande e ci lascia quasi ipnotizzati ad esclamare, in modo indipendente ma all’unisono, che siamo di fronte ad un grande vino.
Sergio Manetti aveva raccolto e conservato con cura gli utensili e le testimonianze del mondo contadino della zona in cui produceva il suo vino; noi, quando possiamo, ci fermiamo ad ammirare i prodotti del suo lavoro che, nel corso degli anni, testimoniano altrettanto bene quanto può essere generosa e grande quella terra.


Bellissima descrizione Augusto, complimenti :wink:

Concordo, emozionante.
In una vigna come quella del Pergole Torte c'è tutto quanto il dio degli dei del vino possa dare.
In più ci sono gli uomini come Martino e Sergio Manetti con la capacità, l'istinto e il rigore per coltivarla al meglio.
Ho avuto la fortuna e la passione di bere molte annate del PT, compresa la memorabile ris. '90.
Sfortunatamente non ho conosciuto il babbo di Martino ma ho conosciuto lui e come dici la sua stupenda ospitaità e la sua energia sono merce rarissima.
Ho l'opinione -sicuramente ardita- che il PT, sebbene sempre con il filo conduttore del carattere di vitigno e terroir, riveli nei passaggi da annata in annata i tratti di chi lo ha fatto, acquisendo e definendo ogni volta una qualità, un dettaglio.
Ma è la sensazione personale di grande appassionato di questo vino.


scusate, chiedo perchè non vorrei dire stupidate e la memoria vacilla sempre più
anni fa lessi una vecchia intervista al sig.Sergio e ricordo che serenemante disse che le uve per creare Pergole non erano solo aziendali ma acquistate dove pensava fossero grandi
la sua era un'azienda nata per passione ma per creare profitto, da qui la scelta per incrementare i numeri
se sono solo fantasie chiedo immediatamente scusa e ritiro tutto, è per questo che chiedo a chi di Pergole c'è nato....
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda paperofranco » 10 feb 2013 11:00

Andyele ha scritto:
apa ha scritto:E’ da metà dicembre, quando grazie a Riccardo, Andrea ed altri amici del C.G.T., ho assaggiato per la prima volta il Pergole ris. ’90, che mi sto concentrando sui vini prodotti da Sergio Manetti. Conosco Martino e lo stimo, così come ammiro la sua famiglia e l’ospitalità di cui sono capaci, ma non ho avuto la fortuna di conoscere Sergio e, forse, anche per questo sto cercando di capire i suoi vini. Mi hanno molto colpito gli assaggi della riserva del Pergole, anche se non ho ancora inserito le note della degustazione di dicembre (e mi scuso per questo con gli amici del C.G.T.) e quelle della successiva “Toscana ’90” di gennaio. Oggi voglio proporre qualche impressione sul:
Pergole Torte 1983 che ho avuto il privilegio di bere con due amici, Riccardo e Roberto (ospiti nella sua salsamenteria). L’unico elemento che ha lasciato trasparire l’età del vino è stato il suo colore granato ancora piuttosto luminoso, all’analisi olfattiva il vino ci ha comunicato vitalità ed armonia; la componente fruttata è ancora nettamente avvertibile (agrumi, arancia rossa) e con il passare dei minuti e, poi, delle circa due ore passate nel bicchiere, rimane sempre netta, così come sono precisi gli aromi di sandalo, tabacco dolce, iodio e di fiori lasciati essiccare. La complessità olfattiva è notevole, c’è la terra di Radda che sprigiona ancora i suoi sentori, le foglie di quel novembre, di quella vendemmia iniziata il 4 del mese, (forse la più tardiva di sempre) in quell’annata meravigliosa che è stata l’83 in Toscana. In bocca il sorso è armonico, sapido e dolce allo stesso tempo, i tannini finissimi, fitti, eleganti, l’acidità ancora presente che ci riporta il frutto che il naso ci aveva preannunciato, così come la complessa mineralità, la ghiaia, il ferro ed una nota salina. La persistenza è grande e ci lascia quasi ipnotizzati ad esclamare, in modo indipendente ma all’unisono, che siamo di fronte ad un grande vino.
Sergio Manetti aveva raccolto e conservato con cura gli utensili e le testimonianze del mondo contadino della zona in cui produceva il suo vino; noi, quando possiamo, ci fermiamo ad ammirare i prodotti del suo lavoro che, nel corso degli anni, testimoniano altrettanto bene quanto può essere generosa e grande quella terra.


Bellissima descrizione Augusto, complimenti :wink:


Mi associo. E nei titoli di coda, dove scorrono i protagonisti, insieme a Sergio prima, e a Martino poi, aggiungerei l'indimenticabile "bicchierino".
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda Spectator » 10 feb 2013 11:56

.Old wine 2009,La Morella.Vino..passionale,avvolgente ,per nulla ..stancante ,dato che parliamo di un vinello da circa 16°;le 2008 che ho in cantina,saranno..sicuramente piu' buone :D :D .
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda vignadelmar » 10 feb 2013 12:28

Spectator ha scritto:.Old wine 2009,La Morella.Vino..passionale,avvolgente ,per nulla ..stancante ,dato che parliamo di un vinello da circa 16°;le 2008 che ho in cantina,saranno..sicuramente piu' buone :D :D .


Se la trovi, beviti una 2007.....consiglio da amico.

Ciao

.
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda l'oste » 10 feb 2013 19:16

alì65 ha scritto:
l'oste ha scritto:
Andyele ha scritto:
apa ha scritto:E’ da metà dicembre, quando grazie a Riccardo, Andrea ed altri amici del C.G.T., ho assaggiato per la prima volta il Pergole ris. ’90, che mi sto concentrando sui vini prodotti da Sergio Manetti. Conosco Martino e lo stimo, così come ammiro la sua famiglia e l’ospitalità di cui sono capaci, ma non ho avuto la fortuna di conoscere Sergio e, forse, anche per questo sto cercando di capire i suoi vini. Mi hanno molto colpito gli assaggi della riserva del Pergole, anche se non ho ancora inserito le note della degustazione di dicembre (e mi scuso per questo con gli amici del C.G.T.) e quelle della successiva “Toscana ’90” di gennaio. Oggi voglio proporre qualche impressione sul:
Pergole Torte 1983 che ho avuto il privilegio di bere con due amici, Riccardo e Roberto (ospiti nella sua salsamenteria). L’unico elemento che ha lasciato trasparire l’età del vino è stato il suo colore granato ancora piuttosto luminoso, all’analisi olfattiva il vino ci ha comunicato vitalità ed armonia; la componente fruttata è ancora nettamente avvertibile (agrumi, arancia rossa) e con il passare dei minuti e, poi, delle circa due ore passate nel bicchiere, rimane sempre netta, così come sono precisi gli aromi di sandalo, tabacco dolce, iodio e di fiori lasciati essiccare. La complessità olfattiva è notevole, c’è la terra di Radda che sprigiona ancora i suoi sentori, le foglie di quel novembre, di quella vendemmia iniziata il 4 del mese, (forse la più tardiva di sempre) in quell’annata meravigliosa che è stata l’83 in Toscana. In bocca il sorso è armonico, sapido e dolce allo stesso tempo, i tannini finissimi, fitti, eleganti, l’acidità ancora presente che ci riporta il frutto che il naso ci aveva preannunciato, così come la complessa mineralità, la ghiaia, il ferro ed una nota salina. La persistenza è grande e ci lascia quasi ipnotizzati ad esclamare, in modo indipendente ma all’unisono, che siamo di fronte ad un grande vino.
Sergio Manetti aveva raccolto e conservato con cura gli utensili e le testimonianze del mondo contadino della zona in cui produceva il suo vino; noi, quando possiamo, ci fermiamo ad ammirare i prodotti del suo lavoro che, nel corso degli anni, testimoniano altrettanto bene quanto può essere generosa e grande quella terra.


Bellissima descrizione Augusto, complimenti :wink:

Concordo, emozionante.
In una vigna come quella del Pergole Torte c'è tutto quanto il dio degli dei del vino possa dare.
In più ci sono gli uomini come Martino e Sergio Manetti con la capacità, l'istinto e il rigore per coltivarla al meglio.
Ho avuto la fortuna e la passione di bere molte annate del PT, compresa la memorabile ris. '90.
Sfortunatamente non ho conosciuto il babbo di Martino ma ho conosciuto lui e come dici la sua stupenda ospitaità e la sua energia sono merce rarissima.
Ho l'opinione -sicuramente ardita- che il PT, sebbene sempre con il filo conduttore del carattere di vitigno e terroir, riveli nei passaggi da annata in annata i tratti di chi lo ha fatto, acquisendo e definendo ogni volta una qualità, un dettaglio.
Ma è la sensazione personale di grande appassionato di questo vino.


scusate, chiedo perchè non vorrei dire stupidate e la memoria vacilla sempre più
anni fa lessi una vecchia intervista al sig.Sergio e ricordo che serenemante disse che le uve per creare Pergole non erano solo aziendali ma acquistate dove pensava fossero grandi
la sua era un'azienda nata per passione ma per creare profitto, da qui la scelta per incrementare i numeri
se sono solo fantasie chiedo immediatamente scusa e ritiro tutto, è per questo che chiedo a chi di Pergole c'è nato....

Non so se agli inizi Sergio Manetti usasse anche uve comprate per il PT, immagino che nel caso le comprasse comunque di quella zona e vitigno.
Si potrebbe sentire Martino per sapere come è oggi.
Sinceramente però non capisco cosa trovi di discordante con i post precedenti.
Che Radda in chianti, il terroir di Montevertine e la vigna del Pergole siano vocati non credo sia in discussione, così come che -al netto della passione- ogni impresa debba anche generare profitto.
Mi pare anche innegabile che per moltissimi appassionati (di parte e non) il Pergole Torte sia oggi considerato uno dei migliori vini in assoluto della regione e dell'intero panorama italiano.
Anche Bruno Giacosa comprava le uve e ci ha vinificato bottiglie storiche.
Questo per ribadire che a mio parere nel vino si trova la mano, il manico, il cuore, le idee e quindi i "tratti" di chi lo ha realizzato.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda alì65 » 10 feb 2013 19:41

l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:scusate, chiedo perchè non vorrei dire stupidate e la memoria vacilla sempre più
anni fa lessi una vecchia intervista al sig.Sergio e ricordo che serenemante disse che le uve per creare Pergole non erano solo aziendali ma acquistate dove pensava fossero grandi
la sua era un'azienda nata per passione ma per creare profitto, da qui la scelta per incrementare i numeri
se sono solo fantasie chiedo immediatamente scusa e ritiro tutto, è per questo che chiedo a chi di Pergole c'è nato....

Non so se agli inizi Sergio Manetti usasse anche uve comprate per il PT, immagino che nel caso le comprasse comunque di quella zona e vitigno.
Si potrebbe sentire Martino per sapere come è oggi.
Sinceramente però non capisco cosa trovi di discordante con i post precedenti.
Che Radda in chianti, il terroir di Montevertine e la vigna del Pergole siano vocati non credo sia in discussione, così come che -al netto della passione- ogni impresa debba anche generare profitto.
Mi pare anche innegabile che per moltissimi appassionati (di parte e non) il Pergole Torte sia oggi considerato uno dei migliori vini in assoluto della regione e dell'intero panorama italiano.
Anche Bruno Giacosa comprava le uve e ci ha vinificato bottiglie storiche.
Questo per ribadire che a mio parere nel vino si trova la mano, il manico, il cuore, le idee e quindi i "tratti" di chi lo ha realizzato.


la mia era solo una conferma/curiosità e non voleva trovare discordanza con le belle parole di apa....
in effetti non ci troverei nulla di strano visto che hanno prodotti dei capolavori
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda l'oste » 10 feb 2013 20:53

alì65 ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:scusate, chiedo perchè non vorrei dire stupidate e la memoria vacilla sempre più
anni fa lessi una vecchia intervista al sig.Sergio e ricordo che serenemante disse che le uve per creare Pergole non erano solo aziendali ma acquistate dove pensava fossero grandi
la sua era un'azienda nata per passione ma per creare profitto, da qui la scelta per incrementare i numeri
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Non so se agli inizi Sergio Manetti usasse anche uve comprate per il PT, immagino che nel caso le comprasse comunque di quella zona e vitigno.
Si potrebbe sentire Martino per sapere come è oggi.
Sinceramente però non capisco cosa trovi di discordante con i post precedenti.
Che Radda in chianti, il terroir di Montevertine e la vigna del Pergole siano vocati non credo sia in discussione, così come che -al netto della passione- ogni impresa debba anche generare profitto.
Mi pare anche innegabile che per moltissimi appassionati (di parte e non) il Pergole Torte sia oggi considerato uno dei migliori vini in assoluto della regione e dell'intero panorama italiano.
Anche Bruno Giacosa comprava le uve e ci ha vinificato bottiglie storiche.
Questo per ribadire che a mio parere nel vino si trova la mano, il manico, il cuore, le idee e quindi i "tratti" di chi lo ha realizzato.


la mia era solo una conferma/curiosità e non voleva trovare discordanza con le belle parole di apa....
in effetti non ci troverei nulla di strano visto che hanno prodotti dei capolavori

Avevo fraiteso, sorry.
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda eno » 10 feb 2013 22:07

Nebbiolino ha scritto:
alì65 ha scritto:
Clos de Lambray 2009, qua ho capito che è un vino da bersi giovane, fresco e preciso, bel lamponcino ma non spacca, per i miei gusti con la maturazione diventa troppo lineare e con chiusure secche e amaricanti



Più che altro "era" da bersi giovane; ormai costa un botto pure lui, e spendere quei soldi per il bel lamponcino che non spacca (mi trovi assolutamente d'accordo), fa un pò girare le bolas...


Perchè, quanto costa adesso? Io ricordo che le annate 2001-2-3-5 non costavano "un botto", ed erano pure bbone. e non ho ricordi di " un vino da bersi giovane"
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda alì65 » 10 feb 2013 22:32

eno ha scritto:
Nebbiolino ha scritto:
alì65 ha scritto:
Clos de Lambray 2009, qua ho capito che è un vino da bersi giovane, fresco e preciso, bel lamponcino ma non spacca, per i miei gusti con la maturazione diventa troppo lineare e con chiusure secche e amaricanti



Più che altro "era" da bersi giovane; ormai costa un botto pure lui, e spendere quei soldi per il bel lamponcino che non spacca (mi trovi assolutamente d'accordo), fa un pò girare le bolas...


Perchè, quanto costa adesso? Io ricordo che le annate 2001-2-3-5 non costavano "un botto", ed erano pure bbone. e non ho ricordi di " un vino da bersi giovane"


infatti ho specificato che per il mio gusto lo preferisco giovane e sinceramente un centino le destino ad altre bt...concordo che 01 e 02 sono belli belli ma la 03 non mi è piaciuta niente, 05 non pervenuta
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda Mike76 » 11 feb 2013 01:59

Piaggia - Carmignano Riserva 2008
Ciliegia e peperone, sangiovese e uva francesca.
Bel Carmignano davvero, intenso ed elegante, legno piccolo ma dosato alla perfezione, e territorio che viene fuori prima dei vitigni.
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda Spectator » 11 feb 2013 08:33

vignadelmar ha scritto:
Spectator ha scritto:.Old wine 2009,La Morella.Vino..passionale,avvolgente ,per nulla ..stancante ,dato che parliamo di un vinello da circa 16°;le 2008 che ho in cantina,saranno..sicuramente piu' buone :D :D .


Se la trovi, beviti una 2007.....consiglio da amico.

Ciao

.


..Difficile,ne gira poco sia sul forum che fuori,..ma provero' :D ! Trovato ,Polvanera 2006,invece :lol: .
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda arnaldo » 11 feb 2013 08:48

Ieri sera
az agr FRANCESCO SOBRERO - Barolo Pernanno Riserva 2004 - rubino tendente al granato. Naso profumato di fragole macerate, china, rose appassite,macis,sfumature floreali....in bocca è abbastanza morbido, tannini quasi risolti, ha una certa ampiezza e solarita', ritornano le note percepite al naso con buon allungo e freschezza. Buona bottiglia dall'ottimo rapporto Q/P.
follow my tasting notes and pics on http://instagram.com/ARNALDO2262/
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda paperofranco » 11 feb 2013 09:22

arnaldo ha scritto:Ieri sera
az agr FRANCESCO SOBRERO - Barolo Pernanno Riserva 2004 - rubino tendente al granato. Naso profumato di fragole macerate, china, rose appassite,macis,sfumature floreali....in bocca è abbastanza morbido, tannini quasi risolti, ha una certa ampiezza e solarita', ritornano le note percepite al naso con buon allungo e freschezza. Buona bottiglia dall'ottimo rapporto Q/P.


Della 2004 non l'ho sentito, ma a dicembre scorso sono stato a visitare l'azienda nel mio solito giretto di Langa ed ho sentito la 2006, di cui mi sono preso un paio di bottiglie. Dalla tua descrizione, penso che ci sia stata una crescita. Un gioiellino a buon prezzo.
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broccolomeo
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda broccolomeo » 11 feb 2013 10:21

Gia bevuto un annetto fa circa, l'ho ribevuto e quindi ne ripropongo la sua "pericolosa leggerezza" (nel senso migliore del termine) sia nella bevibilità che nei profumi.
Colore più scarico di quanto appaia dalla foto, profumi floreali, al gusto rivela una mineralità "ferrosa" (percezioni mie che non riesco neanche a descrivere bene come vorrei) ed una freschezza d'insieme che appaiono integre dopo 17 anni. Una gradazione "giusta" infine rende questo vino un campincino di bevibilità.
Trovato, se possibile, ancora più in forma che nella bottiglia precedentemente bevuta.
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Ludi
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda Ludi » 11 feb 2013 12:18

Nel weekend ripasso di classici sardi più un paio di sorprese. Inizio con il Balente 2008 di Carboni, bellissimo blend di vitigni autoctoni sardi, profumato di frutta fresca, ma con nuances che ricordano il cappero in salamoia e la macchia mediterranea.Squisito il Marchese di Villamarina 2006, in una delle migliori edizioni mai provate. Indiscutibilmente cabernet, ma anche indiscutibilmente sardo, con richiami di mirto ed elicriso a giocare con noce moscata e grafite. Interessante sarebbe l'accostamento ai rossi bolgheresi. Splendido e sorprendente il Carignano del Sulcis Cenere 2008 di Mulleri, da uve di 70 anni su piede franco allevate su terreni sabbiosi a S. Antioco: minerale ed avvolgente, dai dolci richiami di mirto, mi ha veramente colpito per eleganza ed equilibrio. Ottimo il Terre Brune 2007, già pienamente riconciliato con la propria esuberanza giovanile e pronto a regalare toni di prugna, mirto, ginepro, avvolti da tannini setosi. Infine, un grande Turriga 2004, nel fiore della sua finestra di maturazione ma a mio avviso dotato di una ulteriore lunga potenzialità evolutiva; per quest'ultimo, mi ha esaltato l'abbinamento con la pecora in umido.
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda lanfranco1986 » 11 feb 2013 13:21

vignadelmar ha scritto:
Spectator ha scritto:.Old wine 2009,La Morella.Vino..passionale,avvolgente ,per nulla ..stancante ,dato che parliamo di un vinello da circa 16°;le 2008 che ho in cantina,saranno..sicuramente piu' buone :D :D .


Se la trovi, beviti una 2007.....consiglio da amico.

Ciao

.


Bevuta anch'io la 09 e concordo

Vigna e sulla 2005 cosa dici?
Ho sia una 07 che una 05 in cantina: da stappare o da aspettare ancora un po?
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda Spectator » 11 feb 2013 13:23

lanfranco1986 ha scritto:
vignadelmar ha scritto:
Spectator ha scritto:.Old wine 2009,La Morella.Vino..passionale,avvolgente ,per nulla ..stancante ,dato che parliamo di un vinello da circa 16°;le 2008 che ho in cantina,saranno..sicuramente piu' buone :D :D .


Se la trovi, beviti una 2007.....consiglio da amico.

Ciao

.


Bevuta anch'io la 09 e concordo

Vigna e sulla 2005 cosa dici?
Ho sia una 07 che una 05 in cantina: da stappare o da aspettare ancora un po?


..Lanfraaa',lascia perdere ,vendile a me ste 2 boccie ,come cortesemente hai fatto con le 2009,dai ,lo faccio io il..lavoro sporco! :lol: :wink:
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda paperofranco » 11 feb 2013 22:23

Beaujolais v.v. "cuvée traditionnelle" 2011 Domaine du Vissoux.
Ancora un po' tappato per malanni stagionali, ma comincio oggi a risentire odori e sapori.
Colore rubino con bei riflessi porpora, vivo, per niente carico, luminoso. Profumi puliti e freschi, che ti rimandano al grappolo dell'uva nera, pigiata, e poi al mosto in fermentazione, un lieve tocco floreale rosso tipo geranio; semplice e diretto, ma non un novello. Sorso agile, senza peso tannico, giocato in mineralità e freschezza, con un piacevole finale salino ed una nota amaricante. Buono.
Sir Panzy
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda Sir Panzy » 12 feb 2013 10:25

Bourgogne 1999 Le Roy : averne! Buonissimo! Maturo e succoso da bere senza indugio alcuno. Bottiglia "apri e godi"
Quasi del tutto assente il terziario. Naso pulito su piccola frutta rossa, confettura, e qualche nota di eucalipto-mentuccia.
Bocca ricca e acidità brillante. Bevibilità assassina. Base così ne conosco ben pochi (anzi se ne conoscete cacciate i nomi ;) )

Vosne-Romanée 2008 Mongeard-Mugneret: Solita conferma. Olfatto giovanissimo, parte reticente per aprirsi in un paio di ore. tanti bei fruttini e una parte di "grafite" a sbadierare la giovinezza.
In bocca è preciso, abbastanza strutturato e sorretto perfettamente da ottima acidità. Chissà se arriva ai 14 anni in forma come il base di LeRoy...
Si può sognare una moltitudine di bevande, ma quando si ha veramente sete bisogna svegliarsi per bere. (F)
Gli specialisti dell'anti grillismo sono quasi + patologici dei grillini. (A.M)
alì65
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda alì65 » 12 feb 2013 10:40

Sir Panzy ha scritto:Bourgogne 1999 Le Roy : averne! Buonissimo! Maturo e succoso da bere senza indugio alcuno. Bottiglia "apri e godi"
Quasi del tutto assente il terziario. Naso pulito su piccola frutta rossa, confettura, e qualche nota di eucalipto-mentuccia.
Bocca ricca e acidità brillante. Bevibilità assassina. Base così ne conosco ben pochi (anzi se ne conoscete cacciate i nomi ;) )

Vosne-Romanée 2008 Mongeard-Mugneret: Solita conferma. Olfatto giovanissimo, parte reticente per aprirsi in un paio di ore. tanti bei fruttini e una parte di "grafite" a sbadierare la giovinezza.
In bocca è preciso, abbastanza strutturato e sorretto perfettamente da ottima acidità. Chissà se arriva ai 14 anni in forma come il base di LeRoy...


con Leroy sarei anche d'accordo ma questo Le Roy non lo conosco, mi sembra più un divo del cinema che un vignaiolo.... :mrgreen: si vede che ciò un piffero da fare stamane!!
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
alì65
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Re: CHE BEVESSIMO A FEBBRAIO 2013

Messaggioda alì65 » 12 feb 2013 10:43

Sir Panzy ha scritto:Bourgogne 1999 Le Roy : averne! Buonissimo! Maturo e succoso da bere senza indugio alcuno. Bottiglia "apri e godi"
Quasi del tutto assente il terziario. Naso pulito su piccola frutta rossa, confettura, e qualche nota di eucalipto-mentuccia.
Bocca ricca e acidità brillante. Bevibilità assassina. Base così ne conosco ben pochi (anzi se ne conoscete cacciate i nomi ;) )

Vosne-Romanée 2008 Mongeard-Mugneret: Solita conferma. Olfatto giovanissimo, parte reticente per aprirsi in un paio di ore. tanti bei fruttini e una parte di "grafite" a sbadierare la giovinezza.
In bocca è preciso, abbastanza strutturato e sorretto perfettamente da ottima acidità. Chissà se arriva ai 14 anni in forma come il base di LeRoy...


io voterei anche al tuo sondaggio ma perchè mi chiede sempre di collegarmi quando lo sono già? :?
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!

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