Kalosartipos ha scritto:ugc ha scritto: Santa Barbara Stefano Antenucci
Bevuto un paio di annate di questo (metà anni 2000) ed erano certe botte di legno..
Adesso è migliorato. Stefano Antonucci Bianco 2009 secondo me è un bel Verdicchio.
Kalosartipos ha scritto:ugc ha scritto: Santa Barbara Stefano Antenucci
Bevuto un paio di annate di questo (metà anni 2000) ed erano certe botte di legno..
ugc ha scritto:Francvino ha scritto:gp ha scritto:Le generalizzazioni basate su zone di una certa ampiezza sono utili soprattutto per dare un'idea dei caratteri distintivi piuttosto che per fissare gerarchie troppo rigide, però spesso per evitare il rischio delle seconde si finisce per buttare a mare le generalizzazioni in favore del "ogni vino fa storia a sé". Io sarei per le generalizzazioni (sempre confutabili, è ovvio) e perfino per il concetto desueto dell'"eccezione che conferma la regola".
Generalizzando direi che è vero il contrario riguardo all'affermazione del buon Umberto UGC: se ci sono vini che "intoppano" la beva sono proprio quelli della riva destra (Staffolo, San Paolo di Jesi, Cupramontana anche se quest'ultimo, con i suoi 600 mt, fa un po' storia a sé) generalmente più alcolici ed estrattivi.
A sinistra c'è sempre stata più finezza (Podium, Villa Bucci, Balciana 2009, Vecchie Vigne, Pallio, Balluccio e anche diverse annate del Vigna Novali tipo una 2002 che farebbe impazzire chiunque ami il tocco della botrite nella sfera olfattiva).
agg dett 'na kazzat?
Beh, a mia parziale discolpa avevo in mente Vigna delle Oche, Santa Barbara Stefano Antenucci e Casalfarneto almeno fino al 2004, che ho sempre trovato appesantiti e a meno di miei ulteriori errori stanno a sinistra.
Generalizzare porta a semplificare e ad aggregare, e scrivendo avevo in mente il seg sillogismo
sinistra Esino: altitudini più basse, esposizione sud e ovest ovvero più sole e calore
destra Esino: altitudini più elevate, esposizione nord e est ovvero più luce e fresco
peccato che a sinistra come a destra le cose siano un filo più complesse. Da un lato c'è da tener conto di entrambi i versanti della valle del Misa che è anche orientata ancora più "verticalmente" della valle Esina, mentre a destra sono comunque presenti versanti con esposizione a ovest e a sud, per esempio a San Paolo e a Staffolo, e Cupramontana ha pure dei versanti sud pieno che poi essendo anche più all'interno sono meno ventilati, ergo...
Bisognerebbe quindi ragionare più secondo le esposizioni dei singoli vigneti che non secondo il lato...e a questo proposito sarebbe interessante se qualcuno di quelli che ne sanno volesse farci una lectio magistralis, ancor meglio se vis-a-vis con tanto di prova palatale
Detto questo, confido nella clemenza della corte
Francvino ha scritto:cesmic ha scritto:Francvino ha scritto:Alessio1983 ha scritto:sono ben accetti consigli su altri tipi di Verdicchio da provare
Prova l'Ylice 2010 di Poderi Mattioli. Un po' rustichetto ma molto efficace.
Poi quando diventerà famoso dite che ve l'ha consigliato Cesmic.
L'ho provato e posso dirti che non mi è piaciuto neanche un pò.....confetto al naso bocca grossa e cedevole il tutto condito da adeguata solforosa....
Vabbé, diremo che l'ha consigliato qualcun'altro
ne ho una bottiglia in fresco perché volevo riassaggiarlo. Tu quando l'hai provato?
Le mie rude note estive di degustazione dicono ""Un po rustichetto, bocca discreta, bell'acidità, termina sapido""
Vedremo. L'azienda è giovane, fa (al momento) solo questo vino ed è tirato in quasi 9000 bottiglie.
Francvino ha scritto:Fiano di Avellino 2008 Marsella (bono parecchio)
alexer3b ha scritto:Francvino ha scritto:Fiano di Avellino 2008 Marsella (bono parecchio)
Occhio che De Castoris se ingrifa.
Alex
sasso ha scritto:Resoconto delle visite di ieri:
Sartarelli:
il classico è un vinellino secondo me dal buon rapporto Q/P, naso di impatto, magari non proprio varietale, ma comunque nel c9mplesso io lo giudico bene.
Tralivio: mi è parso tutto meno che pesante come qualcuino aveva detto, l'ho trovato giovanissimo, mooolto varietale, bello teso e salato, lungo e proittato nel tempo. Buono
Il Balciana: a me è ppiaciuto molto, certo non bisogna essere amanti delle sciabole di acciaio nei denti altrimenti si gode poco, comunque trovo che sia un vino con un suo equilibrio, certo livellato in alto am comunqu davvero buono.
Francvino ha scritto:sasso ha scritto:Resoconto delle visite di ieri:
Sartarelli:
il classico è un vinellino secondo me dal buon rapporto Q/P, naso di impatto, magari non proprio varietale, ma comunque nel c9mplesso io lo giudico bene.
Tralivio: mi è parso tutto meno che pesante come qualcuino aveva detto, l'ho trovato giovanissimo, mooolto varietale, bello teso e salato, lungo e proittato nel tempo. Buono
Il Balciana: a me è ppiaciuto molto, certo non bisogna essere amanti delle sciabole di acciaio nei denti altrimenti si gode poco, comunque trovo che sia un vino con un suo equilibrio, certo livellato in alto am comunqu davvero buono.
Scusa, mi dici le annate?
Teoricamente dovrebbero esser 2010,2009,2009 ma potrebbero anche esser diverse. Thanks.
Francvino ha scritto:Ribevuto oggi il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico 2010 di Sartarelli:
naso perfettamente aderente alle caratteristiche del vitigno (sin troppe parole per dire "tipico"), bocca sapida e pulita in corpo medio, fa della scorrevolezza e del riverbero varietale il suo punto di forza.
Vale anche più il prezzo che costa, però senza gridare al miracolo.
Sulle mafaldine con sugo rosso di tonno e alici faceva la sua porchissima figura.
il chiaro ha scritto:Domanda agli specialisti del vitigno in questione: quali sono i sentori tipici, sia al naso che al palato che si devono percepire in un verdicchio "didattico"?
Grazie!
Francvino ha scritto:il chiaro ha scritto:Domanda agli specialisti del vitigno in questione: quali sono i sentori tipici, sia al naso che al palato che si devono percepire in un verdicchio "didattico"?
Grazie!
Con tutte variabilità che passano da mano a mano, da vigna a vigna, da valle a valle direi:
Naso
Per le versioni più semplici non ci si discosta dalla triade mela/mandorla/fiori d'acacia.
Le migliori tra le giovani giocano sul timbro agrumato del limone e del pompelmo, lasciando bene in evidenza la mandorla e i fiori di acacia.
Declinazioni di erbe officinali, camomilla/fieno/fiori secchi, tocchi vegetali (sedano, salvia) in genere individuano la mano o la tecnica produttiva.
Le versioni più eleganti e complesse hanno un inequivocabile sentore di anice che si trasforma in liquirizia in fase terziaria.
Raramente, in fase terziaria, c'è un soffio di canfora che fa capolino in alcune versioni. Colonnara/Ubaldo Rosi, Garofoli/Podium e Serra Fiorese (in un paio di annate), Crognaletti/San Lorenzo i casi più evidenti. Ancora sconosciuta la matrice e il perché compaia questa sensazione.
Le versioni da uve ben mature (sino al surmaturo) hanno una timbrica netta di buccia d'arancia (sino ad arrivare a sfumature mielose se c'è il concorso della botrite, cui il vitigno è molto sensibile e facilmente attaccabile per via del suo grappolo serrato a forma d'imbuto).
vignadelmar ha scritto:
Comunque complimenti a Francvino, mai letta una descrizione meglio articolata.
Francvino ha scritto:vignadelmar ha scritto:
Comunque complimenti a Francvino, mai letta una descrizione meglio articolata.
Grazie.
Francvino ha scritto:il chiaro ha scritto:Domanda agli specialisti del vitigno in questione: quali sono i sentori tipici, sia al naso che al palato che si devono percepire in un verdicchio "didattico"?
Grazie!
Con tutte variabilità che passano da mano a mano, da vigna a vigna, da valle a valle direi:
Naso
Per le versioni più semplici non ci si discosta dalla triade mela/mandorla/fiori d'acacia.
Le migliori tra le giovani giocano sul timbro agrumato del limone e del pompelmo, lasciando bene in evidenza la mandorla e i fiori di acacia.
Declinazioni di erbe officinali, camomilla/fieno/fiori secchi, tocchi vegetali (sedano, salvia) in genere individuano la mano o la tecnica produttiva.
Le versioni più eleganti e complesse hanno un inequivocabile sentore di anice che si trasforma in liquirizia in fase terziaria.
Raramente, in fase terziaria, c'è un soffio di canfora che fa capolino in alcune versioni. Colonnara/Ubaldo Rosi, Garofoli/Podium e Serra Fiorese (in un paio di annate), Crognaletti/San Lorenzo i casi più evidenti. Ancora sconosciuta la matrice e il perché compaia questa sensazione.
Le versioni da uve ben mature (sino al surmaturo) hanno una timbrica netta di buccia d'arancia (sino ad arrivare a sfumature mielose se c'è il concorso della botrite, cui il vitigno è molto sensibile e facilmente attaccabile per via del suo grappolo serrato a forma d'imbuto).
Bocca
attacco deciso, sviluppo dapprima largo e saporito per poi volgere, dal centro bocca in poi, in sapidità dominante.
Le versioni giovani hanno più verticalità e meno sapore.
Le migliori selezioni hanno più sapore e sviluppano un deciso contrasto tra alcolicità e acidità regolata, di norma, da un lungo riverbero amarognolo (che, a seconda dei casi, va dalla mandorla fresca a quella tostata) vero marchio di fabbrica di ogni Verdicchio. Anche il più dolce e zuccheroso ha un colpo di coda che volge in tonalità gradevolmente amaricanti.
gp ha scritto:
Ho riscontrato anch'io il "mistero della canfora", mi aveva fatto litigare con il Podium quando si era affacciata in un modo che ricordo invadente con l'annata 1998. Poi nelle annate successive è diventata intermittente e in ogni caso meno sfacciata. Chissà se qualcuno riuscirà un giorno a risolvere il mistero.
chambertin ha scritto:Salve.
Al prossimo Vinitaly vorrei dedicare una mattinata ai verdicchi.
Chimi dice quali quelli da non perdere e quindi da preferire su tutti?
Grazie!
vignadelmar ha scritto:chambertin ha scritto:Salve.
Al prossimo Vinitaly vorrei dedicare una mattinata ai verdicchi.
Chimi dice quali quelli da non perdere e quindi da preferire su tutti?
Grazie!
Riserva Giocchino Garofoli 2006
Indiscutibilmente (secondo me ) il miglior verdicchio degli ultimi decenni.
Ci sarebbero anche altri papabili, ma viste le annate delle bottiglie non li troveresti al Vinitaly
Ciao
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