Scrive oggi Roberto Perotti, stimato economista bocconiano:
Il governo ha annunciato aumenti di spesa pubblica per almeno 25 miliardi, e riduzione di entrate per almeno 15 miliardi, come ha calcolato Massimo Bordignon su lavoce.info.
Servono quindi 40 miliardi. Circa 20 miliardi verranno dall'emissione di debito pubblico addizionale, cioè dall'aumento del disavanzo al famoso 2,4 per cento. Su quest'ultimo numero c'è stato un dibattito infuocato; ma il vero problema, di cui pochi parlano, è che anche con questo disavanzo mancano ancora 20 miliardi, non esattamente noccioline. Il governo non ha detto praticamente niente su come ottenerli, se non il solito richiamo al taglio delle spese superflue e delle agevolazioni fiscali. C'è una leggenda bipartisan, che circola da anni anche tra affermati economisti, che in Italia vi siano decine di miliardi di agevolazioni fiscali che aspettano solo di essere eliminate in poche settimane con un tratto di penna.
Quando ero consigliere economico di Palazzo Chigi preparai un rapporto sulle agevolazioni fiscali, con la collaborazione di molti valenti funzionari del ministero dell'Economia (nessuno di loro è responsabile di quanto segue). Presi in esame tutte le agevolazioni, e finii con un elenco di 40 voci, scelte in base a diversi criteri. Un minimo di percorribilità politica, prima di tutto. A seguire: effetti distributivi perversi (agevolazioni che beneficiano i più abbienti); mancanza di una ratio economica cogente; esistenza di una ratio economica iniziale, che è venuta meno con il tempo; evidente azione di lobby alla base dell'agevolazione; accumulazione storica di molteplici agevolazioni in un solo settore; inapplicabilità pratica dell' agevolazione.
Il risultato è il documento (opportunamente editato rispetto alla versione originale) che può essere consultato online
http://download.repubblica.it/pdf/2018/economia/agevolazioni-fiscali.pdfIl dossier risale a fine 2015, quindi alcune voci sono sicuramente cambiate. Ma a grandi linee i numeri saranno gli stessi, e il rapporto rimane utile per illustrare le difficoltà tecniche e politiche che si incontrano nell'addentrarsi in questo terreno.
Il risparmio totale calcolato allora era di circa 1,6 miliardi, e di 2,2 miliardi con un intervento più coraggioso su alcune detrazioni. Sembrerebbero cifre irrisorie, facilissime da scovare nel mare magnum delle nostre agevolazioni: dopotutto, se non si riesce a tagliare 1,6 miliardi su centinaia di miliardi, allora meglio abbandonare ogni speranza di risanare il bilancio di questo paese. E nessuna delle proposte avrebbe colpito i meno abbienti. Eppure vidi parecchi politici sbiancare in volto nel leggere le prime pagine di questo dossier (nessuno arrivò neanche a metà). Ovviamente non se ne fece niente.
Forse non fui un buon venditore; forse non scelsi le agevolazioni giuste; forse quei politici erano particolarmente pavidi o svogliati. Forse i politici di questo governo saranno più abili, più coraggiosi, più fortunati. Ma basta una rapida scorsa al documento per rendersi conto che è una pia illusione pensare di poter trovare anche solo dieci miliardi in poche settimane.
Alcune agevolazioni sono tecnicamente complicate, e ci vuole tempo e attenzione per riformarle. Altre hanno lobby potentissime alle spalle. Altre ancora, se toccate, rischiano di paralizzare letteralmente il paese, come le agevolazioni per gli autotrasportatori. Altre ancora si prestano a facili strumentalizzazioni: è insensato che persone con un reddito di 100 mila euro possano detrarre le spese veterinarie, ma quale governo avrà il coraggio di mettersi contro i milioni di amanti di animali per risparmiare pochi milioni di euro?
Per motivi che nessuno ha mai saputo spiegarmi (quasi certamente perché non esistono) le pompe funebri sono esenti da Iva. Quando trapelò che esisteva una proposta di eliminare questa esenzione, un noto quotidiano titolò a caratteri cubitali in prima pagina "Ora tassano pure i morti". Quale governo vorrà correre il rischio di questa accusa infamante per risparmiare 250 milioni?
Nel paese in cui "dieci miliardi si devono poter trovare sempre" è naturale pensare che sia facile scovarli tra le centinaia di miliardi di agevolazioni fiscali. Faccio tanti auguri ai funzionari che avranno questo ingrato compito, con poche settimane per portarlo a termine. E tanti auguri anche ai capi del governo e ai loro consiglieri: al loro risveglio l'impatto con la realtà sarà molto duro e, cosa ben più importante per il paese, continueranno a mancare 20 miliardi. Ma non c'è da preoccuparsi: il governo potrà sempre risolvere tutto con un altro aumento delle previsioni di crescita per il 2019, grazie anche all'aiuto del modello econometrico del Tesoro.
Con la giusta configurazione delle centinaia di parametri, e un po' di tempo per fare centinaia di tentativi, quel modello riuscirebbe a dire che l'acqua è asciutta; figuriamoci se non riuscirà a dirci che la crescita, grazie alle miracolose misure in programma, sarà ancora superiore a quella che il governo si è inventata nella Nota di aggiustamento, e già scandalosamente superiore a quella prevista da ogni altra organizzazione pubblica o privata. Ma, si sa, con un po' di crescita in più tutto si aggiusta: basta solo essere ottimisti.