zampaflex ha scritto:andrea94 ha scritto:Buongiorno,
Leggendo un pò i commenti mi trovo d'accordo con molti di voi, sto frequentando il terzo livello AIS e lo trovo davvero carente in alcune aree e soprattutto un pò "datato", concedetemi il termine.
Il tema che però penso sia necessario valutare è: Siamo sicuri che questa formula, nonostante tutti questi difetti, non sia comunque corretta per il target a cui è rivolta?
Mi spiego meglio, mi è sembrato di vedere che gli iscritti a questi corsi siano principalmente persone che vivono il mondo del vino come l'hobby del martedì sera (cosa più che lecita, ci mancherebbe) , senza una reale passione o curiosità che li spinga ad approfondire e a farsi una propria idea e un proprio gusto, e per questo mi sembrano super soddisfatti della proposta AIS nello specifico.
Difatti io il terzo corso, quello più riservato ai pinguini, l'ho guardato come la peste. Primo utilissimo e secondo divertente, ma il terzo...
Il dopolavoro è molto presente nei pensieri dei frequentanti odierni, specie la parte matronale che non ha più i figli in casa e si annoia.
E le degustazioni a tema sono poche, a differenza di ONAV che ha un programma fitto e vario.
Ti dico la verità: io a volte aiuto la delegazione e mi vesto da "pinguino" come definisci tu.. Mi dispiace questa connotazione del personale sommelier che, non solo aiutano le associazioni, ma partecipano anche agli eventi aiutando i produttori, laddove non possono essere presenti, raccontando ( quelli ovviamente bravi ed interessati) il vino che servono.
Poi ci saranno quelli bravi e quelli meno bravi.. quelli che sono lì e non sanno la differenza tra un vermentino e uno chardonnay e quelli che invece si danno da fare per saperne di più. Il pubblico è vasta e non tutti siamo uguali