Messaggioda venicka » 31 ago 2017 14:40
Ariecchice, dopo un po’ di vacanza in perfida albione segnalo qualche bevuta interessante tra bestemmie inaudite per aver beccato vini della vecchia satanica al bicchiere ignorando però l'esistenza di una presunta festività chiamata bank non so cosa ergo niente vini della vecchia satanica ma solo tanta vasellina in compenso trovato crichet paje 2005 a prezzi da venditore sbronzo ergo ora posso dire anche io di avere un crichettino in cantina, la sera che l'ho preso per poco non me lo portavo al letto per coccolarlo.
Vabbè, passiamo alle bevute.
2006 Volnay 1er cru Les Brouillards - De Montille
Sempre straamato i suoi vini con parecchi anni sulle spalle, prima volta con uno giovane e grandissima delusione.
Vino affetto da mutismo senza se e senza ma, boccia aperta e bevuta nel corso di due serate ma niente, un po’ di fruttone scuro e poco altro a parte un po' di legno quasi sul cocco, meglio in bocca ma sempre dalle parti del mutismo stiamo.
Una rondine non fa primavera ma visti i prezzi mi sa che per un po’ continuerò a bere i loro vini solo dopo la maggiore età.
2009 Nuits St.George 1er Cru Clos de La Marechale - Mugnier.
Questo invece canta che è un piacere, molto sul frutto scuro polposo e violette, volnayoso con la panza direi quasi, poi col tempo terra e un bellissimo animale/ematico, bocca media ma goduriosa, piaciuto.
2010 Auxey Duresses 1er Cru - Comte Armand
Naso splendido con prugna, amarena e fiori secchi, poi terra e grafite dolce, alloro, sensazione quasi bressaniana di spezie lasciate in infusione con ritorno netto di cardamomo, gran naso, tra il blu e l’indaco, se gli odori avessero un colore.
Bocca tutta sale e frutto, liscia come l’olio, bevuto senza ritegno, furiosamente, piaciuto da matti.
NV C&C Blanc de Blancs Extra Brut- Suenen
oro carico, naso che parte con tostature, lievi ossidazioni, mela golden e zenzero, bocca giovane da schifo, gran freschezza, sensazione di potenza compressa, buono diventerà una gran bella bestiolina, giovane produttore che finalmente è riuscito a riconvertire bio blablabla i gioielli di famiglia per far le cose come vuole lui e che mi sembra avere un bel modo di voler fare le cose, da approfondire.
2010 Coteaux Champenois Blanc Gourmand - Charles Dufour
Pinot bianco in purezza: naso che parte subito non sparato ma di più, a razzo proprio, con un burro fuso e nocciola krughiana, poi pirica e liquirizia, agrume amaro e una sensazione di tostatura quasi piccante, m’ha fatto pensare alla pelle del pollo bruciacchiata boh, un roba veramente notevole, a mezzo metro dal bicchiere arrivavano zaffate di potenza, schiaffi aromatici proprio, bon, da portare a qualche cieca e farsi due risate.
Bocca diciamo normale, nel senso che non è minimamente all’altezza del naso ma mica cattiva, limonosa pizzica bene, fresca ma centro bocca manca il peso del gran vino, si sente subito la differenza con un meursault qualunque giusto per non fare nomi.
Piaciuto da moririssimo, pagato poco più di trenta euro purtroppo sono riuscito a metterne da parte solo un’altra boccia, a quanto pare reperibilità da santo graal ergo smadonniamo che è meglio
2010 Nonna Concetta - Calabretta
Aperto e servito subito, senza troppi preamboli né tempo per pigliare un po’ d’aria, parte scuro, terroso, classiche note vulcaniche, lavagna, lievi fiori secchi, bocca ancora con tannini fittissimi e sempre sulla stessa solfa, scura e dura, un po’ troppo carente sul frutto per i miei gusti.
Vino buono ma credo che avrebbe meritato un’apertura anticipata di un bel po’ di ore, sembrava davvero troppo incazzoso.
2003 Chotes du Rhone - Chateau de Fonsalette
Classico da morire, apre con fragolona dolce, succosissima quasi sotto spirito, liquore di ciliegie con folate di incenso setoso non so insomma inutile che parto coi descrittori, naso rayasiano in tutto e per tutto, c’è a chi non piace perchè mano che omologa, non c’è il rispetto del terroir, il varietale la fava e la tauromachia, a me invece fa letteralmente impazzire, amen.
Molto cangiante, oltre ai soliti frutti e spezie varie erbe mediterranee e una mineralità quasi di pietra chiara, rugginosa in certi tratti.
Vino che non ha nulla che faccia pensare ad un’annata torrida, surmaturazione frutti cotti, nulla, ho passato la cena infilando continuamente il naso nel bicchiere e ridendo come un ebete.
E pure in bocca, frutto dolce e speziato che riempie e torna in retro, tannini ancora presenti ma da succhiare come lecca lecca proprio, vabbè boccia che m’è piaciuta tanto.