Messaggioda tenente Drogo » 02 ago 2025 09:56
Andrea Marcenaro si poteva risparmiare la chiusura sprezzante ma non ha torto nella sostanza
non può essere genocidio se pensiamo al 20% dei cittadini israeliani palestinesi
(questo naturalmente senza negare le violenze dei colori nei territori e i crimini a Gaza)
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I palestinesi che potrebbero vivere in Cisgiordania, ma hanno scelto Israele
nell’attesa imminente e immanente
di venire genocidiati sono un milione e mezzo. Il 20 per cento della popolazione. Costituiscono il gruppo minoritario più numeroso del paese.
Lo status di queste comunità è molto
variegato. Pur essendo formalmente
cittadini israeliani, vivono esperienze
di disparità molto significative in termini
di rappresentanza politica, accesso
alle risorse e riconoscimento culturale. Le disuguaglianze si manifestano
soprattutto nell’accesso alle opportunità economiche, agli investimenti infrastrutturali, all’allocazione dei territori statali per edilizia residenziale e ai servizi pubblici. Le aree arabe, pur rappresentate a ogni livello delle istituzioni di Gerusalemme, dal Parlamento, ai Tribunali, alla Corte Suprema, sono spesso isolate dai principali centri economici, occupano i livelli più bassi nella scala economica
nazionale e soffrono per la carenza di
trasporti pubblici. Questo è grave. Non
ha niente a che vedere con Gaza, né col
genocidio, il non capirlo è molto grave,
ma resta grave. Il fatto che uno scrittore
apprezzato come Grossman confonda
condizioni assimilabili a quelle degli
immigrati italiani in Usa, o in Svizzera,
ancora alla metà del Dopoguerra,
con i treni per Bergen Belsen, o la
Notte dei cristalli, o con l’Armenia, o
col Ruanda, ci induce a pensare che lo
scrittore, sarà per ispirarsi, ci dia dentro
un po’ troppo col Martini.