Nexus1990 ha scritto:Ieri una interessante bevuta in compagnia di amici, tema Chianti classico, ognuno portava una boccia:
Castell’in Villa 2017Un po’ segnato dal caldo dell’annata, in parte nella percezione di calore alcolico e nella maturità del frutto (nulla di eccessivo, comunque) ma sopratutto nei tannini, meno eleganti di quelli a cui la principessa ci ha abituati: ciò detto, tutto considerato è una bella riuscita, la parte aromatica è rinfrescata dal tocco balsamico, al sorso c’è aciditá e buon allungo salino. 16
Villa Pomona 2016Se volessi spiegare a qualcuno cos’è il Chianti Classico gli avrei servito questo vino: tipico che più tipico non si può, sanguigno e agrumato, frutto luminoso, sorso di bella energia sorretto da una spina acida da manuale del Chianti. 16,25
Alongi Vigna Barbischio 2016 L’asticella si alza decisamente con questo bellissimo Chianti di Gaiole che inizia con una forte riduzione ma con calma svela una natura floreale dolce irresistibile, una nota cosmetica quasi borgognona, poi i piccoli frutti rossi. Bocca golosa e avvolgente, di tessitura raffinata, con dei tannini sferici, spumosi, perfetti. 17
Monteraponi Baron Ugo 2016Naso di complessità irradiante che spazia dal floreale alle spezie dolci passando per erbe aromatiche, agrume candito ma cambia tanto nel calice e col tempo La spezia (o mélange ndr) si fa più scura e il vino si si dirige verso un profilo silvestre arrichendosi di ginepro e foglie di tè, una lieve ma distinta nota fumè. La bocca è una discreta esplosione di sapore, portata avanti dall’aciditá e dalla sapidità tipiche del territorio radesse, si sente perfino una nota di pompelmo rosa, se vogliamo manca proprio un filo di centro bocca per superare la soglia dell’eccellenza. Molto buono oggi, forse con 3-5 anni di ulteriore affinamento potrà guadagnare qualche punto ulteriore in termini di coesione tra le parti. 17,5
Montevertine 2014Che dire, versione tra le più trasparenti e delicate di questo bellissimo vino tanto discusso ultimamente sul forum, più in relazione al prezzo che alla qualità, direi indiscutibile. Il vino si presenta chiaro e trasparente, quasi rosa nel colore, tenue, sembra fragile ma che bel respiro che ha, la parte aromatica è cesellata, c’è l’arancia dolce ma pure il sangue e la terra e la liquirizia in bastone a dipingere le ombre del paesaggio. Perfetto oggi e per i prossimi 2/3 anni. 17,25
Castello di Ama Riserva 2006Bella sorpresa, un vino molto diverso da tutti gli altri nei suoi sentori boschivi, terrosi, di pepe nero e chiodi di garofano, ma anche cuoio e carne affumicata. Bocca che mostra grande equilibrio, precisa, che rivela una parte amara molto interessante di china ed erbe officinali 16,75
Castell’in Villa 2010E qui bisogna togliersi il cappello davanti alla Principessa (come l’etichetta giustamente prevede) che firma un vino di integrità imbarazzante, abbiamo servito tutti i vini alla cieca e i commensali pensavano che fosse un vino di 5 o 6 anni. Sulla falsariga del bel vino di Pomona (sangue, agrume, pulizia del frutto) ma elevato al quadrato, con il plus della finezza della trama tipica di questo vino ma che non c’era nella 2017. Ogni assaggio di questo vino mi conferma ciò che pensò da tempo, ovvero che questo vino è a tutti gli effetti il modello di riferimento per chiunque voglia fare un grande Chianti Classico. Archetipico. 17
Castello di Monsanto Il Poggio 2015Parte con una riduzione ragguardevole, si pulisce in un quarto d’ora e pur in quadro di estrema gioventù questo vino inizia a svelare ciò di cui sarà capace in futuro: un frutto scintillante, di perfetta concentrazione, la speziatura intensa che si fonde con la nota terrosa, complessità da grandissimo vino. Un tannino vagamente (

) asciugante suggerisce almeno 5 anni di attesa, ma per l’apice direi meglio 10, dopo i quali sarà grande, come sempre d’altronde. 17,25