Dedalus ha scritto:M. de Hades ha scritto:la storia del descrittore "ghiaccio" è una coglionata megagalattica e non c'è proprio altro da aggiungere. E questo senza nulla togliere a Pigi: chi di noi, parlando di vino, non ne ha mai sparata una? Basta prenderne serenamente atto ed è finita lì, c'è mica bisogno di andare a prendere assurde giustificazioni dalla fisica quantistica pur di non ammettere di averla sparata grossa.
Quindi anche Aramis quando usa il descrittore "ghiaccio" dice una coglionata megagalattica?
Soprattutto, a prescindere da Pigigres o Aramis, quello che non ho capito io è perché il descrittore "ghiaccio" sarebbe una sciocchezza.
I descrittori per essere utili devono:
a) essere riscontrabili nel vino, per identità chimica, per (ragionevole) analogia e/o per (ragionevole) approssimazione
b) essere di comune esperienza (l'odore di estratto di cistifellea del diavolo della Tasmania in calore filtrato con polvere rossa di Ayers Rock non è utile)
c) essere riferiti all'esperienza comune e non a quella personale (la crostata di frutti di bosco va bene, la crostata della nonna no)
Ora i punti b) e c) sono evidentemente soddisfatti. La cosa che scatena le reazioni è il punto a), il sentore di ghiaccio nel vino ce lo hanno sentito in pochi. Ma qualcuno sì.
Ora bisogna solo capire se sono questi pochi, Pigigres ed Aramis, ad esserseli inventati perché il sexyshop a quell'ora era chiuso, come dice con la solita finezza asburgica de Hades, oppure gli altri (me compreso) a non averci mai fatto attenzione.
Premetto che so di dare una sponda all'infinito e alla tua pervicacia.
Ma da quanto si evince in molti commenti, sono proprio i punti b e c a non essere soddisfatti.
Perchè secondo me si può anche ammettere il termine "ghiaccio" tra le suggestioni descrittive ma non tra i descrittori, vista la variabilità percettiva dei diversi olfatti. Se dici ciliegia, si potrà anche declinare nel dettaglio delle varietà come ha ben fatto megaMAX, ma il sentore base di
default è comune per esperienza.
Il ghiaccio invece non lo è, tanto è vero che proprio i tre che vengono chiamati a citazione, hanno usato questo termine con accezioni leggermente diverse tra loro, dalla neve al ghiacciaio, all'acqua fredda di montagna, al cubetto del freezer...
Ripeto, per me ogni termine è lecito se serve a descrivere o meglio trasferire una caratteristica di un vino, sia esso il ghiaccio o le puppe di Manuela Arcuri (perfette per dare la sensazione tattile di certi vinoni "vorrei ma non posso").
Lascerei perdere i vittimismi su accerchiamenti o quant'altro che mi sembrano fuori luogo e fantasiosi.
Eviterei anche di tirare in ballo Armando come se fosse la maestra.
Spesso anch'io uso termini non "istituzionali" e so che non si può pretendere che tutti condividano, accettino e percepiscano come comune un termine poco diffuso e generalmente "improprio" nel vino. Per farsi capire èsempre meglio argomentare che fissare un termine sintetico perentorio e questo vale per il ghiaccio come per i punteggi.
Mentre sostenere il concetto che il sentore "ghiaccio" sia netto e condivisibile universalmente, citando altre note come fossero sentenze e sfidare ad usmare i cubetti invece di fare magari una lieve ammenda sulla evidente (e comunque pregevole) personalizzazione descrittiva, allora sì che può rischiare di provocare poca simpatia e sfottimenti.