Messaggioda Baroloonline » 25 mag 2011 01:39
Stasera la mia vita ha incrociato un grande vino.
Reduce da 12 ore di lavoro in ufficio, condite di grane a non finire, torno a casa e mi trovo mia moglie distrutta sul divano, mia figlia (8 mesi) che piange ininterrottamente senza motivo comprensibile da 4 ore, mio figlio (4 anni) messo a rimbecillirsi per necessità davanti all'ennesimo cartone animato per deficienti.
Nell'altra stanza un mare di piatti sporchi nel lavandino, niente sulla tavola se non il solito caos di buste, di posta, di giacche buttate sul tavolo della cucina, di cibo neanche l'ombra; il cane affamato, il cellulare che squilla senza sosta...devo essere abbastanza uomo...devo riuscire a sopravvivere all'ennesima serata in cui ti domandi perche' hai deciso di avere figli, in cui ti chiedi come la tua vita sentimentale con tua moglie possa sopravvivere. Devo essere uomo, ma ho bisogno di qualcosa per tirarmi su di morale.
Allora scendo sotto in cantina, diretto verso lo scaffale dei top gun: dove non conduce la serenità familiare puo' condurre il Latour. Poi mi viene lo scrupolo economico, sono 3 mesi che nessuno dei miei debitori vuole pagarmi, e allora, di istinto e a malincuore, mi rivolgo verso lo scaffale di vini che comunque non riuscirei mai a vendere. Ecco tra i tanti, tantissimi, mi salta all'occhio questa bottiglia, dall'etichetta anonima, che tanto mi aveva colpito a Marzo ai Grandes Jourstra una miriade di assaggi e una miriade di caos. Un vino che all'epoca mi aveva scosso, facendomi spendere 70 euro per una bottiglia da riassaggiare con calma, a casa, senza la bolgia, senza i giapponesi che spintonavano con il bicchiere in mano e le gote rosse.
Ora con "calma" lo riassaggio, e tutto cambia, tutto si rasserena. Mia figlia non urla piu', o perlomeno non mi fora i timpani come prima, mia moglia la sento meno acida, capita pure che mio figlio, tra un disastro e l'altro, riesca a farmi uscire un sorriso.
Ma è nel bicchiere che stasera trovo cio' che mi lega alla passione per questo mondo, che sempre piu' raramente ti coglie con il passare del tempo, dopo i fittizzi 100 punti, o dopo i 1000 euro a bottiglia stappati. Quella sensazione di piacere, di distacco, piacevolmente insensibile, che ti conduce la dolcezza del naso: essenza di lamponi e di menta selvatica, femminilità, ma la femminilità senza trucco, pulita, fresca, mai provocante e mai eccessiva. Non stacco la punta del naso dall'orlo del bicchiere, trovo densità, il ricordo del sole di montagna in Agosto, radiante e sereno. In bocca è potenza e leggerezza, infinita lunghezza. Spolvera qualche angolo di cervello non piu' frequentato da tempo, e ti conferma che quando il pinot nero, quando Chambolle, decide di concedersi a te, allora la tua passione ne rimarrà sempre segnata, indelebilmente.
Che magnifica serata.
Living well is the best revenge