Messaggioda l'oste » 10 mag 2011 21:02
A prescindere anche totalmente da calciopoli e dalla gestione del rapporto con gli arbitri, Moggi è un uomo di circa 70 anni, legato ad un modo di fare "affari" che secondo me rappresenta il peggio di ogni proponibile italianità.
Sinceramente auspicare un suo ritorno alla Juventus saprebbe di minestra surgelata, riscaldata e fuori data.
Poco importa se sotto di lui agiscono o agivano validi talent scouts in giro per il mondo perchè poi, una volta che i giocatori vengono messi sotto contratto della GEA o chi per essa, il livello di etica sportiva inizia a languire fino a perdersi completamente in mezzo a trasferimenti gonfiati in euro, plusvalenze, promesse o opportunità di convocazioni in nazionale, aumenti sensibili di ingaggio (e percentuale del mediatore, altra figura antica da riformare).
Ora, è chiaro che (sempre calciopoli a parte) non è stato e non è Moggi l'unico ad agire con queste regole e stile, il sistema purtroppo è ben contaminato e non è Moggi l'untore originale.
Ma senza voler fare il nostaglico degli uomini che sceglievano gli uomini, non le figurine, penso che anche in un calcio moderno, quotato in borsa, servo fruente dei diritti tv, informatico e mediatico, ci sia la possibilità di costruire un modello di gestione delle società che guardi anche alla qualità dei valori sportivi, al gioco, al rispetto degli spettatori.
Esempi virtuosi, seppure migliorabili, ce ne sono in Inghilterra, Spagna, Francia, qualcosa in Germania e -con i limiti di un ristretto bacino di utenza- magari già anche qualche piccola realtà italiana (Udinese, Chievo...).
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.
Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini