andrea ha scritto:
Scusa Paolo, se il caso scatenante i tuoi commenti è, come dici altrove, il caso Colli di Lapio, mi spiace ma è tutta un'altra cosa. Qui nessuno ha preteso di scolpire nella roccia alcun'altra verità se non quella di aver goduto di una bottiglia di livello altissimo, per alcuni assoluto. Nient'altro. La sola cosa che alcuni hanno cercato di oggettivizzare e "assolutizzare" è che il Rossese può essere grande, che non va escluso dal novero a priori solo perché è periferico o perché lo dice Ziliani.
I critici e gli scettici hanno continuato a dire "vorrei berlo perché non ci credo" e non "vorrei berlo perché le vostre note mi affascinano o perché mi riporta alla mente altri Rossese". Nessuno, tranne Aldo, lo ha bevuto.
Il Fiano Colli di Lapio è stato superbevuto, tutti lo hanno bevuto, analizzato, ribevuto, riportato i lotti. Alcuni hanno criticato la scelta del GR, quindi anche un po' tua, di farlo vino dell'anno, ma nessuno, con eccezioni irrilevanti, ha espresso scetticismo sulla possibilità che il vino potesse essere buono o buonissimo, anzi le valutazioni sono state mediamente coerenti con i Tre bicchieri. Noti una leggera differenza? Io sì. Vino dell'anno? Nel contesto dei bianchi italiani (tristanzuolo anzichéno....) ci sta anche che un vino ottimo anche se non assoluto venga valutato il migliore dell'anno.
Qui si parla d'altro, si dice che questa bottiglia era assoluta e che ciò era anche abbastanza coerente con le possibilità del Rossese. Gli scettici vorrebbero verificare la prima cosa ma non credono alla seconda....
Ciao Andrea, non hai capito o più probabilmente non sono stato bravo io a farmi capire.
Non c'è nessun caso scatenante e ovviamente il discorso Colli di Lapio è completamente diverso, ho solo il brutto vizio di fare esempi "personali" perché non mi piace entrare nei discorsi giocando a fare il frocio col culo degli altri. E però voglio dirti che quella storia mi ha insegnato tanto: continuo a pensare che sia un vino dal buono al buonissimo ma devo prendere atto che per una serie di persone che ritengo appassionate e competenti non è così buono. E dal mio 93 e dei 57 di altri ne esce una storia nuova, si va avanti, si aggiunge un capitolo. Perfetto, in un autentica logica forum-amatori-appassionati.
Non credo di dover ribadire che non condivido chi si pone su un lato solo scettico e solo antagonista senza aver speso almeno una parte delle proprie energie e della propria curiosità per farsi una propria idea, diretta, per approfondire prima di dire sono d'accordo o no. Ma non è la prima volta che il discorso qui si inceppa quando il discorso di sposta sulle "potenzialità potenziali" di certi territori-vitigni-manici che non fanno universalmente parte del ristretto gruppo dei "grandi".
E' successo col nord Piemonte, è successo con l'aglianico e il Taurasi, è successo coi vinoni da rese bassissime, e in mille altre occasioni. E succederà ancora, ma non per forza è un'aberrazione se riusciamo a vivere tutto, viva dio, anche con il piacere di partecipare in diretta a qualcosa di dinamico.
Lo vedo solo io, però, dimmi, il riflesso quasi pavloviano che sposta subito il tutto su una logica di fazioni e di generalizzazioni?