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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Dudley » 12 gen 2011 17:35

M. de Hades ha scritto:
Pigigres ha scritto:Chissà se magari in futuro si potrà avere un Kunzli anche a Dolceacqua. O magari esiste già.



Sull' "altra" Riviera avevano Kurt Wachter e l'hanno un po' scoraggiato...


Interessante vedere come sono finiti alcuni di quelli che lo avevano "scoraggiato"........
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Pigigres » 12 gen 2011 17:38

M. de Hades ha scritto:
Pigigres ha scritto:Chissà se magari in futuro si potrà avere un Kunzli anche a Dolceacqua. O magari esiste già.



Sull' "altra" Riviera avevano Kurt Wachter e l'hanno un po' scoraggiato...


Ah, ma sarebbe Buranco! Uno dei tanti produttori che ho scoperto tramite Massobrio; ma non sono al corrente di questi nuovi sviluppi...che succedette?
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda M. de Hades » 12 gen 2011 17:40

Dudley ha scritto:
M. de Hades ha scritto:
Pigigres ha scritto:Chissà se magari in futuro si potrà avere un Kunzli anche a Dolceacqua. O magari esiste già.



Sull' "altra" Riviera avevano Kurt Wachter e l'hanno un po' scoraggiato...


Interessante vedere come sono finiti alcuni di quelli che lo avevano "scoraggiato"........



Dicci, dicci...
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Dudley » 12 gen 2011 17:42

M. de Hades ha scritto:
Dudley ha scritto:
M. de Hades ha scritto:
Pigigres ha scritto:Chissà se magari in futuro si potrà avere un Kunzli anche a Dolceacqua. O magari esiste già.



Sull' "altra" Riviera avevano Kurt Wachter e l'hanno un po' scoraggiato...


Interessante vedere come sono finiti alcuni di quelli che lo avevano "scoraggiato"........



Dicci, dicci...


Alle Cinque Terre c'è un interessante indagine in corso, in questo caso il vino non c'entra.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 12 gen 2011 17:43

Deruj ha scritto:
Dedalus ha scritto:Perrino è un garagista vero. Uno che ha la cantina nel garage, perché la cantina non ce l'ha. I suoi vini sono chiaramente instabili, ad un livello ben superiore rispetto allo standard medio corrente del vino di qualità. La cosa si percepiva chiaramente, come ho detto più volte parlando del colore del vino, anche in quella bottiglia di assoluta grandezza.
cqua

Beh, ora non esageriamo, la cantina la ha e non è un garage; solo che è un po' diversa da quelle che siamo abituati a visitare:

Immagine

Me la ricordo, pure i miei piedi ghiacciati se lo ricordano.
Dovesse mettere il controllo della temperatura sarebbe al contrario: con una stufa. :lol:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda M. de Hades » 12 gen 2011 17:45

Dudley ha scritto:Alle Cinque Terre c'è un interessante indagine in corso, in questo caso il vino non c'entra.



Ah, ti riferisci a quello...
Non mi sorprenderei più di tanto se il vino - ed il "caso" Wachter in particolare - pur non c'entrando principalmente o direttamente, ci rientrasse tangenzialmente....
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda gianluca1975 » 12 gen 2011 17:51

andrea ha scritto:
gianluca1975 ha scritto:Dal mio punto di vista sono veramente curioso di sentire questo vino a cui vorrò dedicare tutto il tempo necessario per una giusta valutazione (sempre che riesca a reperire la bottiglia visto che Bologna a livello enologico è il quarto mondo), non solo, voglio affiancargli anche una bottiglia di Rayas 1995, Soldera riserva 2001 e qualche altra cosuccia over 95 (nella mia scala). Questo non per sminuire il Rossese ma solo per valutare la sua reale qualità fianco a fianco a mostri sacri o riconosciuti tali almeno da parte mia. Quando avrò fatto questo posterò il mio pensiero a tal proposito, il Rossese è un vino che non conosco e che quindi non posso in alcun modo valutare sia nel bene che nel male.
Sarò felicissimo se il Rossese si dimostrerà all'altezza delle aspettative che mi avete ingenerato, anche se in tutta onestà sono dubbioso e curioso allo stesso tempo.


Dedalus ha scritto:Per esperienza, queste cose non funzionano.

O la cieca è assoluta, come è stato l'altro ieri, oppure i giudizi tornano ad essere non dico stravolti ma certamente "normalizzati".

La serata in cui ci sono i mammasantissima tirati fuori a bella posta ed il gioco è quello di fare il torello con il povero Rossese di turno a rincorrere la palla in mezzo, si concludono con un unico risultato: "sì, buon vino, ma quelli grandi sono un'altra cosa. 88-89, 90 punti proprio perché non mi va di infierire, e pedalare."

E anche il contrario, quando si critica una grandissima etichetta che alla cieca vera è inequivocamente mediocre, la cieca fatta apposta per verificare come stanno le cose si conclude con un unico abbiatrisultato: "sì, il 1989 era più buono, ma anche questo 1996 non è affatto male, e certamente fra 20 anni vedrai che sarà come il 1989, spiaccicato. 92 93 punti non gli si possono proprio togliere, in prospettiva almeno 94-95."

Per esperienza quando i degustatori sono di un certo tipo, le grandissime bottiglie rimangono grandissime bottiglie e le mediocri rimangono mediocri, cieca o non cieca non conta un bip. Comunque sia, appena la trovo, chiamo Fabrizio (Palma) e Marco (Vinogodi) e ci facciamo sta bevuta, così potremo dire la nostra sull’argomento. Tra parentesi, i due sopracitati, pur con esperienze diverse, sono per me e ripeto per me, tra i migliori degustatori che mi sia capitato di incontrare “professionisti” compresi, perché hanno talento da vendere e soprattutto nessun interesse di alcun tipo se non l’amore per il vino, da ultimo ma non per ultimo hanno bevuto cose che molti professionisti non berranno mai in dieci vite. Questo per dire che la loro scala di valori è centrata su livelli massimi nel senso che un loro 100/100 scaturisce dalla comparazione dei migliori vini del mondo degli ultimi 60 anni o forse anche qualcosa in più. Come dice Rossano i degustatori non sono tutti uguali, io non guardo quanto, per chi e dove scrivono ma semplicemente cosa scrivono soprattutto cosa bevono. Se anche questo non basta mi toccherà bendarli…
P.S. Non ce ne sarebbe bisogno ma visto il livello è meglio specificare anche l'ovvio: la maggior parte dei degustatori presenti alla cena da Rossano sono per me ottimi degustatori ed il discorso sopra fatto non ha alcun legame con loro teso a screditarli... Così non è... e non vuole minimamente esserlo!!!
andrea ha scritto: Ecco, se non ci fossero tutti queste orecchie da mercante in giro per il thread si sarebbero potuti evitare un sacco di sproloqui. E magari parlare di vino e non delle prossime agognate degustazioni di quel vino, così ve lo faccio vedere io!!!!!

Se tu leggessi anche quello che scrivono gli altri magari si potrebbe pure dialogare, ma usando un detto popolare (così come hai fatto tu), non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, sembra che tu abbia la coda di paglia…
... Se l'insegnamento dell'enologia deve cominciare dalla degustazione, l'insegnamento della degustazione deve contemplare necessariamente delle lezioni sulla costituzione del vino e sulla sua elaborazione. ...
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 12 gen 2011 17:55

gianluca1975 ha scritto:sembra che tu abbia la coda di paglia…

Si, ma ce l'ha davanti. :lol:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Dedalus » 12 gen 2011 17:59

andrea ha scritto:
gianluca1975 ha scritto:Dal mio punto di vista sono veramente curioso di sentire questo vino a cui vorrò dedicare tutto il tempo necessario per una giusta valutazione (sempre che riesca a reperire la bottiglia visto che Bologna a livello enologico è il quarto mondo), non solo, voglio affiancargli anche una bottiglia di Rayas 1995, Soldera riserva 2001 e qualche altra cosuccia over 95 (nella mia scala). Questo non per sminuire il Rossese ma solo per valutare la sua reale qualità fianco a fianco a mostri sacri o riconosciuti tali almeno da parte mia. Quando avrò fatto questo posterò il mio pensiero a tal proposito, il Rossese è un vino che non conosco e che quindi non posso in alcun modo valutare sia nel bene che nel male.
Sarò felicissimo se il Rossese si dimostrerà all'altezza delle aspettative che mi avete ingenerato, anche se in tutta onestà sono dubbioso e curioso allo stesso tempo.


Dedalus ha scritto:Per esperienza, queste cose non funzionano.

O la cieca è assoluta, come è stato l'altro ieri, oppure i giudizi tornano ad essere non dico stravolti ma certamente "normalizzati".

La serata in cui ci sono i mammasantissima tirati fuori a bella posta ed il gioco è quello di fare il torello con il povero Rossese di turno a rincorrere la palla in mezzo, si concludono con un unico risultato: "sì, buon vino, ma quelli grandi sono un'altra cosa. 88-89, 90 punti proprio perché non mi va di infierire, e pedalare."

E anche il contrario, quando si critica una grandissima etichetta che alla cieca vera è inequivocamente mediocre, la cieca fatta apposta per verificare come stanno le cose si conclude con un unico risultato: "sì, il 1989 era più buono, ma anche questo 1996 non è affatto male, e certamente fra 20 anni vedrai che sarà come il 1989, spiaccicato. 92 93 punti non gli si possono proprio togliere, in prospettiva almeno 94-95."


Da dire pure che gianluca è uno dei forumisti al di sopra di questo tipo di sospetto, ha dimostrato chiaramente di non avere reverenza verso le grandi etichette.

Altro problema invece è quello di costruirsi il modello specifico di un vino sconosciuto o quasi per vitigno e zona, per espressione, per fisionomia.

Voglio ricordare che solo sette-otto anni fa l'Osso San Grato, presentato parimenti come un grandissimo vino capace di stare a fianco ai maggiori di Langa e del mondo, veniva lavandinato da assaggiatori tutt'altro che inesperti, anzi proprio da degustatori particolarmente abituati a bere i grandi Borgogna e i grandi Bordeaux, i Vega Sicilia, i Monfortino e i Biondi-Santi.

Perché? Perché non era riconducibile ad alcun modello a) conosciuto b) già iscritto al club dei mammasantissima.
Essendo un Nebbiolo, ma non somigliando proprio per niente ad un Barolo, ovvero al Nebbiolo a) conosciuto b) già iscritto al club dei mammasantissima, era stato rigettato. Questa è pura e semplice ESTETICA, per chi non lo vuole capire.

Ma guarda un po', l'Osso San Grato è grandissimo proprio perché non somiglia per niente ad un Barolo: è infatti e deve essere un Gattinara.

Forse è passato sotto traccia, ma in questo thread ho scritto più volte che per focalizzare sul Rossese, per rendermi conto che lì c'è una grandezza potenziale non seconda al Pinot Noir come vitigno, non seconda al Rodano come terroir, tanto per fare due esempi che intessono delle affinità con questo vino, per costruirmi cioè il modello proprio del Rossese di Dolceacqua, ci ho messo un po'.

E quando finalmente l'ho fatto, davanti al Pian del Vescovo (non Luvaira, grazie Aldo) 1988 di Biamonti, ho avuto una non piccola resistenza a concedergli l'ingresso oltre il cordone rosso bordato d'oro del privé dei 95 punti.

E c'era già stata prima l'epifania privata del Bricco Arcagna 1996.

Ed erano già sette o otto anni che consideravo la tipologia come degna della massima attenzione e considerazione.

Poi è arrivato questo Arcagna 2004 Testalonga, e finalmente mi è stato chiaro, finalmente mi è chiaro.

Ma non è stato affatto facile.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda gianluca1975 » 12 gen 2011 18:14

Dedalus ha scritto:
gianluca1975 ha scritto:Ultima cosa, non prendiamoci in giro con la scusa della bottiglia miracolata, se il Rossese 2004 di Perrino è un vino assoluto è certo che non ne esiste una sola bottiglia assoluta e le altre disgraziate, potrà capitare la bottiglia sfortunata per millanta motivi ma state pur certi che la maggior parte delle bottiglie saranno assolute se quel vino è assoluto.


La variabilità di bottiglia è una questione oggettiva con ben precise cause di lavorazione. Non è qualcosa di effimero, metafisico, imperscrutabile, che colpisce casualmente questo o quel vino, in proporzioni anch'esse casuali.

La variabilità di bottiglia è figlia dell'instabilità chimico-fisica del vino. Più il vino è instabile, più si riduce il numero di bottiglie che rimangono vicine al 100% della qualità potenziale messa in bottiglia in principio.

E' una questione di vitigno e uvaggi, prima di tutto. Ci sono vini che sono stabili come rocce, per antonomasia i Bordeaux, e altri vini che sono per loro natura varietale bizzosi e discontinui, anche nelle mani più sicure, come il Sangiovese ad esempio. Poi, fattore decisivo, ci sono i produttori più e meno artigianali, e su questo credo che vi sia casistica assai ampia.

Se la variabilità di brick del vino pastorizzato è pari a zero, la variabilità di bottiglia è un tema che quasi non si pone per chessò, Antinori o Feudi di San Gregorio, evidentemente in maniera diversa. Per altri produttori come Mauro Mascarello e Valentini, ancora in maniera diversa, è forse il tema principale. E stiamo parlando di due fra i più storici, importanti, riconosciuti, celebrati, votati e costosi produttori italiani, che lavorano in denominazioni grandi, stabili, antiche, fortissime.

Perrino è un garagista vero. Uno che ha la cantina nel garage, perché la cantina non ce l'ha. I suoi vini sono chiaramente instabili, ad un livello ben superiore rispetto allo standard medio corrente del vino di qualità. La cosa si percepiva chiaramente, come ho detto più volte parlando del colore del vino, anche in quella bottiglia di assoluta grandezza.

Avessimo avuto una sensazione diversa, non avremmo detto un cazzo a nessuno e ci saremmo messi in caccia spasmodica di queste benedette bottiglie di Testalonga 2004. E magari non avremmo fatto neanche male, chissà.

Qui quello che è stato detto molto chiaramente, sin dal principio, sono state tre cose:

1) abbiamo assaggiato un vino grandissimo
secondo il nostro collettivo ma sempre personale giudizio, cosa che vale per qualsiasi vino e qualsiasi gruppo d'assaggio

2) abbiamo avuto la sensazione che si trattasse, per i motivi detti, di una grande bottiglia più che di un grande vino

3) quella bottiglia non è tuttavia caso isolato
rappresenta a mio avviso l'espressione veritiera del potenziale del Rossese di Dolceacqua

Non credo sia proprio così, i miracoli al massimo posso concederteli con vini stranieri provenienti da Lourdes o Medjugorje o Fatima... :D
Pur con tutta la tolleranza di variabilità di bottiglia non è credibile e neanche vero che su una produzione di X bottiglie se ne possa trovare solo una miracolata over 95 e tutte le altre under 90. Se quel vino è grandissimo al punto da paragonarlo ai migliori vini del pianeta frutto delle migliori annate allora vuol dire che deve esserlo, potrò trovare bottiglie sfortunate (anche qui bisogna distinguere tra bottiglie con evidenti o accennati problemi da quelle che si trovano in fase di chiusura), ma prima o poi la bottiglia buona ci deve essere, altrimenti finiamo nel campo del paranormale...
Hai perfettamente ragione sul fatto che non ho conoscenza approfondita del Rossese ma mi sembra che anche la maggior parte dei tuoi commensali che hanno trovato quella bottiglia strepitosa non ce l'abbia, quindi dovrei riuscire tranquillamente anchio a valutarla per quella che è, magari e sicuramente in maniera meno ragionata di te...
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Deruj » 12 gen 2011 18:16

Dedalus ha scritto:E quando finalmente l'ho fatto, davanti al Pian del Vescovo (non Luvaira, grazie Aldo) 1988 di Biamonti, ho avuto una non piccola resistenza a concedergli l'ingresso oltre il cordone rosso bordato d'oro del privé dei 95 punti.

E c'era già stata prima l'epifania privata del Bricco Arcagna 1996.

Ed erano già sette o otto anni che consideravo la tipologia come degna della massima attenzione e considerazione.

Poi è arrivato questo Arcagna 2004 Testalonga, e finalmente mi è stato chiaro, finalmente mi è chiaro.

Ma non è stato affatto facile.

Fin che ci sono, se ancora ci sono, andatevi a far aprire le bottiglie degli anni sessanta/settante, così capite un'altro paio di cosette.

una ve la dico io:
la variabilità era la stessa
:lol:
Jadis, si je me souviens bien, ma vie était un festin où s’ouvraient tous les cœurs, où tous les vins coulaient.Un soir, j’ai assis la Beauté sur mes genoux. — Et je l’ai trouvée amère. — Et je l’ai injuriée...
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda andrea » 12 gen 2011 18:49

gianluca1975 ha scritto:
andrea ha scritto: Ecco, se non ci fossero tutti queste orecchie da mercante in giro per il thread si sarebbero potuti evitare un sacco di sproloqui. E magari parlare di vino e non delle prossime agognate degustazioni di quel vino, così ve lo faccio vedere io!!!!!

Se tu leggessi anche quello che scrivono gli altri magari si potrebbe pure dialogare, ma usando un detto popolare (così come hai fatto tu), non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, sembra che tu abbia la coda di paglia…

Ti sei sentito tirato in ballo? Strano visto che tu non hai praticamente partecipato alla discussione. Non credo che tu abbia fatto orecchie da mercante, ergo non hai sproloquiato - in effetti lo hanno fatto in pochissimi, era giusto per il paradosso.
Ritengo comunque che le "disfide" siano tristi e destinate a deludere comunque. Il vino è godimento, non confronto. Questo è il senso del "così ve lo faccio vedere io". Che poi non sei mica l'unico nel thread ad avere "minacciato" la degustazione fine di mondo :mrgreen: :mrgreen:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda andrea » 12 gen 2011 18:51

Deruj ha scritto:
Dedalus ha scritto:E quando finalmente l'ho fatto, davanti al Pian del Vescovo (non Luvaira, grazie Aldo) 1988 di Biamonti, ho avuto una non piccola resistenza a concedergli l'ingresso oltre il cordone rosso bordato d'oro del privé dei 95 punti.

E c'era già stata prima l'epifania privata del Bricco Arcagna 1996.

Ed erano già sette o otto anni che consideravo la tipologia come degna della massima attenzione e considerazione.

Poi è arrivato questo Arcagna 2004 Testalonga, e finalmente mi è stato chiaro, finalmente mi è chiaro.

Ma non è stato affatto facile.

Fin che ci sono, se ancora ci sono, andatevi a far aprire le bottiglie degli anni sessanta/settante, così capite un'altro paio di cosette.

una ve la dico io:
la variabilità era la stessa
:lol:

Sei libero il 20 prossimo? :mrgreen:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Palma » 12 gen 2011 18:53

gianluca1975 ha scritto:Per esperienza quando i degustatori sono di un certo tipo, le grandissime bottiglie rimangono grandissime bottiglie e le mediocri rimangono mediocri, cieca o non cieca non conta un bip. Comunque sia, appena la trovo, chiamo Fabrizio (Palma) e Marco (Vinogodi) e ci facciamo sta bevuta, così potremo dire la nostra sull’argomento. Tra parentesi, i due sopracitati, pur con esperienze diverse, sono per me e ripeto per me, tra i migliori degustatori che mi sia capitato di incontrare “professionisti” compresi, perché hanno talento da vendere e soprattutto nessun interesse di alcun tipo se non l’amore per il vino, da ultimo ma non per ultimo hanno bevuto cose che molti professionisti non berranno mai in dieci vite. Questo per dire che la loro scala di valori è centrata su livelli massimi nel senso che un loro 100/100 scaturisce dalla comparazione dei migliori vini del mondo degli ultimi 60 anni o forse anche qualcosa in più. Come dice Rossano i degustatori non sono tutti uguali, io non guardo quanto, per chi e dove scrivono ma semplicemente cosa scrivono soprattutto cosa bevono. Se anche questo non basta mi toccherà bendarli…


Gianluca,
a scrivere certe cose per la parte a me riferita rischi di perdere seriamente di credibilità :D
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda gianluca1975 » 12 gen 2011 19:00

Palma ha scritto:Gianluca,
a scrivere certe cose per la parte a me riferita rischi di perdere seriamente di credibilità :D

Chiunque ha avuto la fortuna di bere con te sa di cosa parlo ed oggettivamente non può far altro che darmi ragione, in giro ci sono pochi palati fini come il tuo uniti ad un'impressionante esperienza dovuta ad un amore incondizionato per il vino. My personal opinion... :wink:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda andrea » 12 gen 2011 19:07

Dedalus ha scritto:E c'era già stata prima l'epifania privata del Bricco Arcagna 1996.

gran bel vino, e bella degustazione "casareccia" da Luca :wink: 8)
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Palma » 12 gen 2011 19:08

gianluca1975 ha scritto:
Palma ha scritto:Gianluca,
a scrivere certe cose per la parte a me riferita rischi di perdere seriamente di credibilità :D

Chiunque ha avuto la fortuna di bere con te sa di cosa parlo ed oggettivamente non può far altro che darmi ragione, in giro ci sono pochi palati fini come il tuo uniti ad un'impressionante esperienza dovuta ad un amore incondizionato per il vino. My personal opinion... :wink:


Se dici che ho anche un fisico particolarmente asciutto mi preoccupo... :D
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 12 gen 2011 19:10

Palma ha scritto:
gianluca1975 ha scritto:
Palma ha scritto:Gianluca,
a scrivere certe cose per la parte a me riferita rischi di perdere seriamente di credibilità :D

Chiunque ha avuto la fortuna di bere con te sa di cosa parlo ed oggettivamente non può far altro che darmi ragione, in giro ci sono pochi palati fini come il tuo uniti ad un'impressionante esperienza dovuta ad un amore incondizionato per il vino. My personal opinion... :wink:


Se dici che ho anche un fisico particolarmente asciutto mi preoccupo... :D

Stavo per scriverlo io. Immagine
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda gianluca1975 » 12 gen 2011 19:11

Palma ha scritto:
gianluca1975 ha scritto:
Palma ha scritto:Gianluca,
a scrivere certe cose per la parte a me riferita rischi di perdere seriamente di credibilità :D

Chiunque ha avuto la fortuna di bere con te sa di cosa parlo ed oggettivamente non può far altro che darmi ragione, in giro ci sono pochi palati fini come il tuo uniti ad un'impressionante esperienza dovuta ad un amore incondizionato per il vino. My personal opinion... :wink:


Se dici che ho anche un fisico particolarmente asciutto mi preoccupo... :D

Qui mi fermo e lascio la parola agli enogay, diciamo che mi ricordo la trataruga... rovesciata però... :D
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Dedalus » 12 gen 2011 19:17

gianluca1975 ha scritto:Non credo sia proprio così, i miracoli al massimo posso concederteli con vini stranieri provenienti da Lourdes o Medjugorje o Fatima... :D
Pur con tutta la tolleranza di variabilità di bottiglia non è credibile e neanche vero che su una produzione di X bottiglie se ne possa trovare solo una miracolata over 95 e tutte le altre under 90. Se quel vino è grandissimo al punto da paragonarlo ai migliori vini del pianeta frutto delle migliori annate allora vuol dire che deve esserlo, potrò trovare bottiglie sfortunate (anche qui bisogna distinguere tra bottiglie con evidenti o accennati problemi da quelle che si trovano in fase di chiusura), ma prima o poi la bottiglia buona ci deve essere, altrimenti finiamo nel campo del paranormale...

Prima o poi, certamente. Ma con l'aumentare della variabilità di bottiglia, le probabilità si fanno sempre più sfavorevoli, e l'esito su una prova secca come quella che hai appena descritto sempre più a rischio.

A me stesso è successo più di una volta di aprire bottiglie di Rossese da cui mi aspettavo molto, e di trovarci dentro assai meno, assai poco.

C'è un fenomeno assai importante, che credo sia poco considerato nel mondo del vino, lo ha toccato Armando apertamente e lo ripropongo.

Il grandissimo vino di terroir (il che per me è quasi la stessa cosa che dire "il grandissimo vino" e basta) è figlio di pratiche minimamente intrusive. Non è un caso che i vini più sono buoni e più sono bizzosi, imprevedibili, croce e delizia. Bisogna correre sul filo del rasoio, rischiare continuamente di lasciare andare l'uva acerba, muffita, grandinata, surmaturata, il vino in aceto, brett, riduzione, ossidazione, sovraestrazione, rifermentazione e mille altre brutte cose, per riuscire a portare il pieno potenziale del proprio vigneto dentro la propria uva, il pieno potenziale della propria uva dentro il proprio vino.

L'unico distretto che è stato capace di superare (o scavalcare?) questa antinomia è Bordeaux, forse anche perché ha saputo imporre -commercialmente- i propri standard tecnici come un assoluto culturale, e farne una cosa sola con il proprio terroir. Fatto sta che per il resto dei vini del mondo va come dice Armando: più il vino è grande, meno si deve sentire l'impronta della tecnica.

In che cosa si traduce questo imperativo? Nel rischio di lasciare il vino chimico-fisicamente più instabile.

I produttori davvero consapevoli di questo stato di cose, che corrono costantemente sul filo del rasoio tecnico con l'intenzione di fare il vino il più puramente territoriale che si possa, questi sono pochissimi. Questi sono quelli che più spesso negli anni riescono a portare in bottiglia grandissimi vini di terroir, e ad avere insieme una variabilità di bottiglia ragionevolmente contenuta. Di norma però non nulla, non trascurabile. Questi diventano i mammasantissima dell'enologia mondiale. Giacomo Conterno e Bruno Giacosa, Lalou Bize Leroy e de Villaine, Rayas e Chave, Biondi-Santi e Soldera... Difficile che ce ne siano più di un pugno per ogni grande distretto.

L'altra categoria di produttori che riescono a portare in bottiglia vini altrettanto territoriali, anzi ancor più puramente territoriali, sono gli arcaici, gli inconsapevoli, quelli che si regolano istintivamente ed empiricamente sui ritmi della loro vigna, della loro cantina, delle loro tradizioni locali, e cercano semplicemente di fare il vino buono. Senza sapere nemmeno bene come debba essere, che cosa sia esattamente il confine fra la componente varietale e quella territoriale, fra la parte della natura e quella della tecnica. Fanno il vino, il loro vino. Questi produttori nel correre inconsapevolmente sul filo del rasoio tecnico è più facile che ne usino troppo poca, di tecnica, anziché troppo tanta, e che i loro vini risultino quindi progressivamente chimico-fisicamente più instabili.

E' esattamente questo il presupposto metodologico e razionalmente comprensibile per cui è proprio da queste cantine che escono vini dall'alta-altissima variabilità di bottiglia, di cui molte bottiglie sono nel bicchiere vini sinceri ma limitati, spogliati dalle mille insidie biochimiche dei vini "naturali", ma le poche bottiglie che si salvano - ecco: sono fra le più grandi cose che ti possa capitare di mettere sotto il naso in una vita intera di passionate matta e disperatissima.

Il punto centrale qual è?

Che non esiste grandissimo vino, nemmeno di questo tipo arcaico ed inconsapevole, che non sia fatto con un vitigno di grande talento, coltivato in un territorio di grande vocazione. Il grandissimo vino può nascere inconsapevolmente, ma non nasce mai per caso, non nasce mai in un posto qualunque.

E' di questa grandezza che le bottiglie come quella di cui si parla sono testimoni e prove viventi: della grandezza assoluta del Rossese di Dolceacqua.

Non altrettanto della grandezza del Vigneti d'Arcagna 2004 di Testalonga, in quanto vino. Lo dice paradossalmente la stessa assoluta grandezza della bottiglia dell'altra sera, nella sua precisa connotazione tecnica, diretta risultante di quella storica e culturale.

Fosse diversamente, Antonio Perrino sarebbe ricco e famoso come Giacomo Conterno o Franco Biondi-Santi. E lo potrebbe pure essere, non fosse che Dolceacqua non ha avuto la fortuna né di Barolo né di Montalcino.

La fortuna di un distretto produttivo non è il risultato del solo talento del vitigno autoctono e della sola vocazione del territorio. E' questo il punto.
Ultima modifica di Dedalus il 12 gen 2011 19:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 12 gen 2011 19:30

Mi è capitata una cosa divertente che riguarda anche il Rossese di Perrino.
Lo prendo sempre perchè è il miglior vino che hanno in un noto ristorante (più o meno :lol: ) del centro di Chiavari.
Sono noti anche per la gentilezza e disponibilità tipicamente ligure :shock: :shock: :shock: chiedere a Taste per questo. :lol:

Due o tre anni fa mi arriva una bottiglia palesemente tappata che mi viene cambiata senza problemi, alla fine del pranzo vado a pagare.
Quello che c'era alla cassa era con lo sguardo fisso (quindi da un'ora) sulla bottiglia, io gli ho detto: "eh vabbè, capita".
Risposta: "Belin, sono anni che dico che ci devono mettere i tappi di plastica sui vini che io così ci rimetto". :lol:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda marwine » 12 gen 2011 19:37

pippuz ha scritto:Mi è capitata una cosa divertente che riguarda anche il Rossese di Perrino.
Lo prendo sempre perchè è il miglior vino che hanno in un noto ristorante (più o meno :lol: ) del centro di Chiavari.
Sono noti anche per la gentilezza e disponibilità tipicamente ligure :shock: :shock: :shock: chiedere a Taste per questo. :lol:


Torta di riso avanzata poca,eh ? :D

pippuz ha scritto:Due o tre anni fa mi arriva una bottiglia palesemente tappata che mi viene cambiata senza problemi, alla fine del pranzo vado a pagare.
Quello che c'era alla cassa era con lo sguardo fisso (quindi da un'ora) sulla bottiglia, io gli ho detto: "eh vabbè, capita".
Risposta: "Belin, sono anni che dico che ci devono mettere i tappi di plastica sui vini che io così ci rimetto". :lol:


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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Pigigres » 12 gen 2011 19:45

Anch'io sono convinto che i picchi di qualità non possono essere frutto di un caso. Anzi, sono proprio loro il segno che indica una potenzialità inespressa del territorio.

Da un acquario puoi fare una zuppa di pesce. Ma da una zuppa di pesce non puoi fare un acquario.

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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda gremul » 12 gen 2011 19:53

ragazzi una curiosità giusto per inquadrare un po' di più questo ormai famoso vino (mi pare forse di averlo anche bevuto da Aldo a Genova lo scorso anno, forse non l'annata in questione, ma la mia memoria dimostra ben più anni delle mie quasi ahimè quaranta primavere), ad un enogay terminale fiuggista come me sarebbe piaciuto o l'avrei trovato troppo su note scure/calde o troppo alcoolico in bocca o troppo poco acido ?

ad esempio tanto per dire a me Rayas non fa (più, una volta si) così impazzire, pur comprendendo sia un vino eccezionale
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 12 gen 2011 19:59

marwine ha scritto:
pippuz ha scritto:Mi è capitata una cosa divertente che riguarda anche il Rossese di Perrino.
Lo prendo sempre perchè è il miglior vino che hanno in un noto ristorante (più o meno :lol: ) del centro di Chiavari.
Sono noti anche per la gentilezza e disponibilità tipicamente ligure :shock: :shock: :shock: chiedere a Taste per questo. :lol:


Torta di riso avanzata poca,eh ? :D

pippuz ha scritto:Due o tre anni fa mi arriva una bottiglia palesemente tappata che mi viene cambiata senza problemi, alla fine del pranzo vado a pagare.
Quello che c'era alla cassa era con lo sguardo fisso (quindi da un'ora) sulla bottiglia, io gli ho detto: "eh vabbè, capita".
Risposta: "Belin, sono anni che dico che ci devono mettere i tappi di plastica sui vini che io così ci rimetto". :lol:


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Però si mangia davvero bene e tutti ci tornano.
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