l'oste ha scritto:Infatti, la differenza sta tra potenziale qualitativo con exploit una tantum e costanza ed omogeneità produttiva di qualità nelle annate e nella macrozona.
Quotissimo .
l'oste ha scritto:Infatti, la differenza sta tra potenziale qualitativo con exploit una tantum e costanza ed omogeneità produttiva di qualità nelle annate e nella macrozona.
birrachiara ha scritto:Pigigres ha scritto:birrachiara ha scritto:... anche a luciano vignadelmar , del quale apprezzo sempre l'onestà intellettuale ...
Questa si che è da firma, complimenti!
Che un bimbo faccia dell'ironia..poi..
Aramis ha scritto:vinogodi ha scritto:Pigigres ha scritto:Aramis ha scritto:L'autore del testo sono io, e mi dispice se non si capisce quel che intendevo, all'epoca, dire.
E' un pezzo estemporaneo del non ho avuto il coraggio di chiedere la pubblicazione, e la sua - diciamo così - poca comunicatività mi persuade che ho fatto bene.
Penso di aver compreso cosa vuoi dire e lo trovo molto bello e sopratutto vero. .
Gelosone
vinogodi ha scritto:Aramis ha scritto:vinogodi ha scritto:Pigigres ha scritto:Aramis ha scritto:L'autore del testo sono io, e mi dispice se non si capisce quel che intendevo, all'epoca, dire.
E' un pezzo estemporaneo del non ho avuto il coraggio di chiedere la pubblicazione, e la sua - diciamo così - poca comunicatività mi persuade che ho fatto bene.
Penso di aver compreso cosa vuoi dire e lo trovo molto bello e sopratutto vero. .
Gelosone
... è che sto scoprendo che Pigi un pò leccaculo lo è davvero , come lo era un tempo Gremul , ma che oggi è decisamente migliorato...
Pigigres ha scritto:vinogodi ha scritto:... è che sto scoprendo che Pigi un pò leccaculo lo è davvero , come lo era un tempo Gremul , ma che oggi è decisamente migliorato...
Forse è il caso di dire che stai scherzando.
birrachiara ha scritto:Pigigres ha scritto:birrachiara ha scritto:... anche a luciano vignadelmar , del quale apprezzo sempre l'onestà intellettuale ...
Questa si che è da firma, complimenti!
Che un bimbo faccia dell'ironia..poi..
Alberto ha scritto:Pigigres ha scritto:vinogodi ha scritto:... è che sto scoprendo che Pigi un pò leccaculo lo è davvero , come lo era un tempo Gremul , ma che oggi è decisamente migliorato...
Forse è il caso di dire che stai scherzando.
Mi sto trattenendo a stento dal fare una battuta(ccia), forse è meglio per evitare terze, quarte e quinte guerre mondiali...![]()
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Pigigres ha scritto:Forse è il caso di dire che stai scherzando.
Dedalus ha scritto:Valtellina Superiore DOCG Sassella 2006 - Rainoldi
Adocchiato alla degustazione milanese dei Tre Bicchieri con pochi raffronti diretti disponibili, lo butto in una batteria di ferro dalla quale esce assai bene. Frutto rosso acceso, maturo ma nitido, appena incline ad una parvenza di surmaturazione, vi si sfila all'ultimo istante per aprire all'asciutta mineralità, alla scarna trasparenza che può essere solo del Nebbiolo di granito: Valtellina o Carema. Bocca dritta, salata e nervosa, altera e appagante insieme, percorsa da una lieve nervatura tannica di rinforzo, ben integrata nel disegno complessivo. Un passaggio sulla colla/crystalball dopo due giorni a bottiglia aperta, dopo quattro è di nuovo puro, assai assai buono. 90/00
Barolo DOCG Riserva Vigna Rionda 2004 - Luigi Oddero & Figli
Interpretazione classica ed austera, in una fase intermedia della sua maturazione, cade anche a metà della divisione fra i due rami della grande famiglia Oddero. Torna la Vigna Rionda fatta di potenza, larghezza e tetragona resistenza al tempo, di frutti più cupi che chiari, di radici nere e di argilla bagnata. La viola è uno dei fili conduttori più costanti, anche se appena sottotraccia. Si muove lento e solenne, ha parole semplici. Nell'alternarsi di fuochi artificiali della serata rimane un poco in disparte, ma vi si torna sempre volentieri, specie per berne un altro goccio. 91/100
Gattinara DOCG Vigneto Osso San Grato 1999 - Antoniolo
Dormono le cime dei monti e le gole,
i picchi e i dirupi,
e le famiglie di animali, quanti nutre la nera terra,
e le fiere abitatrici dei monti e la stirpe delle api
e i mostri negli abissi del mare purpureo;
dormono le schiere degli uccelli dalle larghe ali.
Questo vino è il solito mostro. Non so perché gli altri lo abbiano trovato deludente o parlino di fase involutiva, o di bottiglia sbagliata. Forse è l'effetto del confonto con molti vini dal frutto acceso ed accessibile, giovanile, "facile", come i nasi di Rizzi e Rainoldi. C'è da rifletterci. E' certamente più chiuso di come è stato piuttosto a lungo, fino ad un paio d'anni fa, non offre quelle acutissime sventagliate aromatiche che oggi sono del 2006, sta covando certamente l'attacco alla distensione nella prima maturità, che a occhio non arriverà prima di un lustro, ma ha tutto quello che ha sempre avuto, a partire da una bocca letteralmente mostruosa. Quattro giorni dopo è ancor sostanzialmente nello stesso identico stadio espressivo, la bocca sola si è fatta un poco più succosa e dolce. Sentito fianco a fianco al buonissimo San Francesco, conferma di avere quel qualcosa in più di complessità, distribuito soprattutto nei raccordi fra erbe officinali, radici e minerale, quel qualcosa in più di lunghezza e ampiezza/dettaglio di disegno al palato che ne fanno il fuoriclasse di sempre. 95/100
manichi ha scritto:l'oste ha scritto:Infatti, la differenza sta tra potenziale qualitativo con exploit una tantum e costanza ed omogeneità produttiva di qualità nelle annate e nella macrozona.
Quotissimo .
Dedalus ha scritto:Il Rossese, no. Non ancora.
vinogodi ha scritto:Dedalus ha scritto:Il Rossese, no. Non ancora.
... mi viene il dubbio : n'è mica che pompi tanto il Rossese pro domo tua perchè così ti fa indiretta pubblicità vero?
PS: ... Rossano ... Rossese ... OK , OK , è troppo scema ...
JohnnyTheFly ha scritto:Cos'è l'onestà intellettuale nel 2011?
Dedalus ha scritto:JohnnyTheFly ha scritto:Cos'è l'onestà intellettuale nel 2011?
Per chi è intellettualmente onesto, la stessa cosa che era nel 1102, e che sarà nel 2110.
Per gli altri, una cosa come tante altre, da stiracchiare come più conviene a seconda dei temporali e delle more, sai come si dice, no...
manichi ha scritto:l'oste ha scritto:Infatti, la differenza sta tra potenziale qualitativo con exploit una tantum e costanza ed omogeneità produttiva di qualità nelle annate e nella macrozona.
Quotissimo .
andrea ha scritto:manichi ha scritto:l'oste ha scritto:Infatti, la differenza sta tra potenziale qualitativo con exploit una tantum e costanza ed omogeneità produttiva di qualità nelle annate e nella macrozona.
Quotissimo .
E voi nel bicchiere c'avete la macrozona? Differenza perché? A che scopo? Per scegliere il vino da comprare? Allora sono d'accordo, Latour offre maggiori garanzie rispetto a Testalonga. Ma le sensazioni non fanno alcuna differenza, un grande vino è un grande vino, o meglio, una grande bottiglia di vino è una grande bottiglia di vino. Punto.
de magistris ha scritto:Magari ci ritorneremo più avanti, in un altro thread
de magistris ha scritto:Ok, mi rendo conto di aver cannato probabilmente tempi e modi per provare un discorso più generale. E capisco che se posto un intervento così, Andrea e Francesco hanno le loro giuste ragioni per "risentirsi" e per collegare il tutto ad una relazione di causa-effetto. Non è così.
Però proprio ad Andrea e Francesco consiglio di rileggersi un secondo (io l'ho letto più volte il thread di scrivere) e capire che si sono trovati in questa discussione nella posizione né più né meno di tanti altri amatori, professionisti, chiamateli come volete, a cui viene contestato un premio, un punteggio, una scala di valori. E infatti tutto è nato da un punteggio e dalla voglia di difenderne il valore ampio e fondato (per non dire oggettivo) che non dovrebbe essere la questione vitale per un vero amatore. Come se la questione potesse essere risolta una volta e per tutte a tavolino, sulla base di considerazioni altre che col vino e con le argomentazioni c'entrano poco, a mio avviso.
Avete avuto un'esperienza per molti versi destabilizzante, lo avete condiviso, io stesso ho detto che nella mia memoria c'è una grande emozione legata al rossese, benissimo. Che importanza ha se qualcuno manifesta scetticismo, in maniera più o meno simpatica? Ha importanza nel momento in cui la vera questione diventa la propria credibilità di assaggiatori e narratori. E in questo senso, questo sto cercando di dire, non reagite in maniera diversa da me che mi incazzo e mi sbatto perché a un certo punto, magari a ragione, lo sport nazionale diventa scrivere che il Fiano di Colli di Lapio fa schifo, figuriamoci bianco dell'anno... Mi sono spiegato stavolta?
Magari ci ritorneremo più avanti, in un altro thread con meno coinvolgimento "diretto" e personale. Devo però prima dire grazie a Rossano di essere andato oltre un facile rizelamento rispetto al mio intervento e di aver cercato anche questa volta un confronto ampio.
de magistris ha scritto:Devo però prima dire grazie a Rossano di essere andato oltre un facile rizelamento rispetto al mio intervento e di aver cercato anche questa volta un confronto ampio.
andrea ha scritto:manichi ha scritto:l'oste ha scritto:Infatti, la differenza sta tra potenziale qualitativo con exploit una tantum e costanza ed omogeneità produttiva di qualità nelle annate e nella macrozona.
Quotissimo .
E voi nel bicchiere c'avete la macrozona? Differenza perché? A che scopo? Per scegliere il vino da comprare? Allora sono d'accordo, Latour offre maggiori garanzie rispetto a Testalonga. Ma le sensazioni non fanno alcuna differenza, un grande vino è un grande vino, o meglio, una grande bottiglia di vino è una grande bottiglia di vino. Punto.
Dedalus ha scritto: Prima di andare a nanna, però, un bicchiere di Falanghina, quella di Felicia, ci sta ancora.
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