Nebbiolata 1971

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Dedalus
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 01:20

Wineduck ha scritto:Insomma, in sintesi, un cumulo di ipotesi, qualche indizio..... ma nessuna prova! 8)
Forse sarebbe l'ora di seppellirla questa tediosa questione.

Propongo un testo (similparlamentare) su cui trovare una convergenza:
Gaja è senza ombra di dubbio il più grande produttore di Langa degli ultimi 40 anni, sia in termini di successi commerciali che di gradimento "bi-partisan" dei suoi vini che hanno (ad oggi) almeno 20 anni di invecchiamento.
Su questa affermazione, se non siamo un branco di litigiosi uomini delle tribù, dovremmo essere tutti d'accordo. Riusciamo, per una volta, ad essere tutti d'accordo almeno su questo?
Per eventuali modifiche di questo testo comune ne riparliamo almeno fra 10-15 anni, ok?


Ma pensa un po' se adesso per discutere di variazioni stilistiche sui vini di un produttore attraverso i decenni bisogna avere argomenti scientifici da commissione universitaria (de Hades), o addirittura prove provate da tribunale, finendo in trionfo con mozioni unitarie di dichiarata natura politica, se non addirittura partitica (Wineduck).

E io, ingenuo, che pensavo che si trattasse di vino nel bicchiere... :lol: :lol: :lol:

Ragà, pare che i vini di Gaja diano alla testa, ben oltre quanto è in potere del loro grado alcolico!
Via, un po' di senso della misura non guasta. Io ritornerei a quanto ha scritto de magistris:

de magistris ha scritto:Andrea, voglio rivelarti un segreto ma non dirlo a nessuno: di Gaja ci sono grandi riuscite e altre più normali. Inoltre a qualcuno piace moltissimo e ad altri meno. Shhhhh 8)

:idea:
Ultima modifica di Dedalus il 22 set 2010 07:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda paolo7505 » 22 set 2010 01:31

Rossano io traendo spunto dalla bevuta di un Sorì San Lorenzo 89 e ripeto 89, ho detto e confermo che sono fortemente convinto che i vini di Gaja abbiamno bisogno di molto tempo per esprimersi al meglio! L'unico che ha parlato di annata 2006 e di annate recenti in generale, sei stato tu, nello stesso post in cui dicevi che non ha alcun senso pensare come ho pensato io, perchè anche se l'etichetta è uguale il vino può ESSERE FATTO IN MANIERA DIVERSA.
Io non ho mai parlato di annate recenti, ne ho mai detto che ci si debba aspettare alcunche dalle annate recenti! Per me tu puoi essere totalmente in grado di interpretare le ultime annate anche dopo il semplice assaggio delle bottiglie appena uscite in commercio, io non sono in grado di farlo e quindi non mi lancio in nessuna previsione, mi fa solo molto specie che tu dica che non ha senso il mio modo di pensare, quando poi argomenti che le ultime uscite di Gaja evolveranno in maniera diversa da quelle di fine anni 80, perchè quelle di fine anni 80 quando sono uscite tu non le hai bevute, ma sai che erano diverse da quelle di adesso. Se poi è assurdo il mio modo di pensare.........
Tu puoi criticare "secondo quanto ritieni opportuno dire", e ci mancherebbe altro però dal mio punto di vista va criticato il pensiero e non il pensante! Dare del fazioso, non dico del talebano perchè questo ormai sul forum si dice quasi come un complimento, o dire che non ha senso il ragionamento che uno ha appena fatto, oltretutto quando tu l'hai male interpretato, perchè ripeto io ad annate recenti non ho mai fatto menzione, per me va un po' oltre a quella che dovrebbe essere una critica enologica
Quindici contro quindici, e una palla ovale. Non c'è bisogno d'altro, neanche dell'arbitro.

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 01:33

Wineduck ha scritto:Propongo un testo (similparlamentare) su cui trovare una convergenza:
Gaja è senza ombra di dubbio il più grande produttore di Langa degli ultimi 40 anni, sia in termini di successi commerciali che di gradimento "bi-partisan" dei suoi vini che hanno (ad oggi) almeno 20 anni di invecchiamento.
Su questa affermazione, se non siamo un branco di litigiosi uomini delle tribù, dovremmo essere tutti d'accordo. Riusciamo, per una volta, ad essere tutti d'accordo almeno su questo?
Per eventuali modifiche di questo testo comune ne riparliamo almeno fra 10-15 anni, ok?


Volendo invece prendere scherzosamente sul serio questo passaggio, considerare Gaja dal punto di vista da te proposto mi pare limitativo. Sia perché non vedo perché bisognerebbe limitare l'analisi ai vini vecchi almeno 20 anni, come se non ne avesse fatti di inequivocamente buoni anche dopo, ed escludere inoltre quelli più vecchi di 40, come se non avesse prodotto niente di valido anche prima. Sia soprattutto perché, se vogliamo prendere in considerazione, come tu sempre fai, anche gli aspetti imprenditoriali e commerciali, allora Gaja è passibile di essere votato anche il numero uno al mondo, perché no.

Il che non mi impedisce di non considerarlo il primo nemmeno nella sua stessa denominazione nativa, se invece si parla della sola ed umile qualità dei vini nel bicchiere, valutata solamente ed umilmente secondo la mia personale opinione, come è ovvio.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 01:48

paolo7505 ha scritto:Rossano io traendo spunto dalla bevuta di un Sorì San Lorenzo 89 e ripeto 89, ho detto e confermo che sono fortemente convinto che i vini di Gaja abbiamno bisogno di molto tempo per esprimersi al meglio! L'unico che ha parlato di annata 2006 e di annate recenti in generale, sei stato tu, nello stesso post in cui dicevi che non ha alcun senso pensare come ho pensato io, perchè anche se l'etichetta è uguale il vino può ESSERE FATTO IN MANIERA DIVERSA.
Io non ho mai parlato di annate recenti, ne ho mai detto che ci si debba aspettare alcunche dalle annate recenti! Per me tu puoi essere totalmente in grado di interpretare le ultime annate anche dopo il semplice assaggio delle bottiglie appena uscite in commercio, io non sono in grado di farlo e quindi non mi lancio in nessuna previsione, mi fa solo molto specie che tu dica che non ha senso il mio modo di pensare, quando poi argomenti che le ultime uscite di Gaja evolveranno in maniera diversa da quelle di fine anni 80, perchè quelle di fine anni 80 quando sono uscite tu non le hai bevute, ma sai che erano diverse da quelle di adesso. Se poi è assurdo il mio modo di pensare.........
Tu puoi criticare "secondo quanto ritieni opportuno dire", e ci mancherebbe altro però dal mio punto di vista va criticato il pensiero e non il pensante! Dare del fazioso, non dico del talebano perchè questo ormai sul forum si dice quasi come un complimento, o dire che non ha senso il ragionamento che uno ha appena fatto, oltretutto quando tu l'hai male interpretato, perchè ripeto io ad annate recenti non ho mai fatto menzione, per me va un po' oltre a quella che dovrebbe essere una critica enologica


Ma qui non facciamo alcuna critica enologica, via, non esageriamo.

Qui si scambiano idee fra appassionati, cercando ovviamente di non dire troppe cazzate, ma se si deve fare della critica enologica ci si mette a fare cose diverse.

Se tu non ti riferivi alle annate recenti, bene, chiarito l'equivoco di cui mi scuso.

Continuo invece ad affermare che se mai Roberto Conterno mi presentasse un giorno un Barolo invecchiato in cigarillos, anche senza dirmelo, io non mi sentirei in dovere di aspettare vent'anni per vedere se invecchia come il Monfortino 1988 oppure no. Lo stesso si può dire, con la dovuta prudenza e con le dovute proporzioni, anche di vini che conoscono variazioni stilistiche di minore entità. Altrimenti che ci berremmo a fare tante bottiglie destinate al lungo invecchiamento e certamente incapaci di offrire la loro piena espressione, se non per sapere come sono venute, com'è l'annata ma anche e soprattutto se è cambiato qualcosa nella cantina del produttore di nostra affezione.

Guarda che io questo l'ho fatto anche con Giacosa, quando ancora Bruno stava benissimo, sul Rabajà Riserva 2001 ad esempio. Quel vino aveva un tenore di legno assolutamente mai sentito su altri vini di Giacosa, Etichette Rosse o meno. Invece di pensare: "boh, magari fra vent'anni sarà come il Santo Stefano 1989", chiesi a Bruno se per caso il vino non avesse fatto legni diversi dal solito, magari una botte grande ma nuova nuova, e lui anziché rispondermi "ma lei li ha assaggiati all'uscita, i vini degli anni 80, per poter dire che questo è diverso?", mi disse sornione: "ma sa che al mercato mica gli dispiace..."

Se si fa un minimo di esperienza di assaggio sui vini in lavorazione, se ci si fa un'idea di come e da cosa nasca la qualità che poi ci si ritrova nel bicchiere e nella bottiglia lungamente cullata nella propria cantina, la mistica dell'evoluzione come tunnel buio in cui non si può dire che cosa possa accadere nell'invecchiamento si dissolve e viene soppiantata dallo stesso approccio che si ha davanti al bicchiere. Quello che c'è, c'è. Può cambiare forma ma non sostanza.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 22 set 2010 07:56

Dedalus ha scritto:
Continuo invece ad affermare che se mai Roberto Conterno mi presentasse un giorno un Barolo invecchiato in cigarillos, anche senza dirmelo, io non mi sentirei in dovere di aspettare vent'anni per vedere se invecchia come il Monfortino 1988 oppure no. Lo stesso si può dire, con la dovuta prudenza e con le dovute proporzioni, anche di vini che conoscono variazioni stilistiche di minore entità. Altrimenti che ci berremmo a fare tante bottiglie destinate al lungo invecchiamento e certamente incapaci di offrire la loro piena espressione, se non per sapere come sono venute, com'è l'annata ma anche e soprattutto se è cambiato qualcosa nella cantina del produttore di nostra affezione.



Credo che il punto fondamentale sia questa frase qua sopra.
Dunque non occorre tornare indietro nel tempo per poter esprimere un giudizio coerente. Quello che il vino sarà lo è già da ora, se uno è capace di guardare i punti giusti. Infatti, a parte qualcuno che proprio non riesce ad ammettere l'evidenza del bicchiere perché o non la riconosce proprio, oppure evidentemente fazioso, tutti gli altri sono concordi nell'affermare che: i vini oggi sono leggermente diversi (e quindi diversi) rispetto a prima, più morbidi e garbati, più colorati e più strutturati.
come anche dice vinogodi:

vinogodi ha scritto:Nel corso degli ultimi decenni non penso ci sia stata una grande rivoluzione , se non nel garbare un pelino maggiormente il mercato oltreoceano , quindi qualche leggera morbidezza in più , qualche strizzatina d'occhio più compromissuale alla cromaticità e alla struttura


pur riconoscendone la bontà, come d'altra parte diceva anche Rossano.

vinogodi ha scritto:Ma santiddio , chi conosce il suo vino penso davvero non possa non apprezzarlo , anche nelle annate più discutibili e i suoi Sorì , tutti , rimangono ogni anno pietre miliari , per chi ha la fortuna di berle


Dedalus ha scritto:E si badi che non sto dicendo che i vini sono diventati meno buoni.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 22 set 2010 08:06

Va bene che lunedì sera vi avevo dato mano libera dato che martedì, ieri, causa chiusura infrasettimanale, sarei stato lontano dal forum, però così tante, ripetute, biliose, irritate, irritanti, citazioni da parte di Dedalus non pensavo di meritarmele.
.
Ma andiamo con ordine:
dopo Vinogodi, fra quelli che scrivono abitualmente sul forum, forse sono quello che ha bevuto più Sorì, Sperss e Barbaresco di Gaja, negli ultimi dieci/dodici anni. Dovrei fare un conto preciso ma sono sicuro di averne bevute oltre un centinaio di bottiglie. Forse ho cartucce in canna per poterne parlare e per esprimerne giudizi, senza venir biliosamente additato come fazioso da chiccessia. Ne ho ancora e continuo a comprarne.
.
Comunque la montagna ha partorito il topolino ed anni ed anni di discussioni forumistiche hanno avuto il loro epilogo quando ieri abbiamo saputo che tutto il cambiamento dello stile di Gaja, all'incirca attorno al 1995, è dovuto forse ad un parziale cambiamento nell'utilizzo dei legni......e ci voleva tanto ?????
.
Per non parlare poi del fatto che mi sembra straniante far finta che su questo forum, da parte di alcuni autoproclamati giovani intenditori di vino, si sia ripetutamente accusato Gaja di tagliare i suoi nebbiolo non con la barbera, come dichiarato in etichetta, ma con altri vitigni internazionali. Quindi nessun teorema, caro Rossano, solo e semplicemente cose scritte qui, sul forum.
.
Secondo me Gaja è il più grande produttore italiano di sempre. Non di langa, non degli ultimi trent'anni, venti, cinque, di sempre e d'Italia. Comunque anche facente parte di una ristrettissima cerchia di Produttori Top del mondo.
.
I suoi vini, al contrario di quanto afferma qualcuno, secondo me, hanno una coerenza stilistica rigorosissima. Coerenza rigorosissima e pluridecennale.Non vedo cambiamenti tali da poter notare un cambiamento di rotta deciso. Semmai, come tutti i bravi Produttori, un uso variabile dei legni, delle tecniche di cantina e tutto quant'altro necessario sia utilizzabile per far emergere il vitigno, il marchio del Produttore a seconda dell'annata che si sta vinificando in quel momento. Sarebbe criminale quel Produttore che non provasse ad interpretare l'annata che ha di fronte e si limitasse a riperpretare le sue tecniche per decenni, senza cambiamenti.
.
Altro argomento importante, secondo me, che porta ad una variabilità tecnica è il prorompente cambiamento climatico. Forse, dico forse, per far fronte a questo "problema" che si è acutizzato negli ultimi anni, ognuno ha deciso di cambiare qualcosa nel protocollo di produzione dei propri vini.
.
Ciao
Ultima modifica di vignadelmar il 22 set 2010 08:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 22 set 2010 08:09

vignadelmar ha scritto:si sia ripetutamente accusato Gaja di tagliare i suoi nebbiolo non con la barbera, come dichiarato in etichetta, ma con altri vitigni internazionali.


Nessuno sul forum ha detto questo (perlomeno in questo thread)
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 08:14

Grazie a Pigigres per aver sottolineato le coordinate obiettive della mia posizione.

Quello su cui mi sono dilungato, usando toni più decisi ed anche polemici, non riguarda la qualità dei vini di Gaja, a cui si può dedicare altro capitolo, bensì la logica di valutazione della qualità attuale attraverso la previsione dell'evoluzione del vino, e la previsione dell'evoluzione dei vini appena usciti sulla base delle vecchie annate, anziché sulle loro caratteristiche degustative nel bicchiere.

Insomma, ho approcciato la discussione con il normale spirito critico e metodico che si usa normalmente con tutti i vini di tutti i produttori.

Il che quando si parla di Gaja per qualcuno può rappresentare un problema, pare.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 22 set 2010 08:17

Pigigres ha scritto:
vignadelmar ha scritto:si sia ripetutamente accusato Gaja di tagliare i suoi nebbiolo non con la barbera, come dichiarato in etichetta, ma con altri vitigni internazionali.


Nessuno sul forum ha detto questo (perlomeno in questo thread)


Infatti, non in questi giorni. Ma ti posso tranquillizzare che ripetutamente, negli anni passati, sia stato fatto.

Ciao

.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 08:47

vignadelmar ha scritto:dopo Vinogodi, fra quelli che scrivono abitualmente sul forum, forse sono quello che ha bevuto più Sorì, Sperss e Barbaresco di Gaja, negli ultimi dieci/dodici anni. Dovrei fare un conto preciso ma sono sicuro di averne bevute oltre un centinaio di bottiglie. Forse ho cartucce in canna per poterne parlare e per esprimerne giudizi, senza venir biliosamente additato come fazioso da chiccessia. Ne ho ancora e continuo a comprarne.

Nessuno ti toglie il palmares di bevute, né la contabilità della tua cantina. Se sei certamente accreditato per parlare dei vini di Gaja a ragion veduta, questo non significa però che le tue valutazioni sulla sua statura rispetto agli altri grandi produttori siano automaticamente altrettanto solide, per due ordini di motivi. Il primo è che tu stesso ti dichiari, anche in questo stesso thread, un ultras di Gaja e non un moderato ragionatore dei suoi vini. Il secondo è che tu stesso hai ammesso che fino a quando non ti ho portato in cantina ad assaggiare etichette bianche e rosse assortite, lo stesso giorno che siamo stati da Gaja, tu di Giacosa, termine di paragone imprescindibile parlando di un produttore che ha fatto storia con i vini di Barbaresco, non avevi mai messo sotto il naso un solo goccio di vino.

vignadelmar ha scritto:Comunque la montagna ha partorito il topolino ed anni ed anni di discussioni forumistiche hanno avuto il loro epilogo quando ieri abbiamo saputo che tutto il cambiamento dello stile di Gaja, all'incirca attorno al 1995, è dovuto ad un parziale cambiamento nell'utilizzo dei legni......e ci voleva tanto ?????

Veramente sei tu che vedi in ogni alito di critica una montagna, ed ogni volta che uno osa dire una parola men che encomiastica ti senti in dover di partire con le solite crociate. Peraltro, se da un punto di vista tecnico le variazioni non sono certo epocali e Gaja non è certo diventato un turbomodernista, è altrettanto vero che parlando di qualità sommitale il discriminante si gioca sulle sottigliezze, ed anche variazioni misurate di stile possono essere motivo di differenze di apprezzamento anche marcate. Del resto, se pretendiamo di parlare del più grande produttore e dei più grandi vini d'Italia, nonché fra i più grandi del mondo, spaccare il capello in quattro non è solo legittimo, ma persino doveroso.

Se invece parli di coerenza pluridecennale ed intendi allargare come hai fatto in un post recente il confronto fino alla 1964, che tu stesso ricordi essere la prima annata di Angelo, allora su questo intervallo la variazione è ben più grande di quella che corre fra i vini degli anni '80 e quelli degli anni '00, con i '90 a fare da cerniera. Su quell'arco, Gaja è passato dall'essere un produttore di esemplare tradizione ad un produttore chiaramente moderno, seppur eccellente fra gli eccellenti, e tirare in ballo quei vini in confronto a quelli di oggi è del tutto fuori luogo. Del resto, esattamente in questa rivoluzione sta la grandezza di Gaja. In quest'ottica, a meno che non ci si limiti a confrontare i Nebbiolo di Barbaresco di Gaja con sé stessi, come hai fatto tu fino ad un paio d'anni fa per mancanza di termini di paragone e come continui a fare qui per scelta, per chi ad esempio ha preferenze stilistiche che già si orientano verso la tradizione, anche i pur misurati recenti spostamenti verso un maggiore peso del legno (che è legno, e non vitigno) possono essere rilevanti.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 22 set 2010 08:53

Dedalus ha scritto: A meno che non ci si limiti a confrontare i Nebbiolo di Barbaresco di Gaja con sé stessi, come hai fatto tu fino ad un paio d'anni fa per mancanza di termini di paragone e come continui a fare qui per scelta, per chi ad esempio ha preferenze stilistiche che già si orientano verso la tradizione, anche i pur misurati recenti spostamenti verso un maggiore peso del legno (che è legno, e non vitigno) possono essere rilevanti.


Quindi dal non aver bevuto fino ad un paio di anni addietro, cosa vera, i vini di Giacosa, siam passati a dire che io non avevo mai bevuto nessun altro nebbiolo all'infuori di quelli di Gaja. Affermare che io non avessi termini di paragone mi sembra una forzatura del ragionamento piuttosto evidente. Non avevo termini di paragone con Giacosa. Non con altri nebbioli. Comunque lacuna ampiamente colmata...quella di Giacosa.

Ciao

.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 08:59

vignadelmar ha scritto:
Dedalus ha scritto: A meno che non ci si limiti a confrontare i Nebbiolo di Barbaresco di Gaja con sé stessi, come hai fatto tu fino ad un paio d'anni fa per mancanza di termini di paragone e come continui a fare qui per scelta, per chi ad esempio ha preferenze stilistiche che già si orientano verso la tradizione, anche i pur misurati recenti spostamenti verso un maggiore peso del legno (che è legno, e non vitigno) possono essere rilevanti.


Quindi dal non aver bevuto fino ad un paio di anni addietro, cosa vera, i vini di Giacosa, siam passati a dire che io non avevo mai bevuto nessun altro nebbiolo all'infuori di quelli di Gaja. Affermare che io non avessi termini di paragone mi sembra una forzatura del ragionamento piuttosto evidente. Non avevo termini di paragone con Giacosa. Non con altri nebbioli. Comunque lacuna ampiamente colmata...quella di Giacosa.

Ciao

.

Mi ero dimenticato di quanto inevitabile sia la tua tendenza a mettere in bocca agli altri cose che loro non hanno mai detto.

Io ho scritto che fino a due anni fa ti mancavano i termini di paragone per valutare "i Nebbiolo di Barbaresco di Gaja", ed ho specificato intenzionalmente quanto ora sottolineo. Non avere assaggiato i vini di Giacosa quando si parla di un produttore di Barbaresco significa non avere termini di paragone per quanto riguarda la qualità di vertice di cui tu parli. Lo stesso si deve dire di Gaja, ovviamente.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 22 set 2010 09:04

Dedalus ha scritto:
vignadelmar ha scritto:
Dedalus ha scritto: A meno che non ci si limiti a confrontare i Nebbiolo di Barbaresco di Gaja con sé stessi, come hai fatto tu fino ad un paio d'anni fa per mancanza di termini di paragone e come continui a fare qui per scelta, per chi ad esempio ha preferenze stilistiche che già si orientano verso la tradizione, anche i pur misurati recenti spostamenti verso un maggiore peso del legno (che è legno, e non vitigno) possono essere rilevanti.


Quindi dal non aver bevuto fino ad un paio di anni addietro, cosa vera, i vini di Giacosa, siam passati a dire che io non avevo mai bevuto nessun altro nebbiolo all'infuori di quelli di Gaja. Affermare che io non avessi termini di paragone mi sembra una forzatura del ragionamento piuttosto evidente. Non avevo termini di paragone con Giacosa. Non con altri nebbioli. Comunque lacuna ampiamente colmata...quella di Giacosa.

Ciao

.

Mi ero dimenticato di quanto inevitabile sia la tua tendenza a mettere in bocca agli altri cose che loro non hanno mai detto.

Io ho scritto che fino a due anni fa ti mancavano i termini di paragone per valutare "i Nebbiolo di Barbaresco di Gaja", ed ho specificato intenzionalmente quanto ora sottolineo. Non avere assaggiato i vini di Giacosa quando si parla di un produttore di Barbaresco significa non avere termini di paragone per quanto riguarda la qualità di vertice di cui tu parli. Lo stesso si deve dire di Gaja, ovviamente.


Rossano, non avevo termini di paragone con Giacosa ma non con la totalità dei nebbioli come tu hai scritto sopra. Che poi fosse una mancanza importante sono d'accordo ma NON vuol dire che non potessi ora come allora, paragonarlo con altri da altri prodotti. Se quello che scrivi ha un senso. Se poi continui a dire che distorco i concetti iniziamo a litigare per davvero, Ok ???

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 09:10

Se ti piace tanto, fai pure... :D

L'ho detto perché lo penso e lo ripeto.

Se uno pretende di giudicare un produttore di Barbaresco come il più grande di tutti e non ha mai assaggiato Giacosa, gli mancano i termini di paragone, punto.

Parlando di tutta la Langa la cosa si attenua di grado, ma essendo comunque Giacosa sicuramente uno dei due o tre migliori produttori pure in campo allargato, e per più d'uno il numero uno assoluto, i termini di paragone sono quanto meno incompleti.

Che io abbia mai detto che tu non hai esperienza su Nebbiolo diversi da quelli di Gaja è invece una tua distorsione.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 22 set 2010 09:13

Comunque adesso la lacuna l'ho ampiamente colmata, certo mai come altri, ma un'idea me la son fatta. Posso parlare dunque dei nebbioli di barbaresco ? Oppure devo sottopormi a qualche altro esamino ? Oppure devo iscrivermi ad un corso serale ?

No sai, te lo chiedo, perchè non vorrei essere indegno.

Ciao

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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda M. de Hades » 22 set 2010 09:16

Dedalus ha scritto:Questo è il teorema vignadelmar: sono biliosi/invidiosi di Gaja, e da quando hanno il pretesto di accusarlo di essere il diavolo tentatore dell'identità dei grandi vini di Langa, cioé dal 1995, gli danno addosso come forsennati.

Tu dovresti volare un po' più alto, e magari già che ci sei non ipotizzarmi così basso strisciante da essere plausibile di un simile sospetto.



No, questo non è nè un teorema nè di vignadelmar: è semplicemente una mia sensazione.
E non si riferisce solo a Gaja. Insomma, mi pare che appena un produttore si sposti un filo dalla linea della Tradizione con la "T" maiuscola, sia che lo faccia con i vitigni, sia che cambi qualcosa nelle tecniche, ecco che subito un certo zoccolo duro (e non solo nel forum) immediatamente comincia a criticarne i vini, trovandovi difetti evidenti, spiacevolezze varie e assortite oppure, laddove trovare difetti non è proprio possibile, pena perdere credibilità, dichiarando come i suoi vini, pur sempre buoni e ottimi, abbiano perso quel quid che li rendeva eccellenti.
Dal momento che conosco la tua obiettività, mi premeva che tu esplicitassi chiaramente a cosa fossero dovuti tecnicamente i cambiamenti che hai avvertito nella linea stilistica di Gaja. Nessuna richiesta di tesi universitarie, quindi (avendone scritta e discussa una, so che può essere molto pesante e palloso sia lo scriverla sia il leggerla), ma solo una velata richiesta di "volare più alto" della massa "talebana" (tranquillo: mi sono già dato due mazzate sui cocones da solo per aver usato questo aggettivo...)
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Palma
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Palma » 22 set 2010 09:45

Mi dispiace veramente per il "bollettino" del Piemonte.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda pippuz » 22 set 2010 10:16

Palma ha scritto:Mi dispiace veramente per il "bollettino" del Piemonte.

Capita. :lol:

Comunque riassumendo: dopo il 1995 sono cambiati sia i vini di Gaja che quelli di Giacosa ... cosa è successo ?
Meteorite ? Congiunzione astrale ? Peste nera ?
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda paolo7505 » 22 set 2010 10:24

Palma ha scritto:Mi dispiace veramente per il "bollettino" del Piemonte.


Anche a me veramente, e visto che mio malgrado sono rsponsabile anch'io, chiedo scusa a Francesco e invito gentilmente chi voglia continuare la discussione a trasferirsi in un altro 3ad, magari creato apposta, io da parte mia come già detto mi fermo qui, tanto non si capisce che nel bicchiere tu ci puoi sentire, a torto o a ragione, qualsiasi cosa, ma se come in questo caso si parla di annate nuove, non ha senso paragonarle, nel bene o nel male, con annate vecchie che NON SONO STATE BEVUTE alla loro uscita!
\
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda M. de Hades » 22 set 2010 10:45

Vabbè, ma cosa c'è da scusarsi?
Mi sembra che, rispetto a ben altri trascorsi, questa discussione si sia mantenuta su toni civili e costruttivi.
Ho capito che è un thread dedicato al bollettino delle bevute "piemontesi", però che male c'è se dalle note di degustazione salta fuori qualche discussione collaterale anche più o meno rognosa? Ripeto, se gli spunti ci sono, se le tematiche ne valgono la pena, se si rimane sul terreno civile e costruttivo, che male c'è?
L'importante è riuscire a fermarsi prima che tutto vada irrimediabilmente in vacca e, mi pare, almeno per una volta ci siamo riusciti.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Nebbiolino » 22 set 2010 11:12

Dedalus ha scritto: ma essendo comunque Giacosa sicuramente uno dei due o tre migliori produttori


Finchè dura, temo.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda vignadelmar » 22 set 2010 11:40

Nebbiolino ha scritto:
Dedalus ha scritto: ma essendo comunque Giacosa sicuramente uno dei due o tre migliori produttori


Finchè dura, temo.


Certo che Giacosa è uno dei migliori, però anche lui, secondo me, non è un mostro in fatto di continuità.

Perchè se da un lato si diche che Gaja ha cambiato e pur nell'altissima costante qualità, qualche piccola variazione c'è stata, bisogna pur dire che le performance di Giacosa negli anni sono state abbastanza altalenanti. O sbaglio ?
Ha cambiato enologi, anche recentemente. E su quest'ultimo aspetto, sull addio di Dante Scaglione e su chi ne ha preso il posto anche qui sul forum, in passato né son state scritte parecchie. E, a meno che pensassimo ad enologi come teste di legno, meri esecutori degli ordini giacosiani, qualcosa con il loro avvicendamento sarà anche cambiato, o sbaglio ?
Senza voler parlare della annata 2006 che lui non ha voluto imbottigliare mentre gli altri, TUTTI gli altri lo hanno fatto. Questi TUTTI poi sono stati anche concordi nel giudicare l'annata 2006 come minimamente buona.
.
Questo per dire che forse ben altri mostri sacri sono attaccabili in quanto a variabilità........non solo Gaja che è legato al medesimo enologo da qualche decennio.
.
Detto questo, secondo me, questo problema della variabilità o della variazione minima dei protocolli non è uno scandalo, anzi. Secondo me un bravo Produttore DEVE adattare le proprie pratiche all'annata e all'uva che ha portato a casa. Sarebbe un folle a non farlo. Come è liberissimo, visto che son cose sue, soldi suoi, di portare o meno a compimento un'annata. Non per questo il suo valore ne esce minimamente sminuito. Così come può cambiare enologo anche mille volte.
.
Infine, sui vini recenti di Gaja, mi preme dire che per quello che ho trovato nel bicchiere non parlerei assolutamente di una diminuzione qualitativa, anzi. Trovo un filo rosso continuo che lega questa produzione a quella di parecchi decenni addietro. Certo, avendoli bevuti poche volte non posso spingermi a parlare compiutamente fino all'annata '64. Poi, i vini di Gaja vanno aspettati. Per carità, la enorme qualità si vede subito, ci mancherebbe. Ma il tempo, secondo me, lascia emergere quella continuità che per altri degustatori non c'è o se presente lo è con lievi cambiamenti.
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Ciao
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Pigigres » 22 set 2010 11:44

vignadelmar ha scritto:
Nebbiolino ha scritto:
Dedalus ha scritto: ma essendo comunque Giacosa sicuramente uno dei due o tre migliori produttori


Finchè dura, temo.


Certo che Giacosa è uno dei migliori, però anche lui, secondo me, non è un mostro in fatto di continuità.

Perchè se da un lato si diche che Gaja ha cambiato e pur nell'altissima costante qualità, qualche piccola variazione c'è stata, bisogna pur dire che le performance di Giacosa negli anni sono state abbastanza altalenanti. O sbaglio ?
Ha cambiato enologi, anche recentemente. E su quest'ultimo aspetto, sull addio di Dante Scaglione e su chi ne ha preso il posto anche qui sul forum, in passato né son state scritte parecchie. E, a meno che pensassimo ad enologi come teste di legno, meri esecutori degli ordini giacosiani, qualcosa con il loro avvicendamento sarà anche cambiato, o sbaglio ?
Senza voler parlare della annata 2006 che lui non ha voluto imbottigliare mentre gli altri, TUTTI gli altri lo hanno fatto. Questi TUTTI poi sono stati anche concordi nel giudicare l'annata 2006 come minimamente buona.
.
Questo per dire che forse ben altri mostri sacri sono attaccabili in quanto a variabilità........non solo Gaja che è legato al medesimo enologo da qualche decennio.


E su questo sono assolutamente d'accordo.
Personalmente non ritengo di per se' la variabilita' di stile negativa, ma e' il come si varia a lasciarmi perplesso. Anche le ultime uscite di Giacosa sono diversissime da quelle degli anni '90, e, per il mio gusto personale, mi piacciono meno.
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda Dedalus » 22 set 2010 11:52

vignadelmar ha scritto:Comunque adesso la lacuna l'ho ampiamente colmata, certo mai come altri, ma un'idea me la son fatta. Posso parlare dunque dei nebbioli di barbaresco ? Oppure devo sottopormi a qualche altro esamino ? Oppure devo iscrivermi ad un corso serale ?


Mannò, basta che mi ringrazi per averti portato da Giacosa, e siamo a posto... :lol:

Scherzi a parte, ho introdotto il tema dei riferimenti per sottolineare come le variazioni di stile di cui si parla possono sembrare minuzie se si guarda solo ai vini di Gaja, specialmente se si è innamorati del produttore ancor più che dei vini, come peraltro è spiegabile che accada visto lo straordinario carisma e il successo planetario di Angelo Gaja. Se invece si guarda all'intero panorama dei Nebbiolo di Langa, con la conseguente naturale polarizzazione dei vari consumatori su preferenze chi moderna chi tradizionale, è normale che anche piccoli spostamenti stilistici che allontanano dal proprio modello possano risultare decisivi.

Un tocco di tostatura in più al naso, una presa più fitta al palato, possono essere di troppo per chi il legno piccolo in generale lo tollera ma preferirebbe non sentirlo proprio.

Allo stesso modo una maggiore austerità del tannino, una lieve venatura riduttiva all'apertura possono essere di troppo per chi il legno se lo gode e vuole il vino sempre prontissimo, persino quando è ancora in legno quando va ad assaggiarlo in cantina, che sarebbe poi il vero discriminante del vino moderno.

In ogni caso, sia in una direzione sia nell'altra, ripeto il punto che io ritengo fondamentale e che spiega e forse anche giustifica le interminabili discussioni su Gaja e sugli altri grandissimi produttori: quando si parla di eccellenza assoluta, spaccare il capello in quattro non è solo legittimo, ma anzi doveroso.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: In Piemonte si beve bene (due grandi barbareschi)

Messaggioda M. de Hades » 22 set 2010 11:59

Dedalus ha scritto:In ogni caso, sia in una direzione sia nell'altra, ripeto il punto che io ritengo fondamentale e che spiega e forse anche giustifica le interminabili discussioni su Gaja e sugli altri grandissimi produttori: quando si parla di eccellenza assoluta, spaccare il capello in quattro non è solo legittimo, ma anzi doveroso.



“...siamo tutti stanchi di giornalisti che spaccano il capello in quattro e non raccontano più le storie, quelle vere, che stanno dietro un bicchiere di vino”.

Angelo Gaja, intervista raccolta da Manuela Piancastelli e pubblicata su EV, n. 84, settembre 2005... :roll: :lol: :lol: :lol:

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