Wineduck ha scritto:Non ho mai scritto che avesse sconfitto il TCA; ho scritto che a bicchiede fermo si percepiva nettamente il minerale ed il floreale del vino ma agitandolo il TCA tornava eccome. L'aspetto sorprendente è stata la mancata ossidazione dopo 5 giorni, il discorso tappo era a latere.
Io conoscendo la particolare materia da cui è composto il Percarlo non mi sorprendo più di tanto, solo quel pizzico che viene spontaneo ogni volta che si raggiunge un limite mai superato prima.
Ah ecco, questo mi torna, ma al contrario. Cioé, se il tappo è subdolo, io assaggio il vino e la cosa mi toglie ogni dubbio. Ma un altro modo per verificare, specie nel caso di vini con estratto molto alto, è quello di lasciare per qualche minuto il bicchiere immobile, e portarlo al naso senza scuoterlo minimamente, o meglio ancora portare il naso al bicchiere fermo, anche se questo di solito causa una certa mancanza di agio che limita la piena efficienza nel riconoscimento olfattivo, che è una reazione del cervello e non del bulbo olfattivo. Ricordo il caso di un Amarone Quintarelli Riserva 1985, vino di incredibile fittezza e peso, che annegava qualsiasi cosa dentro il suo immane corpo non appena si roteava anche lievemente il bicchiere, ma bastava lasciarlo fermo un minuto e... eccolo lì, il tappo maledetto! Se invece il tappo è dominante, magari rimanendo fermo rifanno capolino gli altri aromi, che ovviamente devono essere molto intensi anche se non "larghi".
E' una spiegazione ragionevole, che riporta alla fase olfattiva in cui attraverso la saturazione si cerca, a bicchiere immobile, il dettaglio aromatico laterale: l'immobilità del bicchiere fa uscire le note più sottili e penetranti che nel vortice alcolico-fruttato del bicchiere appena agitato si perdono inevitabilmente. Che siano belli (fiori e spezie) o brutti (TCA).
Quanto ai vini ancora piuttosto giovani che rimangono
relativamente fermi molto a lungo su un'espressione olfattiva meno brillante di quella offerta nelle prime 3-6 ore, ma comunque ancora del tutto estranea alle tipiche insegne dell'ossidazione conclamata, quando si parla di Nebbiolo di annata classica non è così difficile incontrarne qualcuno che si avvii con sorprendente disinvoltura verso la settimana di bevibilità. Ricordo il caso del Barolo 1996 di Bartolo, ad esempio. Semmai la difficoltà è di fare arrivare la bottiglia ancora mezza piena così lontano, perché se si scende sotto la mezza bottiglia, anche tappando e mettendo il vino in fresco, la vita si fa dura anche per gli highlander dell'ossigeno. Nel caso di un vino tappato, è certamente più facile...
Se si parla invece di "particolare materia di cui è fatto il Percarlo", in attesa di verificare se per caso dalle parti di San Giusto non risieda una qualche singolarità astrofisica, a me viene in mente Uma Thurman. Una boccia di Percarlo 1999 a chi scioglie l'indovinello...
Scherzi a parte, ognuno ha diritto ed anzi dovere ai propri innamoramenti, altrimenti che ragione ci sarebbe di parlare tanto di vino. Tanto, la differenza fra l'innamoramento autentico e sincero (quindi ragionevole e tollerante) e l'agiografia faziosa (quindi intollerante ed aggressiva) è semplice: il primo funziona come il migliore dei marketing, la seconda è il più classico degli autogoal da marketting dozzinale e volgare, e si finisce per avere in uggia vini che magari di per loro non dispiacerebbero per nulla. Anzi.
Bisognerà fare una bella sangiovesata, a breve...
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”