alexer3b ha scritto:Francvino ha scritto:broccolomeo ha scritto:...in effetti il prezzo è quello che invoglia di più. In più ho una (immotivata) predilezione per i verdicchio di matelica, per cui almeno una cassa da sei penso che la metterò via.
In ogni caso grazie dell'indicazione.
D.
Immotivata?
e perché mai?
Se Matelica avesse gli stessi ettari vitati di Jesi (rapporto 1 a 10 per capire) e lo stesso numero di aziende, probabilmente avrebbe più tre bicchieri o più risalto in generale presso la critica specializzata e i consumatori.
Quelli attenti questa cosa già la sanno, o la percepiscono.
E' poco ma sicuro ... non so se è solo una sensazione ma su Jesi vedo un po' più di "comunione di intenti" rispetto a Matelica o sbaglio ?
Alex
C'è più vicinanza stilistica a Matelica.
Jesi è una realtà stratificata, dotata di aziende strutturalmente più grandi (Moncaro, Umani Ronchi, Garofoli) che possono accedere a economie di scala precluse ai tanti piccolini.
Giusto per fare un esempio, La Monacesca, azienda leader tra i privati, fa 100.000 bottiglie, mi pare.
Circa 18 volte meno di Umani Ronchi (togliendo a questa la quota rossa che ottiene sul Conero), sua alter ego jesina.
Belisario, la cantina sociale, produce 10 volte meno bottiglie di quella di Montecarotto, la Moncaro (820.000 contro 8.200.000).
Jesi dà fondo alla versatilità del verdicchio bianco producendo dallo spumante al vino da meditazione, con dentro tutto lo scibile enoico: vini freschi, surmaturati, in legno piccolo, in botte grande, in cemento. Vini alcolici e meno, palatali o dritti e nervosi.
A Matelica c'è pochissimo legno, niente spumante, niente vino passito (ce ne sono due in realtà ma raramente raggiungono la sufficenza). C'è molta eleganza, drittezza, un carattere territoriale più preciso grazie alla percezione di acidità tendenzialmente più alte. C'è anche un pizzico di rusticità in più, specie nelle aziende a carattere familiare.
La cosa bella è che insieme hanno una punteggiatura di aziende piccoline che preservano il carattere identitario del territorio. Sono realtà spesso avulse dal mercato di massa, votate a un'economia di sussistenza, dove talora il reddito agricolo è integrato da altri lavori.
La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere. [Gustav Mahler]