Messaggioda meursault » 13 giu 2010 23:58
Devo dire che oggi si è festeggiato alla grande, un ringraziamento è dovuto a Palma e Manichi, ci vediamo di nuovo da Gianni tra 45 anni.
Inizio subito scoppiettante con la Cuvèe Les Chètillons 2000 di Pierre Peters, davvero bella la presenza in bocca, tanto da farmi pensare ad un Bdn (ma io di Champagne ci capisco veramente meno di zero), la carbonica è fine e cremosa, fusa nel corpo del vino, bello anche il finale quasi limonoso e rinfrescante.
Grandissimo anche il bianco, ma non è una novità, di Coche Dury, parte con burro fresco ed erbette per poi distendersi su toni floreali di grande eleganza, bocca affilata, molto elegante, non di grandissima ampiezza ma dall'implacabile precisione; retronaso davvero imponente di nocciola fresca ed erba limoncina.
Tra i due Borgogna (Chambolle) 2005 ho preferito nettamente fin da subito quello di Roumier, un village di grande equilibrio e di precisione unica, il frutto è calibrato perfettamente e fa capolino anche qualche bellissimo sbuffo aranciato. Hudelot Noellat si presenta invece come un vino molto duro, che impiega qualche minuto a distendersi nel bicchiere, molto nebbiolesco, ancora giovanissimo, di buona prospettiva anche se già oggi è un bel bere.
Ecco, invece adesso, per i Bordeaux sono in seria difficoltà.
Devo dire che appena versati il marchese ha iniziato subito a dire che la sfida era già finita.....ed io francamente che in quel momento non mi ero ancora ripreso dalle sventagliate di tabacco, menta e spezie finissime che provenivano dai bicchieri, non capivo se intendesse dire che era meglio quello di sinistra o quello di destra.
Che poi quello di sinistra era della riva destra mentre quello di destra era della riva sinistra, tanto per complicarci la vita ovviamente......
Solo dopo qualche minuto ho iniziato a mettere a fuoco quelli che avevo già capito essere due grandissimi vini, quello di sinistra più caldo sensuale ed avvolgente, quello di destra più fiero, graniticamente composto nel suo altezzoso e nobile portamento, un fuoriclasse.
Ecco, mano a mano che passavano i minuti si ampliava il divario che vedeva Haut Brion svettare in maniera netta su Cheval Blanc, tutto ciò in virtù di un naso quasi sommesso, probabilmente ancora in divenire, ma pieno di tanti preziosi sentori (tabacco finissimo, spezie, erbe, menta, cuoio ed altro) tutti fusi insieme come un unicum avvincente.
La bocca invece era una cosa da rimanere di sasso, profonda, amplissima, con un tannino di una grana finissima, saturante, dal finale interminabile.....da lasciare senza fiato, continua a tornare a conficcarsi nella mente ancora ed ancora.
Di fronte a questa prestazione Cheval non poteva che alzare bandiera bianca, ma con onore si difendeva su note evidentemete più calde, con qualche sbuffo erbaceo a completare il quadro, dalla bocca calda e sensuale, un vero godimento insomma.
Porcaccia zozza quanto sono buoni i Bordeaux quando sono buoni.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)