Messaggioda Palma » 05 giu 2010 18:50
Ed ora aggiungo qualche commento ai vini bevuti nello scorso week end, per quello che ricordo.
Le Clos Laherte freres: più che discreto. Credo che possa piacere a Gremul, acidità davvero sferzante, non complessissimo al naso, beva elevata.
Special Club 2004 - Marc Hebrart: discreto. Più pesante dell'altro, un dosaggio forse leggermente eccessivo, comunque un prodotto più che corretto.
Renée Collard 1975: sufficiente. Molto più avanti che in altre occasioni. Al limite della marsalatura, mantiene comunque un certo interesse e soprattutto col tempo tende amigliorare leggermente.
Renée Collard Rosè 1985: buono. davvero un bel rosè, ancora molto giovane e fresco, bene soprattutto al naso con splendidi sentori di fragolina di bosco di Montecavallo.
Qualche Krucco
Riesling Kabinett Scharzhofberger 2004 - Egon Muller: distinto. Si conferma il miglior gabinetto da me bevuto. Ha tutte le cose al posto giusto, residuo, acidità, polpa, certo la complessità abita altrove, ma non si può pretenbdere troppo.
Riesling Spatlese Erdener Pralat 1981 - Dr. Loosen: picardo
Riesling Auslese Ürziger Würzgarten 2004 - Dr. Loosen: discreto. Vino molto grasso, forse pure troppo, oppure da attendere a cnora a lungo nel tempo, comunque non si fatica certo a berlo.
Sciardonnennume vario
Chablis GC "Les Clos" 2002 - Dauvissat: più che sufficiente. Un naso verdissimo con l'ortica in primo piano lo limita parecchio, in bocca va meglio pur rimanendo troppo compresso, acidità naturalmente alta, ma non basta a farne un grande vino.
Chablis GC "Valmur" 2001 - Guy Robin: discreto. Non mi è dispiaciuto. Naso come già detto particolare e non pulitissimo, con anche zanfate di idrocarburo, bello però in bocca, con discreta polpa ed un'acidità ben integrata, ma assolutamente presente. Centrato soprattutto il RQP.
Bienvenue Batard Montrachet GC 2002 - Ramonet: più che discreto. Ecco è il migliore, d'altra parte la zona di provenienza l'aiuta parecchio, però alla fine risulta il più deludente. Da quello che avevo letto mi aspettavo un grandissimo, invece ad un naso che col tempo si è evoluto bene, passando dal legno ed il burro, alla menta ed ai fiori di campo, faceva da contraltare una bocca in cui il legno era ancora davvero troppo in evidenza. Bene in chiusiura di bboca dove il vino si ampliava, ma ancora c'era il ritorno del legno.
Intermezzo in giardino con cazzeggio
Meursault "Le Tillets" 2003 - Roulot: più che sufficiente. Bel vino se rapportato all'annata molto calda.
Sancerre "Ler Romains" 2007 - Vacheron: più che discreto. Questo mi è piaciuto assai. Molto fresco e minerale, varietale assolutamente non ingombrante.
Introduciamo i rossi
Rossese di Dolceacqua "Poggio Pini" 2007 - Anfosso Picardato
Barolo "Buon Padre" 2004 - Viberti: più che sufficiente. Ancora molto indietro, quasi vinoso (quello del vino in fermentazione più che il frutto), bella freschezza, acidità elevata, ma dà l'impressione di avere pecche di complessità e corpo. L'idea è quella di un gran bel nebbiolo, non un gran Barolo, comunque da rivedere più avanti.
Rossese di Dolceacqua "Poggio Pini" 2007 - Anfosso (ci riproviamo): discreto. Fresco, di facile beva, da bere senza impegno.
Borgogna rouge (con bell'intruso)
Clos St. Jacques PC 2007 - Fourrier: più che distinto. Gran bel vino, austerità e grande classe, dà l'idea di avere un radioso futuro davanti. la parte che più mi è piaciuta è la bocca, davvero equilibrata e succosa.
Faro 1998 - Palari: buono. Si conferma la più grande annata di sempre di questo vino. patisce solo l'estrema pulizia degli altri, nessuno lo confonde per un Borgogna, ma fa davvero un figurone e non è una novità. Di gran lunga il miglior rosso siciliano.
Clos de la Marechal 2006 - Mugnier: più che distinto+. Mi è piaciuto un sacco. Un naso da naso semplicemente da antologia ed anche in bocca si difende più che bene. Mi sa che dovrò provare il Musigny.
Bordeaux senza se senza ma (chiedete a Pinchiorri)
Leoville las Cases 1990: ottimo. Meglio della bottiglia sorella che avevo bevuto un po' di tempo fa. Austero ed elegante come sempre, si concede con ritrosia, ma aspettandolo si gode. Per me questi sono i vini rossi emblema dei sentori minerali, la bocca è quasi perfetta, tiratissma, con una gran massa di tannino, ma nessun astringenza, lungo e dal bel retrogusto.
Mouton Rothschild 1990: ottimo--. Più immediato e meno cerebrale dell'altro anche questo è decisamente superiore ad un altro bevuto in passato. Maggior potenza e prontezza non vanno comunque a scapito della serietà e della bevibilità del vino, anche questo davvero molto buono. Credo che esistano grossi problemi di variabilità tra bottiglie per questo vino, perché Parker sui Bordeux uno stupido non lo è (tra l'altro questo ha uno stile che dovrebbe piacergli) ed 84 è davvero insensato.
Langa mon amour
Acclivi 2005 - Burlotto: buono. Gran bel vino soprattutto di una bevibilità mostruoso, evapora nel bicchiere. Un'ottima riuscita, quasi fantastica se relazionata all'annata.
Brunate Le Coste 2001 - Rinaldi: buono. Molto meglio di altre volte, stavolta la volatile è assolutamente sotto controllo ed il vino ne esce piuttosto bene. Inutile parlare della bella acidità che lo contraddistingue.
Cerequio 1988 - Marengo Merenda: distinto. Gran bel vino davvero. Parte con note olivose, che rimangono il suo unico limite, ma col tempo si pulisce, escono i sentori più classici di rosa e camino spento, bello assai anche in bocca, un signor barolo.
Barolo Riserva 1996 - Borgogno: sufficiente. Il peggior riserva 1996 Borgogno di sempre. I sentori salmastri-marini su tanti Barolo sono innegabilmente presenti, ma qua sembra di essere in un cozzificio e la cosa mi lascia molto perplesso, in bocca non recupera un granché. Si beve, ma non esalta.
Disimpegnamo la bocca
Es 2006 - Fino: più che discreto. Bella sorpresa. Vino da frutto e dall'alcolicità molto spinte (e ci mancherebbe), ma che non risulta affatto caricaturale. Certo berne una bottiglia risulterebbe difficile, ma un bicchiere lo si beve davvero con piacere, soprattutto credo nel periodo invernale.
Brunello ergo sum(mus)
BdM Cerretalto 1999 - Casanova di Neri:insufficiente. i due Brunello sono serviti assolutamente alla cieca e nessuno sospetta la presenza del nostro. Appena messo al naso si rivela per quello che è, un vino totalmente sfigurato e sovrastato dal legno. Nessuna percezione di uvaggi strani, anzi ricorda solo Sangiovese, con tanto, tantissimo,davvero troppo legno. Il giorno dopo, ancora solo legno. Al limite della bevibilità
BdM Riserva 2004 "Pian del Conte" - Talenti: buono. Naturalmente avvantaggiato dalle disgrazie altrui è comuqnue sembrato un vino davvero serio e ben fatto con notevoli punte soprattutto al naso.
Ribolle
Cuvée 555 Viorin Jumel: buono. Mi è piaciuto proprio questo Champagne davvero ben equilibrato tra dolcezza di frutto ed acidità. Ottima prova.
Millesimé 1999 Vielles Vignes Le Brun Servenay: discreto. Non male, ma non mi ha impressionato e per questo i ricordi sono molto vaghi.
Rossini defaticanti
Chianti Classico riserva 2001 Castell'in Villa: buono+. Parte così, così al naso, ma poi la progressione nel bicchiere rivela il solito impeccabile grande Chianti classico. Ancora un filo di legno da assorbire e ci saremo completamente.
Cote Rotie La Landonne 2001 Rostaing: distinto. Non ho ancora incontrato l'amore assoluto per i vini di Rostaing (purtroppo per lui ho avuto la fortuna di bere diversi Guigal), ma questo è uno dei migliori di sempre. Rispetto ad altre volte mi ha convinto molto di più il naso, non inficiato da note troppo resinose. Bello e potente anche in bocca.
Chateau la Conseillante 1990: ottimo e abbondante. mamma che buono. Probabilmente al suo apice ora, tira fuori una progressione al naso che ricorda quelle di Cancellara con la bicicletta motorizzata. Parte quasi dominato da note piraziniche, poi è un susseguirsi di sentori balsamici, minerali, altri quasi tabaccosi e chi più ne ha più ne metta. Bocca di bella polpa, grande succosità e dal lungo finale. Very good.
Pergole Torte 2007: distinto ora, ottimo in prospettiva. Intendiamoci è ancora giovanissimo, ma già ora si beve con piacere. Ecco qua avverto più che altrove quell'equilibrio che contraddistingue i grandi vini e che dovrebbe garantiere un lungo, tranquillo e foriero di grandi soddisfazioni invecchiamento.
ex Victor
Extreme fighet du chateau