Ecco i miei personali "Top Ten" del Benvenuto Brunello di oggi e della Leopolda di martedì scorso.
Preciso che il Brunello Riserva 2004 di Franco Biondi-Santi, del quale avevo preso l'impegno di un assaggio, non c'era, come non c'erano vini del calibro di quelli di Gianfranco Soldera (e si sa), Cerbaiona/Diego Molinari, Poggio di Sotto, Podere Salicutti, Stella di Campalto, Salvioni, Pian dell'Orino.
Aggiungo che le valutazioni sul Brunello sono state comunque attribuite nonostante condizioni di lavoro indegne e indecorose, nel bailamme più totale, con ondate di vento gelido e campionario di olezzi (a coprire siccome un velo la "sala di degustazione riservata alla stampa", in realtà parte della tensostruttura mobile separata dalla sala "dei turisti sciamanti" e/o "dei portoghesi assetati" solo da un parapetto alto un metro e settanta). L'organizzazione dell'anteprima Chianti Classico non è, al confronto, meno che perfetta.
Montalcino, personale valutazione delle annate:
2005 * * a essere diplomatici: vini quasi tutti molto evoluti; qualcuno ha un profilo da vino di fine anni CInquanta, bevuto oggi (vinile e tamarindo su campo color cotto toscano).
2004 * * * * * cum laude; almeno dodici riserve strepitose sentite tutte assieme su poco più di cinquanta
Chianti Classico
2008 * * * e per quanto mi riguarda, tant'è: vini buoni, ma prontissimissimi
2007 * * * * passibile di almeno mezza stella in più
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BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2004
10. ABBADIA ARDENGA Brunello di Montalcino Riserva 2004 (90/92)
- Sentito tre volte per essere sicuro. E' buonissimo; ha un naso marino, salmastro, con note di ferro, carota (ehm), erbe medicinali e susina rossa. La bocca è articolata e precisa, sebbene non possa definirsi "classica" per questa particolare aromaticità. Può far innamorare, però.
9. TENUTA DI SESTA Brunello di Montalcino Riserva 2004 (90/92)
- Sono sempre in attesa del fuoriclasse definitivo da questa spettacolosa zona, ma per quest'anno mi accontento: ha magari un filo di calore che gli avanza, però è davvero complesso (camino spento, fieno, humus, tabacco, bacche e pepe nero), cui si aggiungono bellissimi ritorni di macchia boschiva nei ritorni retronasali. Molto tannico; in beva secondo me tra qualche anno, e il punteggio può risultare prudente.
8. LE MACIOCHE Brunello di Montalcino Riserva 2004 (91/93)
- Inconfondibile speziatura orientaleggiante di cardamomo e cumino, sfumature di tintura di iodio e fiori secchi quasi da Pinot Nero. Bocca in rapida espansione, notevole complessità e soprattutto un senso di luminosità che immagino possa stregare parecchi di queli che conosco; di uno, già so. Penso che interverrà. Lo saluto sin d'ora. Ciao Fà.
7. TENUTA LE POTAZZINE /GORELLI Brunello di Montalcino Riserva 2004 (91/93)
- Granato trasparente, riflessi sia rubino che arancio acceso al bordo; sono già predisposto bene, e a questo punto arriva un naso di agrumi, giglio, catrame, felce e karkadè. Bocca agile e dinamica, con matrice acida in evidenza ma una intuibile, spaventosa cilindrata nel cofano. Grande vino, ispirato, personale.
6. TALENTI Brunello di Montalcino Riserva 2004 (91/93)
- Non amo quasi mai il loro "annata", e raramente la Riserva; ma quando, come nel 1999, l'imbroccano... ce n'è per pochi. Qui il naso è classico e vario, ci sono note in tutti i registri possibili per un grande Sangiovese (floreale, frutti di bosco, tartufo, spezie varie, nettissima mineralità). Bocca matura ma vivida, in veemente accelerazione; il palato risulta foderato in meno di due secondi.
5. CAPRILI Brunello di Montalcino Riserva 2004 (92/94)
- Fruttini selvatici, mineralità "chiara", freschezza balsamica, poi richiami di corteccia, china, sottobosco e fungo, in un naso mobile, veloce a trasformarsi, mai pesante. In bocca è completo, bilanciato, ha una qualità tannica regale e il quadro è non solo splendidamente classico, ma anche facilmente riconducibile alla sua zona d'origine, Santa Restituta. Ricorda moltissimo i vecchi Brunello di Roberto Bellini; si intenda come un complimentone.
4. CAPANNA Brunello di Montalcino Riserva 2004 (92/94)
- Austero ed enigmatico come un domenicano incappucciato, profuma di bacche, boscaglia unida, spezie; l'insistere del suo fiato caldo porta a riconoscere tabacco, muschio, pietra spaccata. Bocca coerente, e quindi assolutamente impietosa nella sua stretta tannica, sostenuta oltretutto da un'acidità elettrica. Il finale ha toni minerali oscuri, è lungo e saporoso; la pulizia dell'uscita lascia di stucco. Da bere ascoltando in loop "Cluster One", Pink Floyd, 1994.
3. LE CHIUSE DI SOTTO/GIANNI BRUNELLI Brunello di Montalcino Riserva 2004 (93/95)
- Grande vino. C'è di tutto al naso, erbe fini e tabacco, liquirizia e rosa appassita, china e iodio, un frutto nitido; al sorso ha tensione e vibrazione da vendere, una grana tannica da fuoriclasse ed è talmente succulento e complesso nei pressi dell'uscita che non sono stato fisicamente capace di sputarlo. Highly recommended.
2. LISINI Brunello di Montalcino Ugolaia Riserva 2004 (93/95)
- Non si può credere a quale massa di profumo investa il naso accostando il bicchiere: un insieme portentoso di arancia amara, cenere, piccoli frutti, salmastro e macchia silvana; e quest'ultima è la timbrica più insistita anche in bocca, dove la qualità della parte acida tiene vivo un assaggio davvero coinvolgente. C'è tanta materia, eppure il senso di leggerezza e di spontaneità di questo bicchiere me lo ricordo bene a distanza di due giorni. Strepitosa uscita minerale in un'eco aromatica di toccante coerenza. Accordo maggiore a otto voci su due ottave e mezza.
Charles Lincoln Van Doren ha scritto:Un classico è un libro che non deve essere scritto di nuovo.
1. IL POGGIONE Brunello di Montalcino Vigna Paganelli Riserva 2004 (94/96)
- Granatone classico con preziosi riflessi in trasparenza. Il naso è puro incanto: ciliegie macerate, terra smossa, fumo e viola, spezie indefinibili, un velo, di vera classe; poi sottobosco, mentuccia, un tocco di arancia e una fucilata minerale. La narcosi prosegue all'assaggio, che svela un liquido magico a un tempo austero e dolcissimo; austero perché è flebile il sapore, che non si afferra, che è tutto tattilità vibrante di acido e sale; dolcissimo perché ciò che ha sapore sono i tannini e l'alcol, consolatorio il secondo, emozionante il primo per - appunto - dolcezza e sapore.
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BRUNELLO DI MONTALCINO 2005
10. SAN LORENZO Brunello di Montalcino 2005 (85/87)
- Granato leggero; profilo olfattivo pinotteggiante, da (vecchio) Beaune; idem in bocca, dove il tannino è domato e il finale, almeno, decentemente complesso. Aperta una seconda bottiglia, simile ma non uguale, con i toni scuri enfatizzati; ma valutazione più o meno comparabile.
9. PIAN DELLE QUERCI Brunello di Montalcino 2005 (85/87)
- Azienda della quale la Riserva mi ha molto deluso; il 2005 ha un naso evoluto eppure interessante di rosa appasista, erbe secche, tintura di iodio e un incipiente goudron. Bocca succosa e chiusura minerale, di confortante vitalità nei ritorni agrumati.
8. PIANCORNELLO Brunello di Montalcino 2005 (86/88)
- Concentrato. Cacao amaro, carruba, pepe nero al naso; dà un'idea di spessore che la bocca conferma, col suo tannino prepotente, anche troppo, e il suo impianto da vino vistoso ma palesemente autentico e serio. Lunghezza sopra la media.
7. COLLEMATTONI Brunello di Montalcino 2005 (86/88)
- Ha il fiato caldo di vendemmie tipo la 1997 o la 2003, il che presumo dipenda dal fatto che l'alcol è un po' sguarnito; per il resto, toni boschivi e di nocciolo di ciliegia. Bocca di rilevante potenza, capace di interessare ogni angolo della bocca fino al lungo epilogo, dai toni cupi. Mastodonte dalla scarsa grazia, e tuttavia fedele testimone del suo territorio all'estremità meridionale.
6. LAMBARDI Brunello di Montalcino 2005 (87/89)
- La menta, il muschio, e la boschiva freschezza dei Canalicchi preludono a una silhouette rigida e lievemente vegetale, non molto evoluta; bella progressione gustativa che si apre in un magnifico finale dagli echi minerali tra la ruggine e il mercurocromo.
5. LE CHIUSE DI SOTTO/GIANNI BRUNELLI Brunello di Montalcino 2005 (87/89)
- Granato vivo. Naso classico, riservato ed evidentemente buono e delicato, nuance di fuori da bulbo e radici. Bocca semplicemente da Brunello, pura e molto floreale nei ritorno; le note evolutive ci sono, ma restano abbastanza sotto controllo.
4. LE MACIOCHE Brunello di Montalcino 2005 (88/90)
- Naso insolito e debordante personalità: spezie orientali a go-go, dal cumino al curry, al coriandolo, al cardamomo; poi cuoio, prugna e nettissimo timo. Bocca di gran corpo, con tanto tannino, dovizia di estratti, ritorni peculiari e coerenti; "spacca".
3. CASTELLO DI VELONA Brunello di Montalcino 2005 (88/90)
- Piante giovani, e dunque tutto il meglio confluisce fino a questo millesimo compreso nel Brunello "annata". Terroso e radicale, suggestivo di fiori secchi al naso, ha una bellissima progressione in bocca, un tannino vivo, nuance ferrose nel finalone e caratura generale inappuntabile. Ho poi saputo trattarsi dei "vicini di casa" di Piero Palmucci.

2. TENUTA LE POTAZZINE/GORELLI Brunello di Montalcino 2005 (89/91)
- Colore medio; naso classico, aperto e aereo, con spunti di camino e brace, un pot pourri di viole e rose essiccate, tartufo bianco; una seconda bottiglia a tutto questo aggiungeva un tono mediterraneo tra il mare e il pomodoro secco. Convincente impianto gustativo, articolato sebbene nettamente "autunnale"; Bei chiaroscuri minerali nel finale: un'ammirevole riuscita.
1. LE CHIUSE/SIMONETTA VALIANI Brunello di Montalcino 2005 (90/92)
- Rubino bruno, incupito, ma rubino. Naso di ferro, pepe "né bianco né nero", netta viola appassita, corteccia di china e radici, fumo e ciliegia nera. Al confronto degli altri '05 provati, ha un calibro gustativo di spettacolare ampiezza e un nitore conclusivo da grande vino; non so nulla dell'azienda, ma oltre che uno dei più buoni, questo Brunello è anche il più filologicamente classico e nobilmente tradizionale che del millesimo abbia qui assaggiato.
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CHIANTI CLASSICO RISERVE VARIE
10. BADIA A COLTIBUONO Chianti Classico Riserva 2007 (89/91)
- Maglie abbastanza larghe ma grande freschezza, attendibile vista la quota altimetrica da dove viene (è la 2a vigna del Chianti Classico!). Notevole dirittura e tannino importante; allunga bene.
9. BIBBIANO Chianti Classico Vigna del Capannino Riserva 2007 (89/91)
- Stranamente molto indietro; lo valuto bene soprattutto per via del comportamento gustativo, che ha uno "sviluppo" degno di tale nome e chiude quasi con rabbia.
8. AGRICOLTORI DEL CHIANTI GEOGRAFICO Chianti Classico Vigna Montegiachi Riserva 2007 (90/92)
- Complesso, succoso, bevibile, piuttosto lungo e in understatement dall'inizio alla fine. E' un luminoso esempio, e a buon mercato, del potenziale dell'annata.
7. BANDINI VILLA POMONA Chianti Classico Riserva 2007 (90/92)
- Ha il solo problema che la territorialità della sua zona tra San Leonino e Fonterutoli si esprime in note "basse" e bruciacchiate; ma ha il passo del vino serio. Più largo che lungo, comunque.
6. CAPARSA Chianti Classico Caparsino Riserva 2007 (90/92)
- Succoso, freschissimo, profumato di visciole e arancia; giustamente "rugoso" a questo stadio evolutivo, allaga la bocca e chiude in un nitore esemplare.
5. LA PORTA DI VERTINE Chianti Classico Riserva 2007 (91/93)
- Arancia e seltz, rosa tea e spezie buone; solito naso timido e solita bocca ruggente, e spietatamente salata in fondo. "Il" vino di Vertine, zona poco filata ma secondo me eccezionale, per varie ragioni.
4. CASTELLO DI SAN DONATO IN PERANO Chianti Classico Riserva 2006 (91/93)
- Territorio vicino al precedente, polarità opposta nel vino: è classico, posato, direi anche flemmatico e contemplativo; more e sottobosco, una freschezza che non travolge ma infiltra piano. Bello.
3. FATTORIA SAN PANCRAZIO Chianti Classico Riserva 2007 (91/93)
- Colpisce per precisione e trama impeccabilmente classica; è uno splendido vino, completo e raffinato. Toni tra l'ematico e il rugginoso in fondo, tannino fitto; ottima persistenza.
2. MONTERAPONI Chianti Classico Il Campitello Riserva 2007 (92/94)
- E' un'iradiddio come prevedibile, e il prossimo anno c'è di meglio dall'annata. Questo sa di pietre, citrosodina, ciliegie fresche, china, erbe aromatiche; saporito, passionale, ha un allungo finale che irretisce.
1. CASTELLO DI MONSANTO Chianti Classico Il Poggio Riserva 2006 (93/95)
- Stupefacente coacervo di grazia e proporzione da un lato, potenza baritonale dall'altro. Migliore secondo me anche del 2004, con cui mi pare nel rapporto in cui stanno i 96 di Barolo con i 99 o i 01, cioè un punto di piacevolezza in meno e tre di autorevolezza in più; bocca di sublime accuratezza, alla fine ho deciso di chiudere gli occhi.
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CHIANTI CLASSICO 2008
10. VILLA CALCINAIA Chianti Classico 2008 (86/88)
- Consueta forte riduzione e naso condizionato dalla mancanza di un travaso recente, almeno sembra. Bocca invece notevolissima, tannica, liquiriziosa, severa ma ben piantata sulle gambe; è indietro, e non è un male.
9. CASA AL VENTO Chianti Classico Aria 2008 (86/88)
- Mi conferma la vocazione di azienda e zona (Barbischio, 2km a E di Gaiole paese), nonché la mia costante preferenza sulla Riserva ("Foho"). Sa di sanguinella, rosa e gelatine, in bocca è compiuto, coordinato, finemente salino in fondo.
8. VALLONE DI CECIONE Chianti Classico 2008 (87/89)
- Panzanese fino al midollo anche in quest'annata: more, gelsi neri, liquirizia dolce, china, tartufo e sottobosco; ha un bel grip palatale e una evidente spontaneità espressiva. Chiusura di medio impegno ma pulita. Al suo prezzo, poi...
7. VILLA DEL CIGLIANO Chianti Classico 2008 (87/89)
- Il colore più bello, e c.s.n.f.; naso pronto, florealissimo e ordinato; un vino solido, autentico, pur senza avere lo slancio selvaggio di altri. Nel finale di bocca l'acidità prende comunque possesso del "cavo orale" (TM) e lo inonda.
6. FATTORIA SAN PANCRAZIO Chianti Classico 2008 (88/90)
- Territorio (vicinissimo a Corzano e Paterno, ma dentro l'areale) bene espresso; struttura basata su alcol ed estratto, tannino incisivo e acidità salvifica. Non credo che "lì" possa venire così buono tutti gli anni, ma questo è più che dignitoso.
5. CASTELLARE DI CASTELLINA Chianti Classico 2008 (88/90)
- Forse appena un po' rigido, ma che eleganza e che classe. Certamente tra i meno pronti, ha profumi flebili ma lindi di fiori e di bacche selvatiche, e una incrollabile austerità in bocca. Finale molto complesso e tra i più lunghi.
4. RIGNANA Chianti Classico 2008 (89/91)
- Lieve impuntatura olfattiva, poi spara un gran naso caldo e coinvolgente, tra bacche, cosmetico, corteccia e violette fresche. Bocca severa, avvolgente, monastica. Non un vino facile, ma merita il tentativo d'approccio.
3. BIBBIANO Chianti Classico Montornello 2008 (90/92)
- Tipico 08 nella prontezza olfattiva, ha dalla sua una bella coesione e una formidabile energia in bocca, nello stile e sulle note dei Viacosta di Rodàno, per capirci. Finale ad alta tensione per il micidiale "voltaggio" dell'acidità.
2. CAPARSA Chianti Classico Caparsino Riserva 2008 (90/92)
- Avete ben letto: "Riserva 2008". Trattasi di vino straordinario, nella categoria "vini terrestri" il migliore. Arancia, ciliegia fresca e in jelly, rosolio, inchiostro, noce di cola. Procede ancora a strappi, ma ha una quantità di cose da dire, e un'energia nel dirle, che lascia di stucco.
1. CASTELLO DELLE STINCHE/PAOLO SOCCI Chianti Classico Antico Lamole Vigna Grospoli 2008 (91/93)
- Quintessenza, veramente commovente, del Sangiovese di Làmole così come ce l'avevano sempre raccontato: il "Borgogna del Chianti", l'eleganza e la florealità fatte vino, il tratto discreto, mai gridato. Della piccola verticale (06/07/08), questo mi è sembrato il migliore, ed è un ottimo segno, perché l'annata non lo è. Evidentemente, quella che cresce anno dopo anno è la consapevolezza di questo viticultore gentile e riservato, che sta per caricarsi sulle spalle, praticamente in solitudine, il destino di una sottozona per la quale non spendo altri aggettivi che "magica", il posto dove, potendo scegliere, mi prenderei due ettari per fare vino, ma anche meno.
- E' un vino chiaro, trasparente e irresistibile, la cui dotazione aromatica ricorda rosa, ribes bianco, arancia rossa e cardamomo, cenni di muschio e terra, di genziana e di glicine, e uno sbuffo di incenso. In bocca ha dimensioni contenute, e per ciò stesso gira come una dinamo: il suo stordente ipercinetismo è quanto più di ogni altra cosa mi è rimasto marchiato nella memoria dell'intera degustazione.
- Un "grazie" cubitale e pubblico a Franco "Kira", che ha destato in me l'interesse per questo vino e mi ha permesso di conoscerne l'autore.
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