CRONACHE D'OSTERIA

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l'oste
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 11 gen 2010 19:49

Ormai la mia vacanzina spagnola è lontana e comunque questa volta poche bottiglie degne di note. E ha piovuto troppo.

Oggi dopo una giornata intera tra riunioni, aggiornamenti lavorativi post vacanze e start up prossimi, finalmente qualche minuto di pace per ripensare a vini e cibi del weekend. Dall'ipod, adesso Tom Petty (nota per JtF).

Sabato
Con due coppie di amici e antipasto di crostini al salmone (l'onda lunga natalizia), passatina di fagioli cannellini con crostini "all'acciuga" e crostacei, poi tranci di tonno ricoperti di erbe e spezie scottati poco poco e serviti con riso "nero" venere (lo adoro) bollito e poi saltato con aglio, pomodorini, scalogno e prezzemolo fresco; sopra una salsina di soja, olio, zenzero e peperoncino. Finale con formaggio pecorino di Pienza.

Champagne Brut premier cru 2004 - Marc Hebrart, giovanissimo, irruente ma con un bel ventaglio di profumi, fiori, lieviti e sentori balsamico-minerali. In bocca potente ma la materia mi sembra possa equilibrarsi molto bene. Piaciuto proprio.

Pinot Gris Muenchberg 2004 , a parte il riesling, prima volta con il pinot gris di Ostertag. Chi lo ha portato dice che è un grande. Non consocendo bene, mi limito alle sensazioni, positive. Bei profumi, fiori, qualcosa di dolce tra miele e forse polline. bocca ricca, cremosa e densa, ma senza grassezze nè dolcezze fastidiose o invadenti. Bella persistenza. Piaciuto proprio.

Pergole torte 2001 - Montevertine come quella bevuta prima dell'estate. Un PT davvero bello, espressivo, bevibilità da panico. Magari da grande che è ora, tra qualche anno potrebbe diventare grandissimo. Piaciuto molto.

Rosso di Montalcino 2002 - Poggio di Sotto, ormai era l'ultima bottiglia di un gran bel vino, si sente che c'è qualcosa di "più" rispetto al solito. Ci sono dentro anche le uve del brunello non vinificato nel millesimo. Una goduria, terroso e balsamico, con acidità fresca e che invita alla beva. Piaciuto



Domenica
Con quattro maschiacci, le partite di calcio e una quasi improvvisata fondue a la bourgouignonne ma in versione chinoise, cioè col brodo e non l'olio. E un po' di riso a crudo nella basla di ghisa, da mangiare in finale. Formaggio francese di capra tipo brie (Coop).

Pinot Noir Joseph 2008 - Hofstatter, giovanissimo in bocca, ma al naso davvero piacevole, preciso, non complesso, ma nemmeno caricatura dolciotta. A quel prezzo... Piaciutello.

Barbaresco 2004 - Coop. Produttori di Barbaresco, aperto ore prima, al solito. Colore scuro, un filo di alcol all'inizio al naso, ma con spezie e radicine classiche, manca un po' di florealità, di finezza. Ma è anche giovane, forse influisce, infatti in bocca è bello teso, anche se dopo un paio d'ore nel bicchiere diventa più cremoso. Piaciuto abbastanza.

Pommard 2006 - Voillot, meno interessante e complesso del 2005, senza difetti ma anche senza strati aromatici ricchi. Un po' didascalico, molto buona però la bevibilità. Piaciutino.

Clos St.Jacques 2005 - Fourrier, colore rosso sgargiante luminoso, bello. In realtà, l'ho aperta timoroso date le chiusure di molti borgogna 2005. Invece, mi verrebbe da dire che questo era chiuso finchè non ho aperto la bottiglia. Un giro in giostra di profumi, a parte frutti e incenso, anche china (inchiostro), radici dolci. In bocca si è giovane, impetuoso, ma si capisce che è un grande vino, anzi praticamente un grand cru, con una persistenza lunga lunga. Piaciuto molto.

Clos Vougeot 1980 - Charles Vienot, portata da un amico, è un produttore che non avevo mai sentito o bevuto. E infatti, nemmeno stavolta, ricorda i Jerez non buoni, vino scollinato e non bevibile purtroppo.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 11 gen 2010 21:45

l'oste ha scritto:...Clos Vougeot 1980 - Charles Vienot, portata da un amico, è un produttore che non avevo mai sentito o bevuto. E infatti, nemmeno stavolta, ricorda i Jerez non buoni, vino scollinato e non bevibile purtroppo.
... se continui a presentare certi vini in osteria , ti vedrai arrivare i NAS , una volta o l'altra ... 8)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda JohnnyTheFly » 11 gen 2010 23:36

l'oste ha scritto: Dall'ipod, adesso Tom Petty (nota per JtF)

Di Tom (quello con la voce :lol: ) ne ho uno (album) da solista e tre con gli Heartbreakers. Già aver suonato come backing band con il Maestro è sufficiente per essere ricordato/i in eterno. Mi aspetto un cd live di quella tournée. Ogni tanto me li ascolto su iutub. Proprio la settimana scorsa.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 12 gen 2010 14:23

vinogodi ha scritto:
l'oste ha scritto:...Clos Vougeot 1980 - Charles Vienot, portata da un amico, è un produttore che non avevo mai sentito o bevuto. E infatti, nemmeno stavolta, ricorda i Jerez non buoni, vino scollinato e non bevibile purtroppo.
... se continui a presentare certi vini in osteria , ti vedrai arrivare i NAS , una volta o l'altra ... 8)

L'amico che lo ha portato mi ha detto che ha anche un Richebourg in cantina fatto da questo produttore. A parte la scollinatura evidente, il fatto di non averne mai sentito parlare un po' mi insospettiva. Ma si sa che in Borgogna il limite tra emozione assoluta e grande fregatura è sempre labile.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 12 gen 2010 15:33

JohnnyTheFly ha scritto:
l'oste ha scritto: Dall'ipod, adesso Tom Petty (nota per JtF)

Di Tom (quello con la voce :lol: ) ne ho uno (album) da solista e tre con gli Heartbreakers. Già aver suonato come backing band con il Maestro è sufficiente per essere ricordato/i in eterno. Mi aspetto un cd live di quella tournée. Ogni tanto me li ascolto su iutub. Proprio la settimana scorsa.

A me piace molto Tom Petty, dagli esordi con gli Heartbrakers fino appunto alla "riapparizione" con i favolosi Travelling Wilburys.
Anche l'ultimo album, piaciuto un bel po'.
Saranno le chitarre Rickenbacker (Byrds, Beates), sarà quella voce, sarà il fatto che è in piccola parte un native american, sarà che ci ho bevuto una birra insieme a Santa Barbara nel 1996...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda stecca » 12 gen 2010 19:59

Waitsofili qualcuno di voi conosce il buon Ben Weaver?
Il disco che preferisco è certamente Stories under nails http://www.youtube.com/watch?v=gEJpI_f6kwU, che è anche il più "rurale" e quello dove il debito col gringo di Pomona è più evidente.
Ma anche gli altri lavori non son male...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Aramis » 12 gen 2010 20:42

l'oste ha scritto:
vinogodi ha scritto:
l'oste ha scritto:...Clos Vougeot 1980 - Charles Vienot, portata da un amico, è un produttore che non avevo mai sentito o bevuto. E infatti, nemmeno stavolta, ricorda i Jerez non buoni, vino scollinato e non bevibile purtroppo.
... se continui a presentare certi vini in osteria , ti vedrai arrivare i NAS , una volta o l'altra ... 8)

L'amico che lo ha portato mi ha detto che ha anche un Richebourg in cantina fatto da questo produttore. A parte la scollinatura evidente, il fatto di non averne mai sentito parlare un po' mi insospettiva. Ma si sa che in Borgogna il limite tra emozione assoluta e grande fregatura è sempre labile.


Trattasi di tradizionalissima Maison de Négoce. Charles Vienot vinificava uve del Richebourg sin dagli anni Trenta, ed era in effetti quel vino la "specialità della casa"; secondo Meadows - me lo ricordo bene per ovvie ragioni - l'annata migliore è la 1969. Oltre al Clos de Vougeot da te lavandinato, esistono ancora vecchie bottiglie di Charmes-Chambertin, Chapelle-Chambertin, Corton Rouge (dal Bressandes) e del Premier Cru di Nuits St Georges (ma in comune di Premeaux-Prissey) "Corvée Pagets", non la parte recintata che appartiene ad Arnoux in Monopole, ma quella subito a sud, divisa oggi tra Arnoux e il Domaine de la Vougeraie. Riporto queste informazioni su questo piccolo vino perché non ricordo in quale ristorante ho visto il Corvée Pagets 1971 di Vienot.
Per la cronaca, dopo la vendita del marchio e delle vigne al "colosso" Boisset (Domaine de la Vougeraie, Ropiteau, Jaffelin e altre proprietà), mi risulta ci sia stato un periodo tra il 2000 e il 2003 in cui è tornata ad uscire sul mercato roba "griffata" Vienot e confezionata dall'ex enologo di Comte Armand, Pascal Marchand con uve in biodinamica del Domaine Launay, ora purtroppo riconvertito all'agricoltura "convenzionale" e intensiva e addirittura alla vendemmia meccanizzata.
"L’appellation d’origine constitue un patrimoine collectif, et ne peut donc pas être la propriété d’opérateurs économiques à titre privatif, contrairement à une marque, par exemple." (INAO, Institut National des Appellations d'Origine)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 12 gen 2010 22:16

Aramis ha scritto:
l'oste ha scritto:...Clos Vougeot 1980 - Charles Vienot, portata da un amico, è un produttore che non avevo mai sentito o bevuto. E infatti, nemmeno stavolta, ricorda i Jerez non buoni, vino scollinato e non bevibile purtroppo.


Trattasi di tradizionalissima Maison de Négoce. Charles Vienot vinificava uve del Richebourg sin dagli anni Trenta, ed era in effetti quel vino la "specialità della casa"; secondo Meadows - me lo ricordo bene per ovvie ragioni - l'annata migliore è la 1969. Oltre al Clos de Vougeot da te lavandinato, esistono ancora vecchie bottiglie di Charmes-Chambertin, Chapelle-Chambertin, Corton Rouge (dal Bressandes) e del Premier Cru di Nuits St Georges (ma in comune di Premeaux-Prissey) "Corvée Pagets", non la parte recintata che appartiene ad Arnoux in Monopole, ma quella subito a sud, divisa oggi tra Arnoux e il Domaine de la Vougeraie. Riporto queste informazioni su questo piccolo vino perché non ricordo in quale ristorante ho visto il Corvée Pagets 1971 di Vienot.
Per la cronaca, dopo la vendita del marchio e delle vigne al "colosso" Boisset (Domaine de la Vougeraie, Ropiteau, Jaffelin e altre proprietà), mi risulta ci sia stato un periodo tra il 2000 e il 2003 in cui è tornata ad uscire sul mercato roba "griffata" Vienot e confezionata dall'ex enologo di Comte Armand, Pascal Marchand con uve in biodinamica del Domaine Launay, ora purtroppo riconvertito all'agricoltura "convenzionale" e intensiva e addirittura alla vendemmia meccanizzata.

Grazie Armando, peccato allora per quel 1980, ma oltre che scollinato era proprio precipitato anche il colore. Avevo anche cercato info sul libro, quel libro, di Clive Coates senza trovare notizie.
Ho comunque già telefonato al mio amico, dicendogli che la prossima volta porta il Richebourg, credo stessa annata. Speriamo.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 12 gen 2010 22:24

Aramis ha scritto:
l'oste ha scritto:
vinogodi ha scritto:
l'oste ha scritto:...Clos Vougeot 1980 - Charles Vienot, portata da un amico, è un produttore che non avevo mai sentito o bevuto. E infatti, nemmeno stavolta, ricorda i Jerez non buoni, vino scollinato e non bevibile purtroppo.
... se continui a presentare certi vini in osteria , ti vedrai arrivare i NAS , una volta o l'altra ... 8)

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Per la cronaca, dopo la vendita del marchio e delle vigne al "colosso" Boisset (Domaine de la Vougeraie, Ropiteau, Jaffelin e altre proprietà), mi risulta ci sia stato un periodo tra il 2000 e il 2003 in cui è tornata ad uscire sul mercato roba "griffata" Vienot e confezionata dall'ex enologo di Comte Armand, Pascal Marchand con uve in biodinamica del Domaine Launay, ora purtroppo riconvertito all'agricoltura "convenzionale" e intensiva e addirittura alla vendemmia meccanizzata.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 13 gen 2010 02:26

vinogodi ha scritto:
Aramis ha scritto:
l'oste ha scritto:
vinogodi ha scritto:
l'oste ha scritto:...Clos Vougeot 1980 - Charles Vienot, portata da un amico, è un produttore che non avevo mai sentito o bevuto. E infatti, nemmeno stavolta, ricorda i Jerez non buoni, vino scollinato e non bevibile purtroppo.
... se continui a presentare certi vini in osteria , ti vedrai arrivare i NAS , una volta o l'altra ... 8)

L'amico che lo ha portato mi ha detto che ha anche un Richebourg in cantina fatto da questo produttore. A parte la scollinatura evidente, il fatto di non averne mai sentito parlare un po' mi insospettiva. Ma si sa che in Borgogna il limite tra emozione assoluta e grande fregatura è sempre labile.


Trattasi di tradizionalissima Maison de Négoce. Charles Vienot vinificava uve del Richebourg sin dagli anni Trenta, ed era in effetti quel vino la "specialità della casa"; secondo Meadows - me lo ricordo bene per ovvie ragioni - l'annata migliore è la 1969. Oltre al Clos de Vougeot da te lavandinato, esistono ancora vecchie bottiglie di Charmes-Chambertin, Chapelle-Chambertin, Corton Rouge (dal Bressandes) e del Premier Cru di Nuits St Georges (ma in comune di Premeaux-Prissey) "Corvée Pagets", non la parte recintata che appartiene ad Arnoux in Monopole, ma quella subito a sud, divisa oggi tra Arnoux e il Domaine de la Vougeraie. Riporto queste informazioni su questo piccolo vino perché non ricordo in quale ristorante ho visto il Corvée Pagets 1971 di Vienot.
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... Armà : troppo vecchio e basta ...

Non saprei, per restare alla gerontofilia più recente, a luglio ho bevuto uno Chambertin 1981 di Rousseau che era un incanto (per non parlare dei De Montille anni '70 dei Dujac anni '80 bevuti dopo vent'anni). Tu mi dirai che sono tra i pochi roduttori borgognoni i cui vini durano nel tempo e so che preferisci i pinot noir sotto i 20 anni. Però sai bene che ben conservate, anche le tipologie meno highlander di Bordeaux o Barolo, possono farti cappottare il naso dalla faccia anche decenni dopo (Mosen Cleto 1953).
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 13 gen 2010 11:11

l'oste ha scritto:Trattasi di tradizionalissima Maison de Négoce. Charles Vienot vinificava uve del Richebourg sin dagli anni Trenta, ed era in effetti quel vino la "specialità della casa"; secondo Meadows - me lo ricordo bene per ovvie ragioni - l'annata migliore è la 1969. Oltre al Clos de Vougeot da te lavandinato, esistono ancora vecchie bottiglie di Charmes-Chambertin, Chapelle-Chambertin, Corton Rouge (dal Bressandes) e del Premier Cru di Nuits St Georges (ma in comune di Premeaux-Prissey) "Corvée Pagets", non la parte recintata che appartiene ad Arnoux in Monopole, ma quella subito a sud, divisa oggi tra Arnoux e il Domaine de la Vougeraie. Riporto queste informazioni su questo piccolo vino perché non ricordo in quale ristorante ho visto il Corvée Pagets 1971 di Vienot.
Per la cronaca, dopo la vendita del marchio e delle vigne al "colosso" Boisset (Domaine de la Vougeraie, Ropiteau, Jaffelin e altre proprietà), mi risulta ci sia stato un periodo tra il 2000 e il 2003 in cui è tornata ad uscire sul mercato roba "griffata" Vienot e confezionata dall'ex enologo di Comte Armand, Pascal Marchand con uve in biodinamica del Domaine Launay, ora purtroppo riconvertito all'agricoltura "convenzionale" e intensiva e addirittura alla vendemmia meccanizzata.
... Armà : troppo vecchio e basta ...[/quote]
Non saprei, per restare alla gerontofilia più recente, a luglio ho bevuto uno Chambertin 1981 di Rousseau che era un incanto (per non parlare dei De Montille anni '70 dei Dujac anni '80 bevuti dopo vent'anni). Tu mi dirai che sono tra i pochi roduttori borgognoni i cui vini durano nel tempo e so che preferisci i pinot noir sotto i 20 anni. Però sai bene che ben conservate, anche le tipologie meno highlander di Bordeaux o Barolo, possono farti cappottare il naso dalla faccia anche decenni dopo (Mosen Cleto 1953).[/quote]... sono fra i pochi produttori che durano nel tempo in Borgogna ... :lol: però anche qui non voglio generalizzare , anche se molte volte mi sono espresso in tal senso . Anzi , vorrei rettificare quanto ho affermato più volte . Il Pinot Nero non è un vitigno che non invecchia bene , anzi . E' la sua terziarizzazione e le caratteristiche che ne conseguono che non mi attizzano né convincono . Inoltre , a differenza di Bordeaux , ad esempio , è molto meno generalizzata questa sua capacità di evolvere positivamente nel tempo , legata a molte , troppe variabili rispetto , esempio ulteriore , ad un Nebbiolo o grande Brunello . Il produttore qui ha una valenza ancor maggiore che altrove , poi l'annata che qui ha valenza ancor maggiore , poi la tipologia che qui ha una valenza ancor maggiore , la zona e la classificazione che qui hanno una valenza ancor maggiore . Inoltre , più di tanti altri vitigni succitati , è dotato di una delicatezza davvero unica e basta che una di queste variabili non siano assolutamente in linea , ed ecco che scatta l'inevitabile delusione . Che non possa generalizzare è dato anche da alcuni esempi di vecchissimi Grands Echezaux e Richebourg , i più longevi, di DRC che furono ottimi dopo decenni ( ma Tanti La Tache ed Echezaux e Romanée Conti alla frutta) , e un abbastanza recente S.Vivant DRC 1972 che ancora fa lacrimare a chi lo bevve con me quella sera ( ricordo bene Picard e Cheers_it) , anche un recente S.Vivant 1974 scollinato si ma tutt'altro che disprezzabile . Ma sappiamo che su certe cifre e certe bocce , il "potabile" è tutt'altro che il nostro obiettivo ...
PS: fra i produttori "old" ci metto Gouges che fa davvero Pinot quasi eterni ...
Ultima modifica di vinogodi il 13 gen 2010 11:53, modificato 1 volta in totale.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda davidef » 13 gen 2010 11:25

l'oste ha scritto:Rosso di Montalcino 2002 - Poggio di Sotto, ormai era l'ultima bottiglia di un gran bel vino, si sente che c'è qualcosa di "più" rispetto al solito. Ci sono dentro anche le uve del brunello non vinificato nel millesimo. Una goduria, terroso e balsamico, con acidità fresca e che invita alla beva. Piaciuto




una curiosità, ho aperto ieri sera che io l'ultima che avevo di molte prese, questa stappata come alcune altre aveva il tappo paticamente incollato al vetro senza che ci fosse alcuna trafilatura e nemmno un millimetro di imbibimento del sughero sulla parte bassa, roba da spezzare il tappo per tirarlo fuori....capitato anche sulle tue ? una cosa stranizzima questa...bho.

sul contenuto nulla da dire, si beve veramente sempre bene, anche se ritengo che sia giusto arrivato il momento di finire queste bottiglie finchè hanno questo frutto lievemente acido bello vivo ed invogliante...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 13 gen 2010 11:57

vinogodi ha scritto:
l'oste ha scritto:Non saprei, per restare alla gerontofilia più recente, a luglio ho bevuto uno Chambertin 1981 di Rousseau che era un incanto (per non parlare dei De Montille anni '70 dei Dujac anni '80 bevuti dopo vent'anni). Tu mi dirai che sono tra i pochi roduttori borgognoni i cui vini durano nel tempo e so che preferisci i pinot noir sotto i 20 anni. Però sai bene che ben conservate, anche le tipologie meno highlander di Bordeaux o Barolo, possono farti cappottare il naso dalla faccia anche decenni dopo (Mosen Cleto 1953).
... sono fra i pochi produttori che durano nel tempo in Borgogna ... :lol: perà anche qui non voglio generalizzare , anche se molte volte mi sono espresso in tal senso . Anzi , vorrei rettificare quanto ho affermato più volte . Il Pinot Nero non è un vitigno che non invecchia bene , anzi . E' la sua terziarizzazione e le caratteristiche che ne conseguono che non mi attizzano né convincono . Inoltre , a differenza di Bordeaux , ad esempio , è molto meno generalizzata questa sua capacità di evolvere positivamente nel tempo , legata a molte , troppe variabili rispetto , esempio ulteriore , ad un Nebbiolo o grande Brunello . Il produttore qui ha una valenza ancor maggiore che altrove , poi l'annata che qui ha valenza ancor maggiore , poi la tipologia che qui ha una valenza ancor maggiore , la zona e la classificazione che qui hanno una valenza ancor maggiore . Inoltre , più di tanti altri vitigni succitati , è dotato di una delicatezza davvero unica e basta che una di queste variabili non siano assolutamente in linea , ed ecco che scatta l'inevitabile delusione . Che non possa generalizzare è dato anche da alcuni esempi di vecchissimi Grands Echezaux e Richebourg , i più longevi, di DRC che furono ottimi dopo decenni ( ma Tanti La Tache ed Echezaux e Romanée Conti alla frutta) , e un abbastanza recente S.Vivant DRC 1972 che ancora fa lacrimare a chi lo bevve con me quella sera ( ricordo bene Picard e Cheers_it) , anche un recente S.Vivant 1974 scollinato si ma tutt'altro che disprezzabile . Ma sappiamo che su certe cifre e certe bocce , il "potabile" è tutt'altro che il nostro obiettivo ...
PS: fra i produttori "old" ci metto Gouges che fa davvero Pinot quasi eterni ...

Anche a me nonostante gli amichevoli rimbrotti del magister, piacciono moltissimo da giovani, in certi casi probabilmente è obbligato, nei village e anche 1er, per goderne sia la delicatezza che quella gourmandise del frutto che è indubbiamente tra le armi di seduzioni del pn. Però è vero anche che con certi Grand Cru, dimenticarle un po' in cantina non fa male. Peccato davvero per quel RSV 1974 da te...
Di Gouges quasi ultraventennale ho bevuto solo un suo '90 l'anno scorso, sia produttore che l'appelllation Nuits St.Georges, hanno fama e cru che sfidano il tempo. Forse alcune zone della Cote d'Or hanno la caratteristica di produrre vini più longevi, anche adilà dei manici, penso appunto a NSG, a Pommard, ai Clos de la Roche e in genere a Morey.
Un altro manico che mi viene in mente per la longevità ed illibatezza ne tempo dei suoi vini è Engel, non me ne sono capitati di scollinati, magari meno buoni si, ma non "crollati". Ma, per ora, con questo produttore non ho esperienze oltre i 15 anni di bottiglia.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 13 gen 2010 12:10

davidef ha scritto:
l'oste ha scritto:Rosso di Montalcino 2002 - Poggio di Sotto, ormai era l'ultima bottiglia di un gran bel vino, si sente che c'è qualcosa di "più" rispetto al solito. Ci sono dentro anche le uve del brunello non vinificato nel millesimo. Una goduria, terroso e balsamico, con acidità fresca e che invita alla beva. Piaciuto




una curiosità, ho aperto ieri sera che io l'ultima che avevo di molte prese, questa stappata come alcune altre aveva il tappo paticamente incollato al vetro senza che ci fosse alcuna trafilatura e nemmno un millimetro di imbibimento del sughero sulla parte bassa, roba da spezzare il tappo per tirarlo fuori....capitato anche sulle tue ? una cosa stranizzima questa...bho.

sul contenuto nulla da dire, si beve veramente sempre bene, anche se ritengo che sia giusto arrivato il momento di finire queste bottiglie finchè hanno questo frutto lievemente acido bello vivo ed invogliante...

Su questo 2002 nessun problema, ma a volte è capitato, non solo con Poggio di Sotto, di litigare con le pareti del collo per estirpare il tappo. Il perchè "tecnico" sinceramente lo ignoro. Sarà qualcosa legato agli zuccheri o dipende dai sugheri?
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 13 gen 2010 15:51

stecca ha scritto:Waitsofili qualcuno di voi conosce il buon Ben Weaver?
Il disco che preferisco è certamente Stories under nails http://www.youtube.com/watch?v=gEJpI_f6kwU, che è anche il più "rurale" e quello dove il debito col gringo di Pomona è più evidente.
Ma anche gli altri lavori non son male...

Mi ero perso il post, scusa.
Conosco solo proprio quell'album (piaciuto) non ho idea quanti ne abbia incisi, ma mi sembra un ottimo esempio di indie rock, con spruzzate folk, vaghe somiglianze con Steve Earle e influenze vocali di Waits e del Boss.
Siccome pubblica su etichette locali indipendenti, sono dischi che però non si trovano facilmente. Bisognerebbe sentire Redisasso, anche se mi sembr che abbia gusti alternativi abbastanza forti.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 17 gen 2010 17:24

Divertente serata con amici e due conigli ruspanti, declinati in menu: a patè (con i fegati), tagliatelle col suo ragù (cipolla, carote, pomodorini, lardo, erbe, olive taggiasche) e al forno arrosto con patate.
Piccolo giochino/tenzone di abbinamento con alcuni rossi preceduti da due bolle.

Champagne Lamandier Bernier BdB premier cru colore dorato molto luminoso, naso non espansivo e ricco, con torroncino in evidenza, meglio in bocca, pieno e rinfrescante. Piaciutino

Champagne Lamandier Bernier pas dosè molto più aperto e propositivo nei profumi del precedente, in bocca è delizioso, forte con delicatezza. Piaciuto proprio

Hermitage 1998 - Jaboulet colore non scurissimo, quasi da pinot noir. Tanti gli aromi, alloro, rosmarino, carne, frutto e frantoio. In bocca è proprio a punto, in ottima forma, cremoso ed elegante, buona la persistenza anche se non infinita. Con il coniglio sia a ragù che arrosto si sposa radioso. Piaciuto un bel po'

NSG 1er La Vigne Ronde 2005 - Mugneret-Gibourg colore trasparente brillante, parte subito con corredo di profumi classici, piacevoli anche se non debordanti, dai fruttini al balsamico/minerale. In bocca però un filo di acidità alta lo penalizza, per me un po' troppo duretto. Non so se il tempo plasmerà qualcosa, spesso mi sembra che l'invecchiamento con l'acidità agisca diversamente che con i tannini. Piaciutello

Les Poyeaux 2003 - Clos Rougeard sprazzi anche violacei in un rosso luminoso e abbastanza scuro. Il naso è molto pulito, sapido, fruttato ma senza eccessi per l'annata; non molla mai un minuto e anche in bocca è pieno, dona piacere in grande persistenza. Vino della serata di poco sopra all'Hermitage, che invece vince il miglior abbinamento.
Per il coniglio, anche se ruspante, il Clos Rougeard si dimostra un po' troppo presente, pesistente, ci avrei visto della carne brasata con spezie. Piaciuto un bel po'

Percarlo 2004 - San Giusto a Rentennano meglio della bottiglia bevuta tempo fa da vinogodi. Soprattutto i profumi, senza troppa cupezza o broncio. Ieri riempiva il naso di terra, foglie calpestate e un frutto rotondo, profondo. Solo un leggero eccesso alcolico, credo dovuto all'età giovane. In bocca è un mastino, struttura non indifferente da lasciar smussare dal tempo. Buono l'abbinamento con il coniglio arrosto. Piaciuto proprio.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda fable_81 » 18 gen 2010 19:06

l'oste ha scritto:Divertente serata con amici e due conigli ruspanti, declinati in menu: a patè (con i fegati), tagliatelle col suo ragù (cipolla, carote, pomodorini, lardo, erbe, olive taggiasche) e al forno arrosto con patate.
Piccolo giochino/tenzone di abbinamento con alcuni rossi preceduti da due bolle.


[b]Champagne Lamandier Bernier pas dosè molto più aperto e propositivo nei profumi del precedente, in bocca è delizioso, forte con delicatezza. Piaciuto proprio[/b]


Ma il pas dosè, sarebbe il terre di Vertus?
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 18 gen 2010 23:25

fable_81 ha scritto:
l'oste ha scritto:Divertente serata con amici e due conigli ruspanti, declinati in menu: a patè (con i fegati), tagliatelle col suo ragù (cipolla, carote, pomodorini, lardo, erbe, olive taggiasche) e al forno arrosto con patate.
Piccolo giochino/tenzone di abbinamento con alcuni rossi preceduti da due bolle.


[b]Champagne Lamandier Bernier pas dosè molto più aperto e propositivo nei profumi del precedente, in bocca è delizioso, forte con delicatezza. Piaciuto proprio[/b]


Ma il pas dosè, sarebbe il terre di Vertus?

Mi sembra di si, chi me l'ha venduta ha detto pas dosè. E' quella con l'etichetta tondeggiante marrone.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda fable_81 » 19 gen 2010 11:03

l'oste ha scritto:
fable_81 ha scritto:
l'oste ha scritto:Divertente serata con amici e due conigli ruspanti, declinati in menu: a patè (con i fegati), tagliatelle col suo ragù (cipolla, carote, pomodorini, lardo, erbe, olive taggiasche) e al forno arrosto con patate.
Piccolo giochino/tenzone di abbinamento con alcuni rossi preceduti da due bolle.


[b]Champagne Lamandier Bernier pas dosè molto più aperto e propositivo nei profumi del precedente, in bocca è delizioso, forte con delicatezza. Piaciuto proprio[/b]


Ma il pas dosè, sarebbe il terre di Vertus?

Mi sembra di si, chi me l'ha venduta ha detto pas dosè. E' quella con l'etichetta tondeggiante marrone.


Si grazie, nell'etichetta c'è proprio la terra delle sue vigne a Vertus.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda slow ciccio » 19 gen 2010 11:56

l'oste ha scritto:Non so se il tempo plasmerà qualcosa, spesso mi sembra che l'invecchiamento con l'acidità agisca diversamente che con i tannini.

Questione interessante.
Intendi nel senso che mentre col tempo i secondi tenderebbero a distendersi/integrarsi, la prima mostrerebbe meno questa attitudine, tendendo anzi ad accentuare il proprio isolamento in modo un po' autoreferenziale e poco... "gregario"?
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 19 gen 2010 14:16

slow ciccio ha scritto:
l'oste ha scritto:Non so se il tempo plasmerà qualcosa, spesso mi sembra che l'invecchiamento con l'acidità agisca diversamente che con i tannini.

Questione interessante.
Intendi nel senso che mentre col tempo i secondi tenderebbero a distendersi/integrarsi, la prima mostrerebbe meno questa attitudine, tendendo anzi ad accentuare il proprio isolamento in modo un po' autoreferenziale e poco... "gregario"?

Si, esatto, a volte ho sentito dire che l'acidità in eccesso verrà assorbita dal tempo ma, per la mia esperienza, non sono molto concorde con questa affermazione. Mentre per i tannini il riposo in bottiglia porta ad una distensione della morsa tannica che migliorerà indubbiamente bevibilità ed equilibrio del vino, ho la sensazione che un eccesso di acidità da giovane non possa ricevere grandi aiuti dal tempo.
Poi, chiaramente, vi sono altre variabili da considerare come il tipo di vitigno, l'affinamento o altro.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda slow ciccio » 19 gen 2010 14:42

l'oste ha scritto:... ho la sensazione che un eccesso di acidità da giovane non possa ricevere grandi aiuti dal tempo.

Esattamente come un eccesso di carica tannica; certi Sagrantino, tanto per fare un esempio a me geograficamente vicino, diventano ragionevoli sotto questo aspetto solo da defunti :lol: .
Ma infatti non per niente, come dici tu,
vi sono altre variabili da considerare come il tipo di vitigno, l'affinamento o altro


Personalmente ritengo che ogni elemento in eccesso, in quanto tale, creerà disarmonie di fondo che il tempo difficilmente attenuerà. Potrà magari "mischiare le carte", o "depistare", distogliendo l'attenzione dal difetto coi pregi della terziarizzazione dei profumi, o del fascino romantico/emotivo che ogni bottiglia invecchiata inevitabilmente esercita (e mi ci metto in prima linea). Ma un difetto resta un difetto.
In ogni caso, tendo a rilevare ostinati ed "autoreferenziali" squilibri di acidità soprattutto sui vini bianchi, per ovvi motivi (basti citare le vecchie Coulèe de Serrant, ancora belle verdoline brillanti, mah...).

Fermo restando che potrei aver detto una bella serie di strunzate. :lol:
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda gremul » 19 gen 2010 14:51

l'oste ha scritto:
slow ciccio ha scritto:
l'oste ha scritto:Non so se il tempo plasmerà qualcosa, spesso mi sembra che l'invecchiamento con l'acidità agisca diversamente che con i tannini.

Questione interessante.
Intendi nel senso che mentre col tempo i secondi tenderebbero a distendersi/integrarsi, la prima mostrerebbe meno questa attitudine, tendendo anzi ad accentuare il proprio isolamento in modo un po' autoreferenziale e poco... "gregario"?

Si, esatto, a volte ho sentito dire che l'acidità in eccesso verrà assorbita dal tempo ma, per la mia esperienza, non sono molto concorde con questa affermazione. Mentre per i tannini il riposo in bottiglia porta ad una distensione della morsa tannica che migliorerà indubbiamente bevibilità ed equilibrio del vino, ho la sensazione che un eccesso di acidità da giovane non possa ricevere grandi aiuti dal tempo.
Poi, chiaramente, vi sono altre variabili da considerare come il tipo di vitigno, l'affinamento o altro.


per la mia esperienza in fatto di Champagne posso dire che l'acidità di annate come la 96 e, un po' diversamente, l'88 non si risolveranno mai

sono vini che nascono e moriranno iperacidi (intendiamoci è un iperacidità che a me piace ma spesso può risultare slegata)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 19 gen 2010 14:59

... se vi da tanto fastidio l'acidità , evitatte di venire nel mio ufficio . C'ho 'na collaboratrice che vi raccomando ...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda gremul » 19 gen 2010 15:10

vinogodi ha scritto:... se vi da tanto fastidio l'acidità , evitatte di venire nel mio ufficio . C'ho 'na collaboratrice che vi raccomando ...


Marco, vengo io che sono notoriamente un acid lover!! :D :D
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