Anche se in ritardo, ci tenevo anch'io a ringraziare moltissimo Renzo per la cortesia e la perfetta organizzazione, nonché il resto della comitiva per la simpatia e soprattutto per la rilassatezza goduriosa che queste bottiglie richiedono. E' vero, sono stato un po' troppo col mio quadernino ma c'erano almeno tre bottiglie che desideravo assaggiare da anni e ho cercato di appuntarmi la loro progressione nelle varie fasi. Come si dice, per non dimenticare. Anche perché l'età avanza e si sente.
Ciò non toglie che abbia goduto anch'io come un cinghiale, non solo per i borgogna ma anche per la splendida cucina di Palluda e per gli Champagne di apertura e chiusura.
Riguardo ai '91 difficile aggiungere qualcosa di nuovo a quanto è stato detto. La cosa per me più "didattica" è stata l'aver sentito una volta di più che non sempre i punteggi vanno d'accordo con le emozioni: La Tache e lo Chambertin di Leroy sono due vini grandissimi, completi in ogni loro componente, strutturalmente densi quasi come certi Bordeaux, certamente erano i più integri e potenzialmente longevi della batteria. Però, dico una cosa banale, sono due splendide donne con cui non scatta la scintilla, la chimica. Cosa che invece è successo innanzitutto con Jayer e poi con Rousseau. Due vini tutt'altro che perfetti, un po' evoluto il primo e oggettivamente un po' diluito il secondo rispetto agli altri, ma le emozioni per me sono qui. Ponsot parte alla grande ma cala su note un po' vegetali, Le Beaumont di Madame è condizionato da una nota bruciata e da una bocca un po' alcolica-scissa e non risale mai la china. L'unico sotto i 90 per me.
Inutile dire che spero di capitare ancora dalle vostre parti quando la macchina di Renzo, Francesco e gli altri si mette in moto.