Il Comandante ha scritto:l'oste ha scritto:Chateauneuf-du-Pape Chateau Rayas 2001
E' la seconda volta con questa grande annata, ma nemmeno stavolta mi è scattata l'emozione pura.
Vino molto bello e appariscente olfattivamente, profumi puliti di frutttini, spezie, qualcosa di balsamico, forse solo un po' stucchevole per mancanza di progressione nel bicchiere. In bocca è meno impressive, anche se abbastanza equilibrato, pulito e con un finale di media lunghezza.
Questo 2001 come nella volta precedente con alcuni forumisti e come per le altre poche anate che ho bevuto Rayas ('98, '02, '04), a me rimane la sensazione di un ottimo vino, ben disegnato e studiato, che colpisce ma non scalda, secondo me gli manca ancora parecchio se vuole diventare il "Leroy del Rodano" (letta in un forum francese). Piaciuto.
Sono in parte d'accordo, in parte no.
Per prima cosa Rayas può piacere o non piacere, ma è tutto tranne che un "vino ben disegnato e studiato". E' un vino assolutamente vero, non è un vino figlio del marketing e fatto "per le guide".
La 2001 è sicuramente la migliore annata degli anni 2000, per quello che ho provato (00-01-02-03-04) ma anche leggendo in giro. Credo di avere bevuto Rayas 2001 non meno di cinque volte, l'ultima meno di un mese fa.
Quello su cui sono d'accordo è che è un vino che due-tre anni fa mi entusiasmava, mentre oggi mi sto un po' disamorando. Il motivo principale è proprio quella sensazione di "stucchevolezza" che descrivi, dovuta in parte alla dolcezza del frutto ed in parte alla sensazione di bouquet saturante ma poco mobile (nel naso di Rayas c'è un intero mercato ortofrutticolo, con frutta sia scura che a polpa bianca, ed una discreta quantità di fiori, ma mancano altri registri e soprattutto mancano delle note più "severe" ad equilibrare queste note "dolci"). C'è da dire che l'ultimi 2001 che ho bevuto mi ha parzialmente fatto ricredere, perché grazie a qualche leggera nota animale e grazie ad una mobilità nel bicchiere maggiore del solito ha evitato l'effetto stucchevolezza facendomelo godere parecchio fino all'ultimo goccio.
Insomma, anche per me non è più il vino del cuore ma resta davvero un gran bel bere.
Specifico perchè è lecito fraintendere. Nel dire ben studiato e disegnato non volevo riferirmi assolutamente ad un vino di marketing, anzi, proprio il fatto pregevole di essere biodinamico lo pone ancor più fuori dalla cerchia dei vini "finti"e di "mercato". Quello a cui facevo riferimento è che rispetto agli altri CdP sia un "atipico" della tipologia, sia per lo stile scelto (finezza più che muscoli) che soprattutto per il fatto di essere concepito di solo uve grenache, che in una appelation che consente ben 13 vitigni rossi è sicuramente una distinzione studiata, una scelta. Trovo che sia un vino che lascia più ricordi olfattivi che palatali e questo in parte per me ne limita il giudizio sull'equilibrio delle componenti e anche per quanto dici sulla mancanza di altri registri, concordo senza dubbio.
Su quanto dice invece Baroloonline, riporto il gossip-battuta (si sa, tra concorrenti) fattomi un paio di mesi fa da un produttore del Rodano, ovvero che il Rayas è un vino da trattare quasi come un pinot noir, meglio berlo giovane e goderne dei profumi perchè non ha grande longevità ed evoluzione...