Messaggioda l'oste » 15 feb 2009 03:47
Ogni scusa è buona per bere, belle mangiate tra ieri e oggi, in casa e fuori con buoni amici e buone cibarie, su tutti il carpaccio di tonno affumicato con insalatina e pinoli, la minestra d'orzo, parmigiano e zucca e il raviolo aperto con ragù di agnello e salsa di menta.
Anche un fragrante e vanitoso Champagne Vilmart, poi qualche rosso:
Chianti Viacosta 2001 - Rodano la solita perfetta elegante parlata toscana in un bicchiere. Ieri anche un fruttino tendente a Volnay. Pulito, rotondo, appaganate, grande beva. Piaciuto, al solito, parecchio.
Gattinara 1990 - Travaglini il colore tende all'arancio scuro, ancora luminoso, i profumi iniziano "scuri", poi sventaglia una rosa macerata molto nitida e persistente, sempre dentro ad una cornice aromatica minerale; nel finale anche una percezione fresca un po' curiosa tipo di finocchietto o aneto. In bocca volume molto ampio, sensazione di caldo non alcolico a centro bocca, pian piano prende con fermezza tutto il palato, grazie ad un tannino ancora vivo e fresco ma addolcito e smussato dal tempo. Finisce, dopo un bel po' di minuti con un sapore minerale che chiude il cerchio. Piaciuto abbastanza.
Gattinara 2003 - Travaglini colore bello scuro, guizzi di rosso granato. I profumi sono un po' semplici e sul frutto, manca la mineralità fremente e tenace del '90, ma mi piace la radice con quel dolcino di retrogusto. Anche il palato non è male, meno caldo di quanto mi aspettassi, certamente abbastanza pronto per la tipologia, ma molto pulito, con buona bevibilita. Piaciutello.
Chateau La Fleur-Gazin 1995 - Pomerol rosso bordeaux ça va sans dire molto luminoso, brillante. Al naso inizalmente un po' di legno dolce e vaniglia, poi fa capolino un tabacco con un frutto scuro non ben definito, profumi di buon tono ma un po' ammassati. Meglio al palato, dove il merlot crea una scia di velluto tiepido sulla lingua, anche qui si sente l'affumicato e il tabacco, di medio corpo ma con un finale abbastanza lungo. Piaciutino.
Chateau Haut Brion 1992 - Pessac Leognan
Annata terribile di uno dei più grandi vini del mondo oggettivo. Per i soggettivi che discordano, sincero cordoglio.
Il colore inizia rosso granato abbastanza scuro, poi lentamente prende ad illuminarsi e vedo luccicare nel bicchiere una cometa rossa luminosa, come una spirale. Ho pensato seriamente ad un'allucinazione. D'altronde guardando il millesimo, un vino abbastanza irreale. Profumi sempre di finezza estrema, ma leggeri e con fruttini rossi quasi da pinot nero, ricco di mineralità, con semplicità aromatica e quella capacità di alternare profumi puliti, come fanno i grandi. Nessun sentore di affumicato o tabacco, ha meno austerità e molta disponibilità. In bocca non "spacca" per complessità, forse qui si sente l'annata irregolare, manca volume, anche se ha dinamismo e riesce a piacere ugualmente grazie alla dolcezza della seta tannica, anche qui non marcata come da fama della riva sinistra. Finale con ritorno dolce educato, mi sarò fissato, ma ancora penso ancora alla borgogna, con il frutto rosso "schioccante" e lo spolvero minerale che tornano in una persistenza tannica di media lunghezza e trama morbida. Piaciuto un bel po'.
E domani tagliatelle fatte in casa al ragù "delle quattro ore"...alè...buonanotte...
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.
Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini