Messaggioda Dedalus » 06 gen 2009 01:02
Alcune considerazioni sui singoli vini.
Mi fa molto piacere che cominci ad uscire bene il Vigna Rionda 1996 di Massolino, per tre motivi. Perché ne ho diverse bottiglie in cantina, perché l'ho sempre considerato un ottimo vino ed un ottimo Barolo, perché dimostra con ottimo tempismo e piuttosto chiaramente quale sia la stoffa e la consistenza della retorica anti-talebana. Mi piacerebbe sapere se per caso quei sentori che voi descrivevate affini alla mortazza (noce moscata mista a grasso, ricordo) non si siano precisati in quelle sfumature balsamico-salmastre che fanno il descrittore dominante del vino in praticamente tutte le annate, appena uscito sul mercato.
Mi fa molto piacere che una volta di più esca benissimo un Villero, cru che io considero come fra i più vocati in assoluto di Langa (non che sia molto originale, beninteso...). Anche qui certe idee di pregiudizio massimalista, che vorrebbero i soliti talebani appassionati solo dei cru di Serralunga e Monforte, dimostrano di essere infondate. Mi piacerebbe leggere più spesso anche degli altri Villero, a partire da quello di Mascarello, troppo spesso messo in ombra dai due Monprivato.
Non mi sorprende invece la non esaltante prestazione del Cà d'Morissio 1996, che mi era parso fin dall'uscita un vino di non assoluto equilibrio/integrità.
Di Voerzio ho qualche dubbio principalmente sulle annate 1998 e 1999, piuttosto cupe, e su quelle successive molto più serene ma meno incisive per nitore. Sarebbe interessante sentire più spesso anche questi, ma il costo è ancora un'ostacolo non piccolo.
Mi piacerebbe leggere qualche nota più dettagliata su Liste, vino che ricordo di straordinario lignaggio ma con qualche limite sul lato degli spunti evolutivi-ossidativi, un poco precoci, e sullo Sperss che ho sentito una volta sola molto tempo fa, e non ricordo particolarmente bene.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”