Wineduck ha scritto:Ho scritto.
Ho cotto.

Wineduck ha scritto:Ho scritto.
Wineduck ha scritto: D'altronde è lo stesso Meursault che ammette candidamente di disprezzare il vino che piace ad altri (anzi che piace a centinaia di migliaia di consumatori), tanto da volerci fare al massimo il ragout come si fa con vini difettati: voi come lo chiamate questo atteggiamento?
meursault ha scritto:Il Comandante ha scritto:Comunque do volentieri anch'io il mio contributo: un esempio per me di vino spettacolare all'uscita e che nel tempo ha, perlomeno in parte, deluso quello che si poteva presagire è il Vigna Rionda '96 di Massolino. Che non è morto come lo Chardonnay di Planeta -e ci mancherebbe- ma è passato dalla categoria del grande/grandissimo, che pareva pertinergli all'uscita, a quella del semplicemente buono (quando va bene).
Che è poi quello che in linea di massima hanno detto tante altre persone, salvo poi beccarsi nomi e nomignoli.
Comunque poi non è necessario parlare e confrontarsi con tutti, fortunatamente si può scegliere, le persone con cui si beve come il vino da mettere sulla tavola, io personalmente lo Chardonnay di Planeta lo uso volentieri per sfumare il ragù (giusto così per stemperare un po i toni), gli altri facciano quello che vogliono.
Wineduck ha scritto:Smettiamo quindi di mettere tutti sullo stesso piano: io sono un provocatore nei toni e nei termini ma le mie provocazioni sono chiaramente dirette a sbeffeggiare comportamenti che non hanno niente di tollerabile in assoluto, soprattutto da parte dei moderati e dei veri appassionati al mondo del vino.
Francvino ha scritto:Aggiungo che la discussione può esser davvero interessante, a patto che non si trascenda in accuse e ritorsioni personali.
Poi riprendiamo il tema aramisiano del vino a tavola, davvero molto sentito se la Guida de l'Espresso ha messo nero su bianco (ossia nelle prime pagine, prima di accedere alle diverse regioni) la necessità/dovere di valutare un vino anche in base alla propria adattabilità nel sostenere e amplificare il piacere della tavola.
Wineduck ha scritto:Fra criticare una bottiglia e criticare tutta la produzione di una certa referenza (compresa la sua possibilità di evoluzione futura), c'è una differenza abissale! Come si fa a non capirlo? E sopratutto come si fa ad essere così presuntuosamente convinti delle proprie capacità degustative? Nemmeno un supercritico professionista (ecomicamente indipendente) si azzarderebbe a sostenere una simile tesi! Lo potrebbe fare un razzotto fessachiotto alle prime armi degustative, o qualcuno che bevendo solo e sempre gli stessi vini sia incapace di comprenderne altri, ma non un personaggio credibile ed enologicamente affidabile.
Dudley ha scritto:Se non si accende il cervello prima di scrivere finisce che si rompono i coglioni, anzichè parlare di vino.
Il tante altre persone del Conte non voleva evidentemente avere nessun altro valore che quello di indicare "lo sparuto gruppo di appassionati" con cui, qualche volta, si condivide un'opinione verso certi vini.
Nessuno qui si considera IL VERBO, si vorrebbe solo avere la pretesa di dire quali vini ci piacciono e quali no, senza avere un esercito di gattini appesi alle palle che gridano al talebano o alla setta.
Per altro, come il professionista incallito del gioco delle tre carte insegna, si cita un concetto caro (il dannato mercato), solo quando fa comodo: il barolo che si vende a casse, come lo chiamano, non se l'è inculato nessuno, ultimamente, sul forum delle offerte.
Lo si è svenduto a 35 euro, per la cronaca.
Le altre bottiglie di 98,99,00 e 01, sono tutte lì ancora in bella mostra, basta saper guardare.
Per quanto riguarda invece il resto della produzione nebbiolista, nessuna chiusura, almeno da parte mia, visto che non disdegno per nulla un Oberto o un Clerico che proprio tradizionalisti non sono.
E, guarda guarda, confesso che quello che consideravo un tempo un gran vino del cazzo - il Parafada di Massolino - é ultimamente quello che bevo con più piacere.
E, parlando d'altro vino, a me il Montiano 05 è piaciucchiato: questo prova che io e il Conte abbiamo gusti diversi oppure è necessario spappolare ancora le gonadi al prossimo ogniqualvolta venga scritta una nota un poco meno perifrastica, un poco meno accondiscendente su un vino conosciuto?
Il Comandante ha scritto:Ci sono vini che apprezzo e che fatico a collocare a tavola (ad esempio i riesling tedeschi non trocken) ed altri che non apprezzo ma che su alcuni piatti trovano una loro validità (il sommelier di Cracco mi fece provare il bianco di Castello di Lispida, per me quasi imbevibile, in un abbinamento -che purtroppo ora non ricordo- che dimostrò una sinergia notevole). In entrambi i casi la mia valutazione del vino è comunque basata sulla sua degustazione "in solitaria".
Il Comandante ha scritto:Francvino ha scritto:Aggiungo che la discussione può esser davvero interessante, a patto che non si trascenda in accuse e ritorsioni personali.
Poi riprendiamo il tema aramisiano del vino a tavola, davvero molto sentito se la Guida de l'Espresso ha messo nero su bianco (ossia nelle prime pagine, prima di accedere alle diverse regioni) la necessità/dovere di valutare un vino anche in base alla propria adattabilità nel sostenere e amplificare il piacere della tavola.
E' un punto di vista che ha una sua ragion d'essere, ma mi ritrovo più nell'idea di Rossano.
Preferisco separare la valutazione dei vini, che secondo me deve prescindere del tema dell'abbinamento, da quella della loro versatilità a tavola.
Ci sono vini che apprezzo e che fatico a collocare a tavola (ad esempio i riesling tedeschi non trocken) ed altri che non apprezzo ma che su alcuni piatti trovano una loro validità (il sommelier di Cracco mi fece provare il bianco di Castello di Lispida, per me quasi imbevibile, in un abbinamento -che purtroppo ora non ricordo- che dimostrò una sinergia notevole). In entrambi i casi la mia valutazione del vino è comunque basata sulla sua degustazione "in solitaria".
Dedalus ha scritto:
Tipico dei moderati e dei veri appassionati del vino, quello di decidere quale atteggiamento altrui "non ha niente di tollerabile", addirittura "in assoluto", e a concedersi quindi autarchicamente il diritto di provocare e sbeffeggiare, denigrare chi la pensa diversamente da sé, ad augurarsene la riduzione al silenzio, anzi a pretenderla, arrivando al punto di passare sopra persino al principio della libertà di espressione, alla radice stessa della democrazia, qui nella forma di libertà critica che ci si concede il lusso di trasgredire parlando di "scusa a cui non crede più nessuno".
Ma chi sei? Chi ti ha nominato commissario d'emergenza, chi ti ha eletto tiranno del forum?
Cerca di fermarti un momento, di distaccarti anche solo un attimo dalla tua furia persecutoria. E cerca di capire che ti stai comportando da Savonarola. Da invasato, al punto da oltrepassare quella misura moderata e democratica che vorresti imporre. Con la forza. Tu. Non gli altri, che pretendono solo di poter dire la loro sui vini che bevono, secondo la loro personalissima inclinazione gustativa ed espressiva.
vignadelmar ha scritto:Dedalus ha scritto:
Tipico dei moderati e dei veri appassionati del vino, quello di decidere quale atteggiamento altrui "non ha niente di tollerabile", addirittura "in assoluto", e a concedersi quindi autarchicamente il diritto di provocare e sbeffeggiare, denigrare chi la pensa diversamente da sé, ad augurarsene la riduzione al silenzio, anzi a pretenderla, arrivando al punto di passare sopra persino al principio della libertà di espressione, alla radice stessa della democrazia, qui nella forma di libertà critica che ci si concede il lusso di trasgredire parlando di "scusa a cui non crede più nessuno".
Ma chi sei? Chi ti ha nominato commissario d'emergenza, chi ti ha eletto tiranno del forum?
Cerca di fermarti un momento, di distaccarti anche solo un attimo dalla tua furia persecutoria. E cerca di capire che ti stai comportando da Savonarola. Da invasato, al punto da oltrepassare quella misura moderata e democratica che vorresti imporre. Con la forza. Tu. Non gli altri, che pretendono solo di poter dire la loro sui vini che bevono, secondo la loro personalissima inclinazione gustativa ed espressiva.
Il Dedalus che scrive queste illuminanti parole è lo stesso che ieri mattina scriveva :" Io vorrei evitare che si cadesse nella provocazione velenosa ed insulsa di vignadelmar (.........) Tu che sei intelligente, sfuggi dal tranello trolleggiante, e cerchiamo di non mandare in vacca anche questo thread." ?????
Dedalus ha scritto:
Se non sai distinguere fra la novità e l'autorevolezza, e poi ti compiaci pure del marasma sollevato dall'equivoco non è colpa mia.
Del resto hai ammesso tu stesso di essere ideologico, hai ammesso tu stesso di divertirti nei litigi.
Che vuoi da me? Tu l'hai detto.
Wineduck ha scritto:ti piace poter criticare un una bottiglia che non ti è piaciuta (anche a me)
Wineduck ha scritto:Per rispetto dell'Oste e degli altri partecipanti, evito di rispondere a tono alle deliranti parole di quel soggetto che tutti i forumisti più anziani conoscono ed hanno ormai inquadrato per il suo reale stato mentale. Non è mai successo in quasi sei anni di frequantazione di forum telmatici che lo sia visto cessare una diatriba per primo; anche in questo thread potete trovare almeno 3 suoi post in cui conclude scrivendo che chiude la discussione: in realtà non lo fa mai e chi lo conosce sa il perchè. E' più forte di lui. Tocca quindi sempre a noi abbozzare.
Non prima però di far notare che ha finito per confessare il suo reale intento (ma non di tutti i "taliban"): scimmiottare la critca professionistica. Proprio la direzione opposta che, a mio parere, i veri appasionati dovrebbero perseguire. La condivisione emotiva del vino non ha niente a che vedere con la valutazione professionale. Ovvero giudicare emotivamente e contestualmente quello che si ha nel bicchiere, senza azzardare improbabili ipotesi su produzioni, lotti, imbottigliamenti, contaminazioni ed altri aspetti aziendalistici per cui bisognerebbe essere molto preparati prima di parlare e per i quali è necessario usare altro linguaggio rispetto a quello dei nostri prodi.
Non è questione di forma ma di sostanza.
Wineduck ha scritto: ti piace poter criticare un una bottiglia che non ti è piaciuta (anche a me) ma non emetti nessuna "fatwa" verso quella etichetta e quella annata, e sei disposto a scrivere l'opposto se trovi una bottiglia che ti piace.
Questa è la differenza: non è sottile e non è una differenza da poco.
Wineduck ha scritto:Ovvero giudicare emotivamente e contestualmente quello che si ha nel bicchiere, senza azzardare improbabili ipotesi su produzioni, lotti, imbottigliamenti, contaminazioni ed altri aspetti aziendalistici per cui bisognerebbe essere molto preparati prima di parlare e per i quali è necessario usare altro linguaggio rispetto a quello dei nostri prodi.
Non è questione di forma ma di sostanza.
Il Comandante ha scritto:l'oste ha scritto:Certo, se tra le pagine ci fosse stata una disanima personale sui vini (da Planeta in su), che hanno deluso nel tempo le note dell'uscita, mica sarebbe stato un delitto eh...
Veramente mi pare Rossano ssotenga il contrario, ovvero che già all'uscita fosse perfettamente leggibile il (mediocre) futuro dello Chardonnay '98 di Planeta.
Comunque do volentieri anch'io il mio contributo: un esempio per me di vino spettacolare all'uscita e che nel tempo ha, perlomeno in parte, deluso quello che si poteva presagire è il Vigna Rionda '96 di Massolino. Che non è morto come lo Chardonnay di Planeta -e ci mancherebbe- ma è passato dalla categoria del grande/grandissimo, che pareva pertinergli all'uscita, a quella del semplicemente buono (quando va bene).
Il Comandante ha scritto:Dedalus ha scritto:Dall'altra un assaggiatore che non conosco e di cui non so nulla, ma che equivoca pesantemente, a giudicare da questo aneddoto, il senso della buona degustazione di batteria. Che deve essere rivolta alla fruizione finale del vino e non alla tecnicità e alle esigenze di efficienza della degustazione di batteria.
Che ci sia un tipo di vino "buono" per la degustazione tecnica, o ancora peggio per la degustazione di batteria, specie se numerosa, io la ritengo la più grave -perché comunissima- stortura inflitta dalla critica anni '90 al sistema del vino di qualità, italiano e non.
Qualche giorno scriverò le mie riflessioni sul ripensamento critico della degustazione cieca, così JtF aggiunge un altro capitolo al suo libro.
Dedalus ha scritto:Dudley ha scritto:il problema é capire come mai qui dentro i vini sembrino quasi tutti tra il buono ed il buonissimo.
Ecco, formulazione incisiva e sintetica.
Alla quale aggiungo la mia postilla polemica che ha cominciato la discussione: il problema è capire come mai qui dentro se dici che un vino di nome (commerciale, critico, di blasone) non è tra il buono ed il buonissimo ti becchi regolarmente del talebano e dintorni.
JohnnyTheFly ha scritto:Dedalus ha scritto:Dudley ha scritto:il problema é capire come mai qui dentro i vini sembrino quasi tutti tra il buono ed il buonissimo.
Ecco, formulazione incisiva e sintetica.
Alla quale aggiungo la mia postilla polemica che ha cominciato la discussione: il problema è capire come mai qui dentro se dici che un vino di nome (commerciale, critico, di blasone) non è tra il buono ed il buonissimo ti becchi regolarmente del talebano e dintorni.
Solo?????? Beato te. Ti puoi ritenere fortunato.
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