Palma ha scritto:Quali sono le caratteristiche che portano praricamente tutti a preferire, non di pochissimo, il 1999? Si ragiona sull'oggi o sulle prospettive future?
Io ho trovato bottiglie di Osso 99 che hanno fornito alterne prestazioni, a volte grandiose, a volte un po sotto tono.
Personalmente ritengo le bottiglie giuste veramente grandi, sui 93 punti o giù di lì, certamente giovani ma già leggibili ed espressive.
Non so se può aiutare ma in quelle bottiglie, rispetto alle altre, ho notato che il tono ferroso è si presente ma contornato da rimandi balsamici, sbuffi quasi mentolati e anche un discreto frutto.
Le bottiglie non eccelse, seppur buone, tendevano a svuotarsi un po in bocca e a mettere in evidenza toni ematici e ferrosi.
Probabilmente dipende dalla fase che attraversa il vino, o dalla differenza tra le bottiglie, non so, magari stasera ne stappo una.
E comunque intanto che ci siamo parliamo di vino, la vigilia bevuto diverse cose interessanti:
Monfortino 1996 partiva male, con naso non proprio nitido, per poi virare con l'ossigenzione, molto lentamente, su note di arancia amara ed erbette ( quelle che da noi si chiamano rosole).
Non proprio un naso da guinnes e non proprio in evidenza il frutto bianco e l'anguria, forse siamo in una sinusoide involutiva (nuovamente?).
Anche in bocca è serrata, austero e compatto, il tannino è sempre meraviglioso, ma comunque il vino non si distende mai completamente.
Crichet Pajè 1982 ha un naso moto particolare, quasi animale e non di estrema pulizia, ci sono tante belle robe dentro anche se non nitide e cesellate come una statua greca.
In bocca invece mette la marcia e nonostante una grande gioventù satura il palato in modo perfetto, davvero lungo.
Ottimo anche il Brunello
1988 la Cerbaiona di Diego Molinari, piuttosto terziarizzato ma da buon sangiovese rimane il comagno migliore per le tagliatelle al ragù.
Il campione della giornata però è uno splendido
Barolo 1986 di Bartolo Mascarello, senza meno un grandissimo vino.
L'equilibrio e la perfezione di questo vino sono discrete, non c'è un elemento che sovrasta gli altri, l'equilibrio e il punto di maturazione ottimale ne amplificano la bevibilità già mostruosa.
Che dire, un velluto, chapeau......non avevo mai bevuto un vino di Bartolo così buono.
Si chiude con un
Granbussia 1971 un po evuoluto, soprattutto in bocca, ma con un naso davvero interessante che ti racconta un bel di Langa.......e noi stiamo ad ascoltare volentieri.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)