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Intervista all’ex oligarca russo: “Putin è un gangster e può sempre attaccare di nuovo. Ma Zelensky si è mosso male, non è così che si tratta con l’America di Trump”
«Se arrivasse la pace in Ucraina, lo scenario migliore sarebbe una nuova Guerra Fredda. Ma Putin continuerà ad attaccare l’Europa». Mikhail Khodorkovsky ci accoglie nel suo studio al centro di Londra. Non ha mai perso il sorriso e l’umorismo, difatti ci mostra sul cellulare un video fatto con l’intelligenza artificiale di Putin che ride a crepapelle mentre si gode in tv l’umiliazione di Zelensky da parte di Trump e Vance. Oggi l’ex oligarca e attivista democratico russo, a 61 anni, è in esilio a Londra dopo esser stato incarcerato da Putin per oltre un decennio. Ma non è ottimista, «perché l’incubo quotidiano dello zar è perdere consenso e potere».
Anche oggi, che sembra avere una posizione di forza?
«Sì. Per questo scatena sempre nuove guerre. Quando si trova in difficoltà, attacca: Cecenia, Georgia, Crimea e nel 2022 l’offensiva finale in Ucraina. È il suo modus operandi».
E ora a che punto siamo?
«Ci sono due scenari possibili. Il primo, quello peggiore, è un’escalation di Putin, fomentata dalle incertezze e incomprensioni che stanno spaccando l’Occidente. Potrebbe convincersi che è il momento buono per prendersi quasi tutta l’Ucraina, vista la riluttanza degli americani a continuare a combattere. A quel punto potrebbe anche andare avanti, e le prossime vittime saranno i Paesi Baltici, la Moldavia, fino alla Polonia e alla Romania».
E lo scenario migliore?
«Si arriva a un cessate il fuoco sulle linee attuali di occupazione russa, ma non a un vero accordo di pace. Allora inizierà una nuova Guerra Fredda, tra la Russia e l’Europa. Difficile dire come si comporteranno gli Stati Uniti di Trump, ma ipotizziamo che questo stallo durerà cinque anni. Allora può succedere di tutto».
Per esempio?
«Se non ci saranno garanzie di sicurezza in Ucraina, magari Putin riattaccherà di nuovo. Oppure non sarà più al potere e magari l’opposizione in Russia rinascerà. In ogni caso, dopo le clamorose e controproducenti scene che abbiamo visto l’altro giorno alla Casa Bianca tra Trump, Vance e Zelensky, Putin è più forte e avrà ancora più peso sul tavolo negoziale».
È stata un’imboscata contro Zelensky?
«Non lo so. Però Zelensky nell’ultimo periodo ha giocato male le sue carte. Non so se sia il presidente giusto in questo momento. L’America, anche con Trump presidente, guida comunque l’Occidente. Zelensky avrebbe dovuto essere più accondiscendente, e per esempio firmare subito l’accordo sui minerali. Andare da soli, o forzare la mano, non porta frutti. Difatti, Trump ha tagliato subito gli aiuti militari a Kiev. Non è stata una mossa affatto giusta, sia chiaro, ma così Zelensky ha perso soltanto tempo. Difatti nelle ultime ore, Regno Unito, Francia e gli altri lo hanno convinto a firmare».
Ma, qualora si raggiungesse un cessate il fuoco, la proposta di truppe di peacekeeping di Londra e Parigi in Ucraina per convincere Trump a un ombrello militare di sicurezza, secondo lei è realistica?
«Sarei estremamente sorpreso se Putin accettasse una cosa del genere. Ha scatenato questa guerra anche per la “eccessiva” vicinanza della Nato, secondo lui. Potrebbe mai ora dire di sì? A meno che siano forze più di polizia che militari».
Un altro buco nell’acqua dell’Europa?
«Non in questo caso. È così che si negozia con Trump. Macron e Starmer sono andati a negoziare faccia a faccia con lui, cercando di portare proposte concrete, da businessmen. Mentre l’Europa spesso non capisce che le vecchie convenzioni oggi sono saltate. Bisogna andare da Trump, dire chiaramente cosa si vuole, cosa si offre in cambio, e ricordare a questa amministrazione i legami storici tra le due sponde dell’Atlantico e come possiamo essergli utili. Perché questi hanno la memoria corta. Oppure odiano platealmente l’Europa, vedi Vance nel suo recente discorso a Monaco».
Ma questo appeasement di Trump con Putin quanto è pericoloso secondo lei?
«Purtroppo la posizione occidentale oggi è più debole di quella di Putin. E l’Europa avrebbe dovuto muoversi molto prima su Difesa e Sicurezza. Ora non ha tempo da perdere. Ma non deve commettere errori. Per esempio, l’ultima proposte di utilizzare le centinaia di miliardi di asset russi congelati mi sembra sbagliata».
Perché?
«Sarebbe un cattivo precedente nel mondo della finanza e andrebbe contro la Rule of Law. In ogni caso, Putin è un gangster, e gli piacciono i modi di Trump. Parlano la stessa lingua. Non dico che Trump sia un bandito, e per me non è neanche colluso con la Russia. Ma i due si prendono, è innegabile. E se Trump, nonostante tutte le polemiche, riuscisse a ottenere un accordo decente per l’Ucraina, allora potrebbe meritarsi anche il Nobel per la Pace».
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