Wineduck ha scritto:"Il valore di un bene non nasce nelle fabbriche, ma dai bisogni che quel bene soddisfa""
Le epoche cambiano con sempre maggior velocità, la tecnologia è un inevitqbile acceleratore di cambiamenti. Ma anche se estremamente adattabile come animale, l'essere umano nel suo nucleo interiore conserva ancora meccanismi atavici.
Forse, utopisticamente, bisognerebbe domandarsi se globalmente "Le Economie" stiano seguendo una scala di bisogni reali dell'uomo, basata anche su impulsi naturali e quasi primordiali.
Il bisogno di parlare dal vivo con i propri simili, l'osservazione gratis della natura, la necessità di seratonina autoprodotta, il piacere di fare l'amore non solo dal punto di vista sessuale, ma inteso come fare le cose con amore, per sé stessi e per gli altri, anche nella produzione industriale.
In nome di molti "bisogni" fittizi creati dalle aziende e trasformati in irrinunciabili dipendenze dalla comunicazione pubblicitaria, molte persone hanno le case piene di oggetti, i telefoni pieni di app e accounts, ma sono apatiche, senza stimoli se non quello di procurarsi una nuova "dose" di consumismo o di piacere virtuale.
Short pleasures for short minds.