Le bevute ottobrine

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vinogodi
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda vinogodi » 30 ott 2024 20:03

Wineduck ha scritto:Grazie Fiore, bellissime note! Questa vostr degustazione è stata un inno al sangiovese chiatigiano su varie altidudini e denominazioni comunali: bravi!
Secondo me è così che si celebra la grandezza di questo vitigno, non servono le contrapposizioni - più o meno scherzose - con il nebbiolo. Chi davvero pensa che il vitigno piemontese sia superiore al sangiovese chiantigiano è semplicemente un degustatore incompleto. Il resto è noia.
...siam qua per divertirci ... :mrgreen:
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MrLuDac
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda MrLuDac » 31 ott 2024 01:38

Pisan-Battel, M Pas Dosè
Dalla new wave del MC di San Severo, la bolla che non ti aspetti. Naso finissimo, agrumi e pietra, bolla altrettanto fine seppure un filo aggressiva, al sorso elegante ed anche piuttosto lungo. Piacevolmente sorpreso, qui c'è da indagare...

Ambiziosa di Kalamass
Realtà rampante del Canavese, Barbera 90% con saldo 10% di Erbaluce surmatura :shock: . Passaggio in barrique esauste, 12 mesi, e poi in bottiglia. Naso molto goloso, fragola e spezia leggera, al sorso morbido ed ampio. Decisamente intrigante, i miei ospiti entusiasti...niente da obiettare.

Val Delle Corti Ris 2020 :
Dopo mezz'ora dall'apertura al sorso è un velluto pieno e goloso, naso vabbè manco a dirlo. Altre bocce rimarranno in cantina, ma è un vino già molto, molto godibile.
Nexus1990
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda Nexus1990 » 31 ott 2024 12:53

Wineduck ha scritto:Grazie Fiore, bellissime note! Questa vostr degustazione è stata un inno al sangiovese chiatigiano su varie altidudini e denominazioni comunali: bravi!
Secondo me è così che si celebra la grandezza di questo vitigno, non servono le contrapposizioni - più o meno scherzose - con il nebbiolo. Chi davvero pensa che il vitigno piemontese sia superiore al sangiovese chiantigiano è semplicemente un degustatore incompleto. Il resto è noia.

Grazie Ale. Alla fine qua si scherza ma il Nebbiolo buono piace anche a me. Ciò che non mi torna è che a volte, anche su questi lidi, si equipara il Chianti Classico alla Barbera d’Alba o al Langhe Nebbiolo e con tutto il rispetto mi sembra una comparazione ridicola
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l'oste
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda l'oste » 31 ott 2024 20:25

Nexus1990 ha scritto:
Wineduck ha scritto:Grazie Fiore, bellissime note! Questa vostr degustazione è stata un inno al sangiovese chiatigiano su varie altidudini e denominazioni comunali: bravi!
Secondo me è così che si celebra la grandezza di questo vitigno, non servono le contrapposizioni - più o meno scherzose - con il nebbiolo. Chi davvero pensa che il vitigno piemontese sia superiore al sangiovese chiantigiano è semplicemente un degustatore incompleto. Il resto è noia.

Grazie Ale. Alla fine qua si scherza ma il Nebbiolo buono piace anche a me. Ciò che non mi torna è che a volte, anche su questi lidi, si equipara il Chianti Classico alla Barbera d’Alba o al Langhe Nebbiolo e con tutto il rispetto mi sembra una comparazione ridicola

Al netto che i gusti son gusti ma concordo con te e Alessandro. Il Chianti Classico nelle espressioni che avete stappato è oggettivamente terra di grandissimi vini, con tutto il rispetto per barbera e tanti langhe nebbiolo normali, obbiettivamente non c'è lotta.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
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ucce
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda ucce » 01 nov 2024 10:47

Nexus1990 ha scritto:Ieri una interessante bevuta in compagnia di amici, tema Chianti classico, ognuno portava una boccia:
Castell’in Villa 2017
Un po’ segnato dal caldo dell’annata, in parte nella percezione di calore alcolico e nella maturità del frutto (nulla di eccessivo, comunque) ma sopratutto nei tannini, meno eleganti di quelli a cui la principessa ci ha abituati: ciò detto, tutto considerato è una bella riuscita, la parte aromatica è rinfrescata dal tocco balsamico, al sorso c’è aciditá e buon allungo salino. 16
Villa Pomona 2016
Se volessi spiegare a qualcuno cos’è il Chianti Classico gli avrei servito questo vino: tipico che più tipico non si può, sanguigno e agrumato, frutto luminoso, sorso di bella energia sorretto da una spina acida da manuale del Chianti. 16,25
Alongi Vigna Barbischio 2016
L’asticella si alza decisamente con questo bellissimo Chianti di Gaiole che inizia con una forte riduzione ma con calma svela una natura floreale dolce irresistibile, una nota cosmetica quasi borgognona, poi i piccoli frutti rossi. Bocca golosa e avvolgente, di tessitura raffinata, con dei tannini sferici, spumosi, perfetti. 17
Monteraponi Baron Ugo 2016
Naso di complessità irradiante che spazia dal floreale alle spezie dolci passando per erbe aromatiche, agrume candito ma cambia tanto nel calice e col tempo La spezia (o mélange ndr) si fa più scura e il vino si si dirige verso un profilo silvestre arrichendosi di ginepro e foglie di tè, una lieve ma distinta nota fumè. La bocca è una discreta esplosione di sapore, portata avanti dall’aciditá e dalla sapidità tipiche del territorio radesse, si sente perfino una nota di pompelmo rosa, se vogliamo manca proprio un filo di centro bocca per superare la soglia dell’eccellenza. Molto buono oggi, forse con 3-5 anni di ulteriore affinamento potrà guadagnare qualche punto ulteriore in termini di coesione tra le parti. 17,5
Montevertine 2014
Che dire, versione tra le più trasparenti e delicate di questo bellissimo vino tanto discusso ultimamente sul forum, più in relazione al prezzo che alla qualità, direi indiscutibile. Il vino si presenta chiaro e trasparente, quasi rosa nel colore, tenue, sembra fragile ma che bel respiro che ha, la parte aromatica è cesellata, c’è l’arancia dolce ma pure il sangue e la terra e la liquirizia in bastone a dipingere le ombre del paesaggio. Perfetto oggi e per i prossimi 2/3 anni. 17,25
Castello di Ama Riserva 2006
Bella sorpresa, un vino molto diverso da tutti gli altri nei suoi sentori boschivi, terrosi, di pepe nero e chiodi di garofano, ma anche cuoio e carne affumicata. Bocca che mostra grande equilibrio, precisa, che rivela una parte amara molto interessante di china ed erbe officinali 16,75
Castell’in Villa 2010
E qui bisogna togliersi il cappello davanti alla Principessa (come l’etichetta giustamente prevede) che firma un vino di integrità imbarazzante, abbiamo servito tutti i vini alla cieca e i commensali pensavano che fosse un vino di 5 o 6 anni. Sulla falsariga del bel vino di Pomona (sangue, agrume, pulizia del frutto) ma elevato al quadrato, con il plus della finezza della trama tipica di questo vino ma che non c’era nella 2017. Ogni assaggio di questo vino mi conferma ciò che pensò da tempo, ovvero che questo vino è a tutti gli effetti il modello di riferimento per chiunque voglia fare un grande Chianti Classico. Archetipico. 17
Castello di Monsanto Il Poggio 2015
Parte con una riduzione ragguardevole, si pulisce in un quarto d’ora e pur in quadro di estrema gioventù questo vino inizia a svelare ciò di cui sarà capace in futuro: un frutto scintillante, di perfetta concentrazione, la speziatura intensa che si fonde con la nota terrosa, complessità da grandissimo vino. Un tannino vagamente ( :mrgreen: ) asciugante suggerisce almeno 5 anni di attesa, ma per l’apice direi meglio 10, dopo i quali sarà grande, come sempre d’altronde. 17,25


Che bello leggere queste impressioni,grazie!
Nexus1990
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda Nexus1990 » 01 nov 2024 13:22

ucce ha scritto:
Nexus1990 ha scritto:Ieri una interessante bevuta in compagnia di amici, tema Chianti classico, ognuno portava una boccia:
Castell’in Villa 2017
Un po’ segnato dal caldo dell’annata, in parte nella percezione di calore alcolico e nella maturità del frutto (nulla di eccessivo, comunque) ma sopratutto nei tannini, meno eleganti di quelli a cui la principessa ci ha abituati: ciò detto, tutto considerato è una bella riuscita, la parte aromatica è rinfrescata dal tocco balsamico, al sorso c’è aciditá e buon allungo salino. 16
Villa Pomona 2016
Se volessi spiegare a qualcuno cos’è il Chianti Classico gli avrei servito questo vino: tipico che più tipico non si può, sanguigno e agrumato, frutto luminoso, sorso di bella energia sorretto da una spina acida da manuale del Chianti. 16,25
Alongi Vigna Barbischio 2016
L’asticella si alza decisamente con questo bellissimo Chianti di Gaiole che inizia con una forte riduzione ma con calma svela una natura floreale dolce irresistibile, una nota cosmetica quasi borgognona, poi i piccoli frutti rossi. Bocca golosa e avvolgente, di tessitura raffinata, con dei tannini sferici, spumosi, perfetti. 17
Monteraponi Baron Ugo 2016
Naso di complessità irradiante che spazia dal floreale alle spezie dolci passando per erbe aromatiche, agrume candito ma cambia tanto nel calice e col tempo La spezia (o mélange ndr) si fa più scura e il vino si si dirige verso un profilo silvestre arrichendosi di ginepro e foglie di tè, una lieve ma distinta nota fumè. La bocca è una discreta esplosione di sapore, portata avanti dall’aciditá e dalla sapidità tipiche del territorio radesse, si sente perfino una nota di pompelmo rosa, se vogliamo manca proprio un filo di centro bocca per superare la soglia dell’eccellenza. Molto buono oggi, forse con 3-5 anni di ulteriore affinamento potrà guadagnare qualche punto ulteriore in termini di coesione tra le parti. 17,5
Montevertine 2014
Che dire, versione tra le più trasparenti e delicate di questo bellissimo vino tanto discusso ultimamente sul forum, più in relazione al prezzo che alla qualità, direi indiscutibile. Il vino si presenta chiaro e trasparente, quasi rosa nel colore, tenue, sembra fragile ma che bel respiro che ha, la parte aromatica è cesellata, c’è l’arancia dolce ma pure il sangue e la terra e la liquirizia in bastone a dipingere le ombre del paesaggio. Perfetto oggi e per i prossimi 2/3 anni. 17,25
Castello di Ama Riserva 2006
Bella sorpresa, un vino molto diverso da tutti gli altri nei suoi sentori boschivi, terrosi, di pepe nero e chiodi di garofano, ma anche cuoio e carne affumicata. Bocca che mostra grande equilibrio, precisa, che rivela una parte amara molto interessante di china ed erbe officinali 16,75
Castell’in Villa 2010
E qui bisogna togliersi il cappello davanti alla Principessa (come l’etichetta giustamente prevede) che firma un vino di integrità imbarazzante, abbiamo servito tutti i vini alla cieca e i commensali pensavano che fosse un vino di 5 o 6 anni. Sulla falsariga del bel vino di Pomona (sangue, agrume, pulizia del frutto) ma elevato al quadrato, con il plus della finezza della trama tipica di questo vino ma che non c’era nella 2017. Ogni assaggio di questo vino mi conferma ciò che pensò da tempo, ovvero che questo vino è a tutti gli effetti il modello di riferimento per chiunque voglia fare un grande Chianti Classico. Archetipico. 17
Castello di Monsanto Il Poggio 2015
Parte con una riduzione ragguardevole, si pulisce in un quarto d’ora e pur in quadro di estrema gioventù questo vino inizia a svelare ciò di cui sarà capace in futuro: un frutto scintillante, di perfetta concentrazione, la speziatura intensa che si fonde con la nota terrosa, complessità da grandissimo vino. Un tannino vagamente ( :mrgreen: ) asciugante suggerisce almeno 5 anni di attesa, ma per l’apice direi meglio 10, dopo i quali sarà grande, come sempre d’altronde. 17,25


Che bello leggere queste impressioni,grazie!

:D :D

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