Le bevute ottobrine

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Luca castoldi
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda Luca castoldi » 04 ott 2024 07:51

Ciao A tutti
Si sono vivo ed entro poco, mi dispiace , pochissimo tempo
Ma i contatti li avete tutti ,più o meno.
Comunque ci sta che riesca a fare un post per i groupage di Borgogna, Languedoc, Rodano di ottobre e di Champagne a novembre.
Buone bevute
L
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda L_Andrea » 05 ott 2024 10:50

Esegesi 2015 Eugenio Rosi
Ho aperto una delle bottiglie che ho acquistato a settembre durante la visita nella cantina di questo produttore trentino.
È ancora giovane, si intravedono delle potenzialità di un ulteriore evoluzione positiva di questo bel taglio bordolese della Vallagarina.
Rosso scuro, con riflessi granati sull unghia; al naso si evolve durante la bevuta partendo dalla frutta scura per virare su una note di durone. Tannini e acidità ben presente con note balsamiche mi fanno capire che le prossime le apro tra 5 anni.
piergi
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda piergi » 06 ott 2024 11:28

dopo aver dato un occhiata ai documenti degli operai appena assunti per la raccolta delle olive e appurato che almeno il 50% sparirà dopo aver effettuato la visita medica e/o aver preso il primo anticipo sulla busta paga decido, nell'impossibilità di fare cose più piacevoli, di prepararmi un pranzo a cui aaccompagnare una orizzontale 2007 tutta appulo-piemontese (così senza senso)


Patriglione 07- Cosimo Taurino
Non lo riassaggiavo da tempo, ma nei miei ricordi c’era una gemella davvero poco performante, e invece questa bottiglia ha decisamente onorato il blasone di questa storica e gloriosa etichetta salentina. Rubino cupo alla vista, con decise tonalità granata sull’unghia. Al naso note di caffè torrefatto, fiori recisi, mirto. Al sorso succo di melagrana, boero, more di rovo mature. Per quanto sia un vino barocco, che all’inizio pare eccessivo e ridondante sul finale si distende e termina con una bella scia mentolata che evita l’effetto saturazione.
Gioia del colle riserva 07- Pietraventosa
Dal murgiano terroir di Gioia del Colle provengono primitivi che pur nella loro tridimensionalità si connotano per una dimensione minerale e salina atta a renderli più agili rispetto ai più mainstream colleghi costieri. Questa bottiglia però temo averla aspettata un po’ troppo, mettendo il naso nel calice i profumi sono sfocati e c’è un sottofondo di fiori cimiteriali come in un 5 novembre caliginoso che non predispone alla bevuta spensierata. In bocca va un poco meglio, il vino sembra riprendere coscienza di se’ ma crolla sul finale tornando a un mesto requiem intonato da una banda paesana raccogliticcia e falcidiata dalla cirrosi epatica.
Barolo le coste 07- Pecchenino
Azienda famosa per il dolcetto turbomodernista, non so nemmeno come mi ritrovi questa bottiglia, forse testimone di un’ epoca felice in cui potevo permettermi acquisti randomici e spensierati.
Il naso rimane confuso e infelice per ben oltre 24 ore, non trovando mai una direzione precisa tra virate vinilalcoliche, violetta delicata e un curioso sottofondo di curcuma. In bocca decisamente migliora con il passare delle ore, sciorinando una prestazione che mette in fila liquirizia dolce, china martini con ghiaccio, vociare di ubriachi al bar il lunedì sera e tensioni prematrimoniali fra le coppie interrazziali. Non malissimo ma nemmeno bene.
Barbaresco nervo fondetta 07- Rizzi
Classsicone affidabile come un vecchio disco dei depeche mode mentre in stato di euforia alcolica ti appresti a fare 200 km di autostrada notturna e sai già che compagni di viaggio saranno solo camionisti rumeni messi peggio di te. Colore più scuretto di quello che sarebbe lecito attendersi da un nebbiolo di 17 anni, al naso più menta e latte che liquirizia mou, ma il ballottaggio è fra queste. In bocca si vira decisamente sulla liquirizia, unita a note di chiodi di garofano, china, arancia rossa dolcissima (varietà caracara, un’ apirene pigmentata). Finale con una lunga scia salmastramente agrumata.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda ferrari federico » 06 ott 2024 16:40

Barolo Perno vigna Santo Stefano 2016
Giuseppe Mascarello e figlio

Potente, alcolico (15gr.), ancora in fase di maturazione ed evoluzione, questo 2016 di Giuseppe Mascarello mostra il meglio del vitigno nebbiolo: complessità, finezza, nobiltà.
L’impostazione è tradizionale, una scelta enoica che richiede pulizia e integrità, sia in vigna che in cantina. Non ci sono “ritocchi”, la performance è senza rete.
Il colore è rubino/granato intenso, per un vino da nebbiolo.
Il bouquet, dopo una non breve areazione, è intenso, sfaccettato, animalico e carnoso in un fondo fruttato ipermaturo: cuoio, mallo di noce, cannella, pesca surmatura, chiodo di garofano, frutto surmaturo del sorbo, ciliegia sotto spirito. La beva è importante, forse un mezzo grado alcolico in meno non avrebbe guastato, ma - come dire - è molto soddisfacente. Il corpo fa ancora sentire un tannino presente e ci ricorda che si tratta di un Barolo.
Le prospettive evolutive, secondo me, sono positive e l’annata e la attuale configurazione del vino fanno intuire una vita di almeno altri 50 anni.
95/100 imo.
Bevuto con una superlativa salsiccia di Bra cruda con giardiniera e peperoni crudi a dadolini.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda gianni femminella » 06 ott 2024 19:10

piergi ha scritto:arancia rossa dolcissima (varietà caracara, un’ apirene pigmentata).


:mrgreen:

A parte questo non proprio una bevuta memorabile. E nessun vino che potesse sfidare il mezzo secolo, nemmeno lontanamente.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda gianni femminella » 06 ott 2024 20:03

Libíci 2021 IGP magliocco canino rosso, Casa Comerci gradi 13

Divagazione piacevole sulla tavola stasera.
Ha una leggera rifermentazione, non invadente. Al naso arancia, ma non so quale, io conosco giusto tarocco, navel e sanguinella ( che potrebbe pure non essere un'arancia, ma qualcosa d'altro, al momento ho pure il dubbio :mrgreen: ), poi tamarindo ( qui sono serio), e un tocco di erbe officinali, oppure erba appena tagliata. Palato abbastanza lieve, scorrevole, fresco e dinamico, e un bel retro di frutto dolce e maturo. Molto piacevole.

Bevuto a cazzo con del lardo su fette di pane caldo e ci stava pure bene ( casualmente è chiaro).










P.s. mi piace scherzare
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda piergi » 06 ott 2024 21:20

gianni femminella ha scritto:
piergi ha scritto:arancia rossa dolcissima (varietà caracara, un’ apirene pigmentata).


:mrgreen:

A parte questo non proprio una bevuta memorabile. E nessun vino che potesse sfidare il mezzo secolo, nemmeno lontanamente.

Ma io fra mezzo secolo avrò 101 anni che me ne importaaaaa :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda piergi » 06 ott 2024 21:22

gianni femminella ha scritto:Libíci 2021 IGP magliocco canino rosso, Casa Comerci gradi 13

Divagazione piacevole sulla tavola stasera.
Ha una leggera rifermentazione, non invadente. Al naso arancia, ma non so quale, io conosco giusto tarocco, navel e sanguinella ( che potrebbe pure non essere un'arancia, ma qualcosa d'altro, al momento ho pure il dubbio :mrgreen: ), poi tamarindo ( qui sono serio), e un tocco di erbe officinali, oppure erba appena tagliata. Palato abbastanza lieve, scorrevole, fresco e dinamico, e un bel retro di frutto dolce e maturo. Molto piacevole.

Bevuto a cazzo con del lardo su fette di pane caldo e ci stava pure bene ( casualmente è chiaro).










P.s. mi piace scherzare

Azienda che ha fatto da apripista a tutta la zona del vibonese/monte poro. Inizialmente ha collaborato con loro Francesco de Franco di A'vita. Sui vini semplici sono sempre stati affidabili
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda Ludi » 07 ott 2024 18:24

Sabato, a pranzo dal mitico Burde, si è bevuto:
Capezzana, Barco Reale di Carmignano 2022: inizio defatigante, con un vinello più che discreto nel quale le uve bituriche non disturbano più di tanto. Davvero notevole la sapidità.
Terre a Mano, Carmignano 2019: tutt'altro registro. Produttore che mi ha sempre dato belle soddisfazioni, e che non si smentisce con questo 2019 decisamente animale all'impatto, ma che presto si espande su note di violetta e frutti rossi, in un crescendo di persistenza su toni decisamente speziati. Gran bel vino.
Ultima modifica di Ludi il 09 ott 2024 10:04, modificato 1 volta in totale.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda l'oste » 07 ott 2024 19:07

gianni femminella ha scritto:Bevuto a cazzo con del lardo su fette di pane caldo e ci stava pure bene ( casualmente è chiaro).

Se il lardo è buono (e da quanto ho intuito stai in zone in cui il maiale lo sanno trattare), ci sta bene anche uno spritz.

Ps : Anche a me piace scherzare. :lol:
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda gianni femminella » 07 ott 2024 21:14

l'oste ha scritto:
gianni femminella ha scritto:Bevuto a cazzo con del lardo su fette di pane caldo e ci stava pure bene ( casualmente è chiaro).

Se il lardo è buono (e da quanto ho intuito stai in zone in cui il maiale lo sanno trattare), ci sta bene anche uno spritz.

Ps : Anche a me piace scherzare. :lol:


Non l'ho detto, ma avevo iniziato con due spritz, il rosso è venuto dopo...
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda ferrari federico » 09 ott 2024 19:57

Pinot può stare anche per Piacione…
Questo Marsannay Les Grandes Vignes 2019 del Domaine Bart, infatti, è un vino piacione. E “micione”: sembra fare le fusa nel frutto suadente e morbido che accarezza la bocca e nel bouquet di piccoli frutti rossi e neri disegnati nella e con la grafite e il gesso.
Poi, in fondo, nella struttura medio-corposa del vino emerge una nota austera che tende verso il fumé e il tabacco biondo, che fa ben sperare per una ulteriore evoluzione anche dei profumi in fase più matura. Rubino scuro, considerato il vitigno. Si sente l’annata “buona”…
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda Ziliovino » 12 ott 2024 10:37

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Trebbiano d'Abruzzo Superiore Mario's 44 2016 - Tenuta Terraviva. Aggiungo postilla al precedente post sull'Abruzzo: ai punti questo forse vince di n'anticchia sul Santa Maria dell'Arco di Faraone, grazie alla nota iodata davvero intrigante, la susina matura, ed il cereale solo in sottofondo. Bene anche al sorso, dove però manca un po' di polpa ed equilibrio per essere grande. Non credo migliorerà ulteriormente ma oggi è ancora in forma. Aggiungo inoltre che senza batter ciglio mi hanno sostituito e spedito la bottiglia di Polifemo 2013 che sapeva di tappo, chapeau.

Barbaresco S. Stefano Albesani di Neive 2008 - Bruno Giacosa. Per dare fine all'astinenza estiva dal nebbiolo direi che ci voleva proprio: colore giacosiano, parte intenso e concessivo, con l'acqua di rose, poi la fragola, che col tempo si fa un poco surmatura, il giorno dopo si fa decisamente più terroso, con qualche nota sulla radice e tamarindo. Al sorso il tannino è ancora tosto, da lunga gittata, e che necessita ancora qualche anno d'attesa, ma riesce nel complesso ad avere buon equilibrio.

Burgenland Auslese 2013 - Tschida. Comprata qualche bottiglia per un nonnulla anni fa, sarebbe stato da comprare a bancali... ancora fragrante ed intenso, sull'uva spina, lo zenzero fresco, e l'agrume che ritorna anche al sorso, dove è snello e sicuramente non ha grandi pretese di articolazione o lunghezza, ma grassezza e dolcezza sono al punto giusto. Goloso.

Vallagarina Rosso Barbanico 2019 - Balter. Era vino che mi piaceva ad inizio carriera degustatoria, e confermo le buone impressioni, seppur senza grandi slanci: pirazine assenti, frutti di rovo, qualche spezia, la liquirizia in rotella, succoso al sorso.

Umbria Bianco 2021 - Lumiluna. Ebbene lo ammetto, prima di acquistarlo l'avevo pure assaggiato: rustico, scomposto e sgarrupato la prima sera, sembrava però che l'aria potesse fargli bene, per cui ripongo la bottiglia ed attendo il giorno seguente. Eh, niente, l'acetica solo accennata la sera prima prenderà possesso della scena... attendo ancora un giorno, e lavandino. Eccheppalle però... Viva l'enologia tradizionale:
+SOLFOROSA
-ACETICA
credo ne farò delle magliette, accetto prenotazioni, e gli introiti saranno impegnati per acquistare Trattato di enologia I e II Ribéreau-Gayon, Dubourdieu et al., che invierò ai produttori che se lo meritano...

Riviera Ligure di Ponente Vermentino 2021 - Le Rocche del Gatto. eclettico produttore che riesce spesso a stupire: questa volta è per il colore dorato carico, unito ad una maturità di frutto che fa pensare più ad un pigato come sviluppo, in contrasto con una bocca di buon corpo, ma fresca e sapida. Strano, ma sta in piedi.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda alì65 » 12 ott 2024 13:23

Ziliovino ha scritto:Immagine

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Trebbiano d'Abruzzo Superiore Mario's 44 2016 - Tenuta Terraviva. Aggiungo postilla al precedente post sull'Abruzzo: ai punti questo forse vince di n'anticchia sul Santa Maria dell'Arco di Faraone, grazie alla nota iodata davvero intrigante, la susina matura, ed il cereale solo in sottofondo. Bene anche al sorso, dove però manca un po' di polpa ed equilibrio per essere grande. Non credo migliorerà ulteriormente ma oggi è ancora in forma. Aggiungo inoltre che senza batter ciglio mi hanno sostituito e spedito la bottiglia di Polifemo 2013 che sapeva di tappo, chapeau.

Barbaresco S. Stefano Albesani di Neive 2008 - Bruno Giacosa. Per dare fine all'astinenza estiva dal nebbiolo direi che ci voleva proprio: colore giacosiano, parte intenso e concessivo, con l'acqua di rose, poi la fragola, che col tempo si fa un poco surmatura, il giorno dopo si fa decisamente più terroso, con qualche nota sulla radice e tamarindo. Al sorso il tannino è ancora tosto, da lunga gittata, e che necessita ancora qualche anno d'attesa, ma riesce nel complesso ad avere buon equilibrio.

Burgenland Auslese 2013 - Tschida. Comprata qualche bottiglia per un nonnulla anni fa, sarebbe stato da comprare a bancali... ancora fragrante ed intenso, sull'uva spina, lo zenzero fresco, e l'agrume che ritorna anche al sorso, dove è snello e sicuramente non ha grandi pretese di articolazione o lunghezza, ma grassezza e dolcezza sono al punto giusto. Goloso.

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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda l'oste » 12 ott 2024 13:52

Mi hanno regalato due cartoni della selezione di una azienda pugliese che non conosco, Trullo di pezza. Ci sono un paio di primitivo, un negroamaro, un susumaniello ecc.
Il loro sito parla di una masseria, di viticoltura sostenibile e rispetto per la natura ma mi sembra un po' patinato, non molto tradizionale; graficamente hanno un bel logo e etichette con nomi accattivanti e product oriented.
Qualcuno li ha mai assaggiati?
Chiedo per sapere se berli o se ci devo marinare il brasato. :lol:
Ultima modifica di l'oste il 12 ott 2024 14:03, modificato 1 volta in totale.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda littlewood » 12 ott 2024 14:03

alì65 ha scritto:
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Burgenland Auslese 2013 - Tschida. Comprata qualche bottiglia per un nonnulla anni fa, sarebbe stato da comprare a bancali... ancora fragrante ed intenso, sull'uva spina, lo zenzero fresco, e l'agrume che ritorna anche al sorso, dove è snello e sicuramente non ha grandi pretese di articolazione o lunghezza, ma grassezza e dolcezza sono al punto giusto. Goloso.

Vallagarina Rosso Barbanico 2019 - Balter. Era vino che mi piaceva ad inizio carriera degustatoria, e confermo le buone impressioni, seppur senza grandi slanci: pirazine assenti, frutti di rovo, qualche spezia, la liquirizia in rotella, succoso al sorso.

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Riviera Ligure di Ponente Vermentino 2021 - Le Rocche del Gatto. eclettico produttore che riesce spesso a stupire: questa volta è per il colore dorato carico, unito ad una maturità di frutto che fa pensare più ad un pigato come sviluppo, in contrasto con una bocca di buon corpo, ma fresca e sapida. Strano, ma sta in piedi.


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Il grosso problema e' che chi non sa farlo per bene il vino non si deve innoltrare in territori che non conosce...il guaio e' che lo vendono quel vino e c' e' pure chi lo compra! :(
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda arnaldo » 12 ott 2024 14:53

Si puo' anche rispondere, citando, senza per forza includere ancora il collage di foto del buon Ziliovino, senno'ogni volta, per leggere le rispostine brevi, si devono scorrere barre di paginate...suvvia
follow my tasting notes and pics on http://instagram.com/ARNALDO2262/
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda l'oste » 12 ott 2024 15:13

ferrari federico ha scritto:Pinot può stare anche per Piacione…
Questo Marsannay Les Grandes Vignes 2019 del Domaine Bart, infatti, è un vino piacione. E “micione”: sembra fare le fusa nel frutto suadente e morbido che accarezza la bocca e nel bouquet di piccoli frutti rossi e neri disegnati nella e con la grafite e il gesso.
Poi, in fondo, nella struttura medio-corposa del vino emerge una nota austera che tende verso il fumé e il tabacco biondo, che fa ben sperare per una ulteriore evoluzione anche dei profumi in fase più matura. Rubino scuro, considerato il vitigno. Si sente l’annata “buona”…
92/100 imo.
Bevuto con fette di controfiletto di cavallo alla pizzaiola per un buon match dialettico.

Forse più che altrove in Borgogna (oltre alle forbici mostruose di prezzi) sono in particolare i suoli, le parcelle e ovviamente i fattori "tecnici" (cloni, diraspature, legni nuovi, il famoso "manico" ecc) che generano pinot Noir differenti. Conosco Bart, Les Grandes Vignes e Marsannay in generale, la descrizione che fai è esemplare, tondi, piaciottoni, frutti più scuri, nessuno dei raffinati profumi comuni in molti altri village più celebrati. Lo punteggi un po' altino, my 2 cents.
Quasi quasi a Marsannay preferisco Fixin, più aguzzi, anche eleganti, ma comunque visto che come a Marsannay anche lì i prezzi sono saliti, escludendo le denominazioni top (Chambolle, Vosne, Gevrey...), a parità di prezzo non ho dubbi nel preferire dei villages a sud come NSG, Volnay o Beaune o fare scouting di nuove realtà a Maranges o Santenay.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda ninetto » 12 ott 2024 16:07

Ziliovino ha scritto:Vallagarina Rosso Barbanico 2019 - Balter. Era vino che mi piaceva ad inizio carriera degustatoria, e confermo le buone impressioni, seppur senza grandi slanci: pirazine assenti, frutti di rovo, qualche spezia, la liquirizia in rotella, succoso al sorso.



Mi hai acceso un ricordo! Una di quelle bottiglie, suggerite dall'enotecaro di fiducia, che a vent'anni mi fecero capire che cos'era il vino buono e quali incredibili sensazioni poteva dare. Oggi appare pionieristica anche l'etichetta funky.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda alì65 » 12 ott 2024 16:36

alì65 ha scritto:
Ziliovino ha scritto:
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Trebbiano d'Abruzzo Superiore Mario's 44 2016 - Tenuta Terraviva. Aggiungo postilla al precedente post sull'Abruzzo: ai punti questo forse vince di n'anticchia sul Santa Maria dell'Arco di Faraone, grazie alla nota iodata davvero intrigante, la susina matura, ed il cereale solo in sottofondo. Bene anche al sorso, dove però manca un po' di polpa ed equilibrio per essere grande. Non credo migliorerà ulteriormente ma oggi è ancora in forma. Aggiungo inoltre che senza batter ciglio mi hanno sostituito e spedito la bottiglia di Polifemo 2013 che sapeva di tappo, chapeau.

Barbaresco S. Stefano Albesani di Neive 2008 - Bruno Giacosa. Per dare fine all'astinenza estiva dal nebbiolo direi che ci voleva proprio: colore giacosiano, parte intenso e concessivo, con l'acqua di rose, poi la fragola, che col tempo si fa un poco surmatura, il giorno dopo si fa decisamente più terroso, con qualche nota sulla radice e tamarindo. Al sorso il tannino è ancora tosto, da lunga gittata, e che necessita ancora qualche anno d'attesa, ma riesce nel complesso ad avere buon equilibrio.

Burgenland Auslese 2013 - Tschida. Comprata qualche bottiglia per un nonnulla anni fa, sarebbe stato da comprare a bancali... ancora fragrante ed intenso, sull'uva spina, lo zenzero fresco, e l'agrume che ritorna anche al sorso, dove è snello e sicuramente non ha grandi pretese di articolazione o lunghezza, ma grassezza e dolcezza sono al punto giusto. Goloso.

Vallagarina Rosso Barbanico 2019 - Balter. Era vino che mi piaceva ad inizio carriera degustatoria, e confermo le buone impressioni, seppur senza grandi slanci: pirazine assenti, frutti di rovo, qualche spezia, la liquirizia in rotella, succoso al sorso.

Umbria Bianco 2021 - Lumiluna. Ebbene lo ammetto, prima di acquistarlo l'avevo pure assaggiato: rustico, scomposto e sgarrupato la prima sera, sembrava però che l'aria potesse fargli bene, per cui ripongo la bottiglia ed attendo il giorno seguente. Eh, niente, l'acetica solo accennata la sera prima prenderà possesso della scena... attendo ancora un giorno, e lavandino. Eccheppalle però... Viva l'enologia tradizionale:
+SOLFOROSA
-ACETICA
credo ne farò delle magliette, accetto prenotazioni, e gli introiti saranno impegnati per acquistare Trattato di enologia I e II Ribéreau-Gayon, Dubourdieu et al., che invierò ai produttori che se lo meritano...

Riviera Ligure di Ponente Vermentino 2021 - Le Rocche del Gatto. eclettico produttore che riesce spesso a stupire: questa volta è per il colore dorato carico, unito ad una maturità di frutto che fa pensare più ad un pigato come sviluppo, in contrasto con una bocca di buon corpo, ma fresca e sapida. Strano, ma sta in piedi.


maglietta per me taglia L
appoggio la rottura di coglioni sulle acetiche, rifermentazioni e lieviti in bt, fanculo!!

Il grosso problema e' che chi non sa farlo per bene il vino non si deve innoltrare in territori che non conosce...il guaio e' che lo vendono quel vino e c' e' pure chi lo compra! :(



arnaldo ha scritto:Si puo' anche rispondere, citando, senza per forza includere ancora il collage di foto del buon Ziliovino, senno'ogni volta, per leggere le rispostine brevi, si devono scorrere barre di paginate...suvvia


ricevuto Aldo!! 8)
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda Nexus1990 » 13 ott 2024 13:15

l'oste ha scritto:
ferrari federico ha scritto:Pinot può stare anche per Piacione…
Questo Marsannay Les Grandes Vignes 2019 del Domaine Bart, infatti, è un vino piacione. E “micione”: sembra fare le fusa nel frutto suadente e morbido che accarezza la bocca e nel bouquet di piccoli frutti rossi e neri disegnati nella e con la grafite e il gesso.
Poi, in fondo, nella struttura medio-corposa del vino emerge una nota austera che tende verso il fumé e il tabacco biondo, che fa ben sperare per una ulteriore evoluzione anche dei profumi in fase più matura. Rubino scuro, considerato il vitigno. Si sente l’annata “buona”…
92/100 imo.
Bevuto con fette di controfiletto di cavallo alla pizzaiola per un buon match dialettico.

Forse più che altrove in Borgogna (oltre alle forbici mostruose di prezzi) sono in particolare i suoli, le parcelle e ovviamente i fattori "tecnici" (cloni, diraspature, legni nuovi, il famoso "manico" ecc) che generano pinot Noir differenti. Conosco Bart, Les Grandes Vignes e Marsannay in generale, la descrizione che fai è esemplare, tondi, piaciottoni, frutti più scuri, nessuno dei raffinati profumi comuni in molti altri village più celebrati. Lo punteggi un po' altino, my 2 cents.
Quasi quasi a Marsannay preferisco Fixin, più aguzzi, anche eleganti, ma comunque visto che come a Marsannay anche lì i prezzi sono saliti, escludendo le denominazioni top (Chambolle, Vosne, Gevrey...), a parità di prezzo non ho dubbi nel preferire dei villages a sud come NSG, Volnay o Beaune o fare scouting di nuove realtà a Maranges o Santenay.

Sono d’accordo. A Fixin ci sono alcuni vini degni di nota come Hervelets di Bart o CombeRoy di Jeanniard (di questo anche il prezzo è ancora oggi molto interessante), però ormai si va verso i 50 o anche di più (vedi Berthaut Gerbet, comuqnue buoni) e a quei prezzi meglio i villages storici che citavi
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda piergi » 14 ott 2024 15:46

Part.928 2017- Cantina del barone
Fiano di sfolgorante luminosità, carnoso, denso, con picchi di acidità rieslingheggianti conditi da tocchi di miele di acacia e spezie d'oriente, un saliscendi di note salate, amare e zuccherine.
Con questa etichetta ogni anno si riparte da capo, è sta stagione a fare le differenze, e in questo caso l'annata calda ha fatto risultato.
Strane luci di pioggia...splende il sole,fa' bel tempo...nell'era democratica.

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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda Ludi » 14 ott 2024 16:31

l'oste ha scritto:Mi hanno regalato due cartoni della selezione di una azienda pugliese che non conosco, Trullo di pezza. Ci sono un paio di primitivo, un negroamaro, un susumaniello ecc.
Il loro sito parla di una masseria, di viticoltura sostenibile e rispetto per la natura ma mi sembra un po' patinato, non molto tradizionale; graficamente hanno un bel logo e etichette con nomi accattivanti e product oriented.
Qualcuno li ha mai assaggiati?
Chiedo per sapere se berli o se ci devo marinare il brasato. :lol:


i proprietari sono gli stessi del Vinilia Wine Restort, dove anni fa' ho provato i loro vini. Ho un vago ricordo di etichette corrette ma totalmente anonime.
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda ferrari federico » 15 ott 2024 17:15

Grande sorpresa questo bianco austriaco, non perché non mi aspettassi che non fosse buono ma proprio perché non conoscevo né l’etichetta né il produttore: Wagram Ried Rosenberg Grüner Veltliner 2021 di Anton Bauer.
Piacevolmente fresco, profumato e fragrante, minerale e complesso: in una parola, senza essere un grande vino bianco, un gran bell’esempio di godibilità e versatilità.
Giallo paglierino carico, con evidenti riflessi verdini, con ammirevole brillantezza e viscosità.
Profumi intensi, con pera e mela (entrambe verdi) a svettare sulla mineralità ferrosa e lontane erbe aromatiche.
In bocca dà il meglio: eccellente armonia tra intensità e franchezza di frutto e acidità rinfrescante e quasi tagliente.
Pericoloso nella sua bevibilità, che fa dimenticare i 13,5 gradi di alcool…
Non sarà “nobile” e fine come un grande bianco di Borgogna, non sarà esotico e denso come un grande bianco del Sud Italia o dei mari del Sud (Australia e Nuova Zelanda), non sarà verticale e spiazzante come un grande Mosella, non sarà minerale e aromatico come un grande Sancerre, ma è senza dubbio uno dei migliori bianchi che ho bevuto questo anno.
Per me 93/100
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Re: Le bevute ottobrine

Messaggioda zampaflex » 16 ott 2024 16:55

Un Barolino gradevole:

Fratelli Barale - Barolo Castellero 2016
Estivo nel frutto in macedonia, proprio rilassato e solare; si fa meno amichevole quando l'alcool fa capolino ma soprattutto, per essere un 2016, ha un tannino un po' scontrosetto, e chiude sparendo velocemente.
:D :D :D :) -

Ed un UFO di quelli che piacciono tanto ai giòvini:

Clos des Plantes - Vin de France Pelo 2021
La poesia vorrebbe che Olivier si sia ispirato ai Chianti d'antan, con la loro quota di Malvasia.
La realtà è che quando ha preso sta vigna vecchia in zona Mont Benault (luogo assurto ai vertici della Loira grazie a Leroy), si è trovato un mischione e quindi si è detto "let's do something different!" e quindi via, vinificazione alla sperindio con 85% Cabernet Franc e 15% Chenin, tutto insieme da subito, ritocchi di CF qui e là, controlli? Mais mon amiiii...e quindi si finisce per stare sulla soglia tra tragico e intrigante: vegetale franchico, fruttini rossi, sospetti di succhi gastrici e topismo. Sorso leggero, aereo, agrumato, fresco con sospetti (anche qui) di carbonica vagante.
Curioso, la quota bianca apre lo spettro oltre i limiti del CF in modo anche convincente, ma la conduzione non interventista ci porta molto vicini all'oltraggio.
Classico vino instagrammabile, da bo-bo contemporaneo, basco sciarpa e vin nature, se si impegnasse di più magari lo si apprezzerebbe, ecco.
:D :D :D ++
Non progredi est regredi

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