Ziliovino ha scritto: Magnummmata d'alta quota, tra animali totemici e tribù di bimbi sperduti (leggasi figli allo stato brado), si bevesse, tutte nel formato da uno virgola cinque litri:
Soave Classico Foscarino I Palchi 2019 - Inama. Non conoscevo questa sua super selezione di microparcelle, e devo dire che ha una gran bella bocca appagante, grassa il giusto e fresca idem, di buona lunghezza, forse meno espressiva ed incisiva al naso, ma si parte bene.
Venezia Giulia Bianco Gialloditocai 2016 - Vignai da Duline. Qui si prosegue molto bene, più concessivo al naso con la frutta che si fa più matura, ed anche maggior tensione al sorso, forse il tappo non era a postissimo, ma il vino ha lottato fino alla fine...
Fleurie 2018 - Metras. Bello fresco di cantina è una goduria, con il classico fruttato-floreale del gamay, succo di frutta al sorso, ancora giovane, col tempo esce una bella mora e note più sanguigne. resta comunque un vino semplice, sicuramente goloso, ma ai prezzi a cui comincia a girare ha poco senso, anche perchè in zona se si vuole trovare qualche vino più completo (o complesso) la concorrenza è ben presente. O forse l'abbiamo stappato troppo presto, chissà...
Rosé de Noirs 60 Lune Nature - Nicola Gatta. Ahi, ahi, qui il Franciacorta (la zona quella è...) era bello in forma, mentre lo sciambagn decisamente sguaiato, e vince facile... Per via di un cenno di raffreddore m'è toccato chiedere in separata sede agli amici capiscitori se fossi malato io oppure il rosatone, niente da fare, quello con la febbre questa volta era il francese... Comunque: di classe il colore "öcc de pernìs" (oeil de perdrix nella campagna bresciana...) col naso sui fruttini, ci sono anche un po' di mirtilli, bolla migliorabile si, ma non è affatto male in quanto a cremosità, pecca in lunghezza, ma il finale è netto e pulito, a sgrassare bene, che l'unto in tavola non mancava. Sicuramente devo berne ancora molti dei suoi vini per capirci meglio, ma comincio a sospettare che i detrattori in questo caso siano mossi dalla gelosia... d'altronde partito quasi dal nulla (almeno mediatico), successo in poco tempo, prezzi in ascesa, il primo a storce il naso ero io, ma sembra che il vigneron abbia davvero talento, vedremo... Per infastidire i più vi dirò anche che lo piazzo sul terzo gradino del podio, dietro a Miani e San Leonardo (che però non ho ancora deciso in quale ordine mettere). Ora però vado, che devo provare la febbre, si sa mai...
Champagne Rosé de Maceration Brut - R. Pouillon. Non aveva difetti evidenti, ed il profilo olfattivo fruttato era piacevole, ma al sorso aveva le bolle Coca-Cola Style, tutta la rusticità dei saignée bella esaltata, ed era cortino almeno quanto il Franciacorta. Considerato poi che il formato avrebbe dovuto aiutare a conferire eleganza...
Vigneti delle Dolomiti San Leonardo 2000 - Tenuta San Leonardo. Siamo sempre alla ricerca di nomi nuovi ed emergenti, magari sulla cresta dell'onda (speculativa e/o social), e poi dal fondo della cantina ogni tanto si ripesca qualche classicone dimenticato (almeno da me), e sbam... all'apice evolutivo sfodera un frutto sfaccettato e leggermente pepato, poi arrivano i terziari, con le spezie ed il cuoio, sorso di ottima freschezza ed equilibrio, tannino levigato.
Toscana Siepi 2005 - Castello di Fonterutoli. Questo invece è scalpitante, col frutto più scuro, un pelo di aclol in esubero, ancora in cerca di equilibrio sia al naso che al sorso, col tannino che ancora si fa sentire. Ancora giovane? forse, visto il formato si potrebbe anche concedere il beneficio del dubbio, o forse l'equilibrio non lo troverà mai...
Friuli Colli Orientali Rosso 2013 - Miani. Elegante. Quando bevo i suoi rossi è indubbiamente l'aggettivo più ricorrente, ed anche cesellato, ha l'energia del Siepi e la raffinatezza del san Leonardo. Il tannino spigoloso e la macedonia di frutti al naso ricordano che si potrebbe attendere ancora. Mi dicono lo produca quando non fa le selezioni, e questo deve far sicuramente riflettere...
Valpolicella Superiore Monte Lodoletta 2010 - Dal Forno. Sei hai un dal Forno ed è pure in grande formato, va seppellito in giardino e ceduto agli eredi... è ancora una massa scura, una macedonia di frutti neri, spezie e sciroppo di liquirizia, giovane ed irrisolto oggi, ma è vino che se colto al punto giusto di solito mi aggrada, per cui aspetterei e basta. Non che servissero conferme, ma anche da questa magnummata abbiamo ben capito che non bisogna avere fretta con i grandi formati...
Cornas Billes Noires 2012 - Barret-Domaine du Coulet. Siccome avevamo ancora sete è stata stappata la bottiglia di scorta, che ovviamente dopo il carrarmato Dal Forno soffre, ma sembra anche un Cornas senza grandi slanci, piacevole nei frutti di bosco, dal pepe leggero e dalla bella freschezza al sorso.
PS: la classica regola d'ingaggio "ognuno porta una bottiglia" sta pericolosamente degenerando verso "ognuno porta una magnum", per cui abbiamo dovuto protrarre il pranzo fin oltre la cena... la prossima volta sarà meglio tornare alle 0,75