Messaggioda bobbisolo » 15 mag 2023 16:16
devo dire che sono disorientato perchè si è partiti dalla nutria per poi passare al fagiano e di botto al coccodrillo... l'importante è non passare alla nutria prima di aver assaggiato uova e brodo di pavone...
teste quadre non a caso qui a reggio
bellissima giornata (anche aldilà del meteo, sempre bello stare in riva all'acqua) così come i vini e la compagnia... è stata anche un'occasione per riflettere su quanto sia impegnativo e non casuale/banale l'accostamento dei vini in batteria, aspetto non secondario ma neanche facile da valutare o perfino accorgersene (io non me ne sono accorto finchè non me l'hanno fatto notare)... è bello anche solo il percorso con la sua logica...
grande Marco
il Parente è un cecchino ("questo c'ha solo il legno, è sassicaia") oltrechè uno che sa come viene fatto il vino senza poesia, quindi è apprezzabilissima la sincerità con cui si affrontano certi discorsi... occasioni anche di crescita personale
Mi accodo sui migliori della giornata, una lotta all'ultimo sangue tra Lafite e Latour: ho preferito lafite perchè aveva una trama più succosa, sull'agrume... mentre Latour pareva più stratificato, meno immediato ma di una profondità abissale...
Poi grandi anche Pavie (che è sguizzato fuori in batteria per la freschezza baslamica che proponeva, senza terziari che ad esempio Tropolong e Ornellaia avevano abbastanza pronunciati) e Lalande.
Pavie più nerboruto di Lalande che si manteneva su un registro più "dolce" e elegante.
Il Caymus è rimasto abbastanza se stesso per tutto il tempo nel bicchiere: buono, ma poco mobile/divertente?
Italia sonoramente schiaffeggiata, tranne per Miani che ha retto bene nella sua batteria, proponendo forse la bocca più piacevole del trio.