Sancerre 2015 - Vacheronne. C'è un leggero litchie in apertura, la nota verde è elegante ma ben presente, medio corpo ma equilibrato e di gran piacevolezza. Ogni volta lo bollo come un filo piacione, ma è ben fatto e appena incontro qualche durezza nei vini che gli stanno a fianco finisco sempre per rivalutarlo... Pettinato, ma bene
Brda Sauvignon 2017 - Movia. L'ho messo in mezzo per vedere l'effetto che faceva... e niente, il risultato è sempre quello... anche se è vino non privo di carattere, varietale non pervenuto, tutto sulla resina e note balsamiche, cedro, risulta meno incisivo al sorso dove c'è un po' di squilibrio a centro bocca e sul finale.
Sancerre Harmonie 2014 - Vincent Pinard. A dispetto del nome è ancora giovane e teso, con una bella spinta al sorso, lo attenderei ancora qualche anno, agrumato ma piuttosto chiuso a riccio al naso.
Sancerre La Grande Cote 2014 - Pascal Cotat. Il cambio di passo si nota subito al naso, dove l'eleganza e precisione si fanno sentire, agrumato e limonoso, al sorso appena versato sembra un pelo grosso e alcolico ma basta lasciargli prendere aria perchè si distenda e diventi la bocca più completa e lunga della giornata, e soffi il podio per pelo a Daguneau.
Sancerre Le Petit Chemarin 2014 - Crochet. Rimarrà poco definito al naso, sul cedro, mentre la bocca è bella distesa e parecchio gourmand, si lascerà apprezzare ben a tavola in abbinamento.
Blanc Fumé de Pouilly 2012 - Daguneau. Al colore sembrerà il più giovane della giornata, anche qui il profilo è elegante e misurato, più leggiadro e teso di Cotat, aggiunge qualche nota fumé al quadro, ancora nel pieno della gioventù direi.
Russian River Valley Chardonnay Chloe Ritchie Lorenzo Old Vines 2014 - Du Mol. Intruso che alla fine non c'è stato male vista la versione non caricaturale, il frutto è più maturo, sulla pera gialla, c'è tanta spezia dolce, peccato per il sorso un po' squilibrato e con un cenno di amarognolo sul finale, comunque di buona freschezza.
Passito di Pantelleria Decennale 2009 - Ferrandes. Uno dei rarissimi casi in cui la variabilità di bottiglia oserei quasi dire sia premiante... nel senso che il vino è ogni volta diverso, di bottiglia in bottiglia, ma mai meno che buono, alcune volte molto buono, e qualche volta si arriva al commovente. Questa volta è solo buono, più scarico al sorso di altre volte, meno dolce, mentre al naso c'è la solita intensa uva passa, caramello solo leggermente bruciato e col tempo qualche ossidazione di quella buona. Il vero grandissimo difetto è il formato, io farei la magnum, minimo...