Provo anche io a scrivere due commenti, da prendere con le dovute pinze, non prima di un ringraziamento a Marco, era la prima bicchierata da lui, non sarà l’ultima.
Intanto concordo con Marco che i due vini più emozionanti siano stati il Valpolicella 1998 Dal Forno e l’Amarone 1995 Quintarelli, con una nota per Harlequin.
Nella prima batteria devo dire che il Valpolicella 1998 Dal Forno mi ha proprio stupito (considerando che pur sempre di un Valpolicella si parla) anche al riassaggio dell’ultimo goccio fatto a fine pranzo, dove era persino migliorato, mentre ho registrato uno stacco netto (in negativo) del Valpolicella Classico 2014 Quintarelli con note erbacee e ventate legnose.
Nella seconda batteria mi sono piaciuti Roccolo Grassi e Quintarelli mentre ho trovato un po’ caricaturale Dal Forno, cui darei un giudizio inferiore agli altri due.
Nella terza batteria l’Harlequin è vino per palati forti e che mi ha dato l’impressione di essere il più indietro nello sviluppo (nel senso di veramente giovane) dell’intera giornata, piaciuto e ne ho pure ripreso un goccio. L’avevo provato solo un’altra volta in occasione di un Vinitaly di 3-4 anni fa e, per provare a rispondere a Supersonic, mentre mi era sembrato uno dei migliori assaggi della giornata, il Kairos bevuto appena prima e presentato come un piccolo Harlequin era stato l’assaggio peggiore di tutta la giornata, un vino per me devastato dal legno e asciugante (quindi credo fossero entrambi molto giovani, ma distanti anni luce). L’Alzero, che non avevo mai provato prima men che meno nelle versioni storiche, mi è comunque piaciuto, anche se mi dicevano Paolo e Claudio essere anni luce distante da quelle. Lo Sfursat invece è andato piano piano (ma insomma neanche troppo piano, non che li abbia tenuti ore nel bicchiere) spegnendosi mentre gli altri due hanno continuato a spingere.
Nella quarta, detto della bontà di Quintarelli e del difetto di Dal Forno, ho trovato Bertani (che ho bevuto in altre 2-3 occasioni) troppo soffuso e lieve per un Amarone, sia al naso sia in bocca, non so se perché era a confronto con vini più ricchi e complessi.
Nella quinta e sesta batteria, tenuto conto dei ricordi (non ho preso appunti) un po’ opachi e del palato che iniziava a faticare, mi sono piaciuti tutti e 4, la Mattonara mi è sembrato (ma potrei tranquillamente sbagliare) avesse al naso note un po’ diverse dagli altri Amaroni.
Non mi esprimo invece sulla spremuta di limoni che Marco ci ha servito alla fine come digestivo….ah no era Muller….
Gran bella giornata e bevuta, grazie ancora a Marco e a tutti.