Messaggioda zampaflex » 23 nov 2022 20:16
Qualche dato sui medici italiani.
Una questione di cui molto si parla è la mancanza di medici nel nostro Paese. Un allarme sollevato a diversi livelli e per il quale le soluzioni prospettate sono assunzioni e incremento di posti nelle scuole di specializzazione, una via in parte già intrapresa. Le cose sono in realtà più complicate.
Il numero di medici in sé, naturalmente, non è un indicatore utile. Quando lo si rapporta alla densità di abitanti emerge che l’Italia ne ha tanti quanti altri Paesi Europei, circa 400 per 100.000, cioè solo il 10% in meno di Germania, Spagna, Svizzera e Svezia, ma il 20-30% in più di Francia, Olanda, Finlandia e Regno Unito. Una classifica guidata dalla Grecia che ne ha il 50%
in più di noi.
Però, con il 56% oltre i 55 anni e il 23% oltre i 65 anni, contro il solo 6-15% degli altri Paesi, abbiamo la percentuale di medici più anziani d’Europa. L’incremento di laureati in Medicina, 19 per 100.000 abitanti nel 2020, da due a tre volte in più di altri Paesi europei, contribuirà a colmare nel tempo questa differenza.
Resta il fatto che l’elevata percentuale di medici nell’ultimo quartile di età professionale, quindi vicini alla pensione, rende indispensabile valutare che professionalità saranno necessarie per le diverse aree sanitarie nei prossimi anni.
Guardiamo allora a dove lavorano i medici. Negli ultimi 10 anni i nostri medici di famiglia sono diminuiti del 7% circa e oggi sono 80 per 100.000 abitanti contro i 100 in Germania e i 140 in Francia. Le ragioni sono molteplici, dalla scarsa valorizzazione della scuola di specialità (retribuita meno delle altre) alla percezione di una sottoqualificazione professionale.
Solo il 2% degli specialisti lavora negli ambulatori pubblici del territorio e non in Rete con gli ospedali, privi quindi un confronto professionale continuo. Meno del 35% lavora in ospedale rispetto al 50% della Germania e 65% della Francia, dove il rapporto ospedali per 100.000 abitanti è da 3 a 4 volte superiore al nostro. Ma l’aspetto importante è che negli ultimi 10 anni il numero di medici ospedalieri in Germania è aumentato del 22% e in Francia del 12%, mentre in Italia di meno del 6%. Questo è un effetto del minore investimento in personale rispetto a beni e servizi della spesa sanitaria pubblica, la cui percentuale sul Pil è peraltro tra le più basse d’Europa.
Non progredi est regredi