Messaggioda Nexus1990 » 25 ott 2022 15:46
Un paio di bevute interessanti negli ultimi giorni
Castello di Monsanto Il Poggio 1997
Questa bevuta con un caro amico che è venuto a trovarmi dalle fredde terre del nord. Solito Sangiovese di razza con uno spettacolare naso terroso e balsamico che sembra di essere in una foresta di conifere, i riferimenti si sprecano: timo, ginepro, aghi di pino, tanto altro. Bocca scattante, dura, con tannini ancora di marmo, erbe aromatiche e una nota metallica, tanto complesso ma ancora non all’apice, persistenza lunghissima e bellissima, impressionante per progressione. Bottiglia che non si dimentica tanto facilmente. (grazie all’anatra per la perfetta conservazione)
Poggio di Sotto Brunello di Montalcino 2004
Parte su note di caffè e incenso, si ravviva con pochi minuti nel calice, escono i fiori di arancio e una fragolina di bosco freschissima. In bocca parte con una dolcezza sensualissima bilanciata da una nota di chinotto/cola. La trama è di qualità sopraffina, con dei tannini perfettamente sferici. La dolcezza segue il sorso in tutte la sua progressione. Stratificato, profondo, lungo. E che respiro, che ampiezza! Un capolavoro
Pierre Yves Colin Morey Bourgogne 2019
Burro, la nota vegetale (peperone verde), pietra focaia… sorso incredibilmente salino, sa di acqua di ostrica, tesissimo e con una beva letteralmente travolgente. Se ne parla tanto di questo produttore e credo di aver capito perché. Questo Bourgogne da la paga a tantissimi bianchi da zone più vocate, manico davvero notevole
Pascal Cotat Sancerre “Les Monts Damnées” 2015
Naso intensissimo tra vegetale e erbe officinali. Bocca di intensità addirittura superiore: ti avvolgente con anice e liquirizia nera, frutta tropicale, fiori appassiti. Non adatto a tutti, sicuramente un vino saturante, comuqnue se piace il genere un gran bel vino.
JeanMarcBoillot PulignyMontrachet 1erCru “La Truffière” 2013
Al naso roccia e burro, ma quando entra in bocca è un’esplosione citrina: agrumi e citronella, timo, un eco mentolato. Il tessuto è di eleganza impareggiabile, precisissimo, con un’acidità che si sviluppa, abbondante, su tutte le zone del palato. Sorso di lunghezza chilometrica, che si rimpolpa con dei riverberi di noce e albicocca.
Bruno Clevalier Vosne-Romanée “La combe brulée” 2014
Un po’ ridotto, sparisce pian piano rivelando grande eleganza con dei sentori di menta e maggiorana abbastanza inediti (per me) in un rosso. Sorso di bello slancio, con mineralità in evidenza, gran beva. forse manca un briciolo di emozione, ma è pur sempre un village