Messaggioda ORSO85 » 10 mar 2022 18:03
Serata Fenocchio (con intruso)
Azienda Giacomo Fenocchio, guidata da Claudio dal 1989 che l’ha ampliata dai 7 ettari di allora ai 14 odierni. Azienda sita nel comune di Monforte dentro alla MGA Bussia, non è certificata biologica ma lavora con buon senso senza concimi e diserbanti, vini tradizionali con lunghe macerazioni e affinamenti, solo botte grande.
Panoramica sull’annata 2017, annata torrida – precoce come vendemmia – siccitosa, salvata per così dire da pochi giorni di pioggia in settembre che hanno ridato vigore alle uve e alleviato anche le temperature.
Nel complesso annata discreta tendente al buono perché, nonostante i presupposti non felici, i vini non risultano cotti o con surmaturazione (almeno a mio parere per i vari assaggi che ho fatto e per quello che abbiamo sentito in questa serata).
Barolo Comunale 2017 – 1 ettaro – resa 80q.li – vigne di circa 20 anni – circa 7000bt -> buon barolo, di facile beva e dal giusto corpo (sento una punta di liquirizia)
Barolo Bussia 2017 – 5 ettari – resa 70q.li - vigne 35anni circa – 25000bt -> naso fine e bocca di corpo, persistente e deciso
Barolo Castellero 2017 – 0.8 ettari - resa 70q.li - vigne 30anni circa – 4000bt -> il più leggero e modesto dei suoi Cru che però ripaga con una buona facilità di beva e, a mio parere, anche con eleganza più immediata
Barolo Cannubi 2017 - 0.5 ettari - resa 70q.li - vigne 30anni circa – 3000bt -> che gran bel barolo, si sente che la materia c’è e che avrà un buon avvenire, è il classico barolo completo (sento sempre in questo CRU note di cacao)
Barolo Villero 2017 – 1 ettaro – resa 55q.li – vigne 65 anni circa – 5000bt -> dopo una prima bottiglia non perfetta la seconda si riconosce per la sua caratteristica eleganza e materia ben equilibrata, credo sia il mio preferito.
Barolo Villero 2017 intruso Livia Fontana circa 1 ettaro, poche bottiglie (non ricordo) -> almeno 30 mesi di botte (se ricordo bene indicati 36 mesi per questo CRU) vino più sussurrato, il colore è meno intenso, più giocato sul floreale e fruttato, sulla finezza.
Riserva Bussia 90 dì 2015 – 0.5 ettari – resa 70q.li – vigne 35 anni circa – 4000bt -> 90 giorni di macerazione a cappello sommerso, 6 mesi in acciaio e 4 anni di botte regalano eleganza e piacevolezza a non finire, materia dell’annata 2015 a mio avviso ben domata. Si sente che il corpo c’è e non si nasconde ma è tutto ben integrato.
Riserva Bussia 2015 Livia Fontana intruso bis – 0.5 ettari anche qui - poche bottiglie (non ricordo) -> meno macerazione e diversa tecnica (rimontaggi e dèlestage), almeno 30 mesi di botte (se non erro in caso di questa riserva indicati 32) danno un carattere più morbido rispetto al suo vicino “di banco” pur non togliendo complessità, vino molto piacevole già adesso.
Ho portato anche Livia Fontana per mettere in evidenza cosa comporta il diverso stile di vinificazione, sempre improntata sulla qualità, selezione e con poche bottiglie prodotte. Le vigne sono praticamente confinanti e quindi il confronto l’ho ritenuto “alla pari”. Si sono evidenziate ed apprezzate le differenze tra i vari CRU, con relativi pregi e difetti. A mio modesto parere, almeno per questi due produttori, a guidare è il gusto personale perché la qualità non si discute.
FRANCO aggiungi pure tuoi commenti ed impressioni e grazie ancora per l’occasione!