Periodo di gran casino lavorativo (eufemismo) per cui qualche nota stringata e qualcuna un po' più completa... è da un po' che non scrivo, e tra un tampone e l'altro si è bevuto:
Alsace Grand Cru Furstentum Pinot Gris 2011 - Albert Mann. Pesche e mirabelle, spezie dolci, per un naso elegante e misurato, grasso al sorso con un residuo appena accennato, boteriano quanto basta per non stancare, appena stappato ha un finale leggermente amarognolo che se ne va con l'ossigenazione. Molto buono direi.
Collina del Milanese rosato Uva Rara 2020 - Banino. Continuo l'approfondimento del terroir meneghino-laudense
come dice l'etichetta è un vino sottile, soprattutto nei profumi, piacevole ed equilibrato invece al sorso, dal colore accattivante, costa suppergiù quanto un etto di raspadura col quale l'abbinerei volentieri...
Gattinara San Francesco 2005 – Antoniolo. Giunto all'apice secondo me dopo una bottiglia gemella stappata 5 o 6 anni fa, l'eleganza è sempre il marchio di fabbrica del produttore, ha forse meno carattere della 2004 ma il frutto di gran bella profondità al naso non lo fa rimpiangere. L'equilibrio al sorso nasconde la spalla acida che lo porterà lontano per chi lo vorrà attendere ancora.
Wachau Mariengarten Gruner Veltliner Steinfeder 2015 - Jamek. Davvero un ottima riuscita per la tipologia, teso e salino, agrumato e minerale, dovevo comprarne di più...
Breganze Torcolato 2015 - Firmino Miotti. Albicocche secche e frutta sciroccata, spezie dolci, bocca equilibrata grazie a dolcezza e grassezza misurati che non soverchiano l'esigua freschezza, per cui tutto sta in piedi e si fa apprezzare.
Barbaresco Sorì Burdin 2003 - Fontanabianca. Piccola storia della bottiglia: giovane e corso da assaggiatore fatto da poco, scovo su di un volantino di un supermarket questo vino in superofferta, tipo 8 o 9 euro, mi fiondo a 30 Km di distanza per andare a comprarne un po' di bottiglie, arrivo e ce n'erano solo 3... poco male, non è stato un affarone perchè il vino era nato piuttosto stanco, evoluto, di cola e carrube già da subito, anche se non cotto vista l'annata. Ebbene questa era l'ultima bottiglia ed è completamente invariato, solo che ora a quasi vent'anni il quadro è più congruo con l'età... va beh.
Sherry Pedro Ximenez - Delgado Zuleta. Classicissimo direi, visto il prezzo sulla quindicina di euro non ci si può lamentare, però è decisamente sullo stucchevole dopo il primo bicchiere...
Chianti Classico Turris 2013 - Barichello. Pescato dalla carta vini per curiosità, mi sembra gestito in sottrazione, ha la levità di un Bourgogne al sorso, forse un po' cortino, frutto in disparte e speziatura in primo piano. Ni.
Saumur Champigny Les Terres Rouges 2016 - Antoine Sanzay. Un rosso nella media, riconoscibile come franc, senza grandi sussulti.
Cortona Syrah Il Castagno 2016 - Fabrizio Dionisio. Non è Cote-Rotie ma a me piace comunque, non lo riassaggiavo da un po' ma ed è sempre completo ed appagante nel frutto scuro ma non troppo e nel pepe nero, di buon corpo ma sufficiente freschezza a bilanciare.
Romagna Sangiovese Predappio Godenza 2019 - Noelia Ricci. Dopo la buona prova del base ero curioso di assaggiare anche io la selezione di cui tutti parlano bene. Confermo, seppur senza grandi sussulti ne esce una versione elegante e fresca, sul fruttato-floreale con una bella speziatura di ginepro.
Soave Classico La Froscà 2014 - Gini. Sempre un'ottima bevuta garantita, cedro e zenzero, teso quanto basta e sapido.
D'Antan Brut 2009 - Soldati La Scolca. sb. 2021.
Champagne Blanc de Blancs Collection d'Auteur 2009 - André Robert. sb. 2019.
Gran bella disfida per il primo aperitivo dell'anno, vinto per una volta dall'italica bolla che nonostante la recente sboccatura convince fin da subito con una bolla cremosa e misurata ed un naso affascinante sulle note officinali. Il francese è penalizzato da una partenza scorbutica e poco precisa, dandogli aria però si riprende piuttosto bene facendosi più serio e composto, sulle note di frutta secca, e guadagnando equilibrio anche al sorso.
Champagne Cuvée à l'Ancienne 2012 - Paul Dethune. sb. 2020. Misurato e millimetrico nell'equilibrare le note fruttate e quelle ossidative, un equilibrista a anche al sorso e nella bollicina, difetterà magari un poco in carattere ma direi che è una bella bevuta.
Rheinpfalz Forster Stift Optima Beerenauslese 1990 - Weingut Margarethenhof. Il tappo completamente marcio cercherà di affossare il vino, che però sotto la nota di muffetta che va e viene riesce a concedere ancora datteri e pesca sciroppata, con una bocca ancora fragrante e fresca, grasso ma non troppo, manca l'allungo ma si è fatto apprezzare.
Vin Santo del Chianti Classico Occhio di Pernice 2007 - Bucciarelli. Parte sul solvente e smalto per poi distendersi sulla mandorla amara, frutta secca ed amaretto, intenso al sorso, di buona struttura e grassezza, ritorni di fico secco, freschezza sufficiente a tenerlo in piedi. Di carattere, come del resto gli altri vini di questo produttore, non raggiunge però l'eleganza di Bindella (riferimento per me sulla tipologia, se escludiamo gli inarrivabili di Avignonesi).
Moscato di Scanzo 2001 - Berlèndesa di Mario Pina. A vent'anni di distanza concede ancora la classica rosa appassita, composta d frutti rossi, il colore è intatto, corpo leggero e fresco, manca l'allungo. Chissà se il suocero di Veronelli produce ancora di persona, voci davano l'azienda in vendita...