

Battute a parte e per chi con le lingue è a livello scolastico, quella è una risorsa importante.
L’edizione trade ha le dimensioni di una guida del settore, ma vuoi mettere?
Per quelli significativamente ignoranti come me è uno step fondamentale.
Wineduck ha scritto:Forse sto sognanndo! Una specie di break spazio-temporale....un pezzo di vecchio forum che ricompare dalle nebbie del presenteGrazie Magister
giama ha scritto:In Borgogna sono sempre più frequenti gelate e grandinate primaverili e/o estive, a macchia di leopardo. E' quindi sempre più difficile dare un giudizio complessivo, valido per tutte le zone. Se poi aggiungi che nelle annate complicate riveste un ruolo più decisivo del solito la bravura del vignaiolo, capirai bene che è meglio non sbilanciarsi nei giudizi.
Posso però dire che i migliori, ancor più nelle zone meno colpite dalle avversità metereologiche, sono riusciti a produrre vini di livello medio alto.
Ho trovato vini molto buoni qua e là in tutte le zone ma soprattutto in Cote de Beaune (Volnay, Pommard, Corton). In Cote de Nuits le cose migliori le ho trovate a Vosne-Romanée, Chambolle-Musigny e a Gevrey-Chambertin.
Se però mi costringi a un giudizio complessivo sulla annata, direi più "media" che "grande". Alla 2018 preferisco la 2017 per la sua leggiadria e grande facilità di beva e, anticipando i tempi ma con assaggi ridotti, la 2019 (straordinario il Volnay 1er cru Champans di Voillot, che alla cieca avrei potuto collocare a Chambolle-Musigny). Inutile dire che alla 2018 preferisco anche 2015 e 2016, e forse perfino la 2014. L'esperienza insegna poi a evitare sentenze inappellabili, perché è un attimo cambiare giudizio dopo qualche anno.
Il consiglio che potrei dare è quello di assaggiare assolutamente tutto prima di acquistare, e non potendo farlo affidarsi alla bravura riconosciuta del produttore piuttosto che alla gerarchia del cru e della zona.