Messaggioda zampaflex » 31 ago 2021 08:59
Riposto dal Tirreno una indagine sui NoVax
Noi tra i paramilitari no-vax
Il reclutamento, l’esame e le missioni: così funzionano i gruppi “ViVi”
Tutto ha inizio da Telegram, un’applicazione di messaggistica per smartphone. Scopriamo che per superare i gruppi pubblici, facilmente rintracciabili da tutti, dobbiamo essere esaminati da uno dei reclutatori. È così che contattiamo Ladyluna.
2adyluna è diretta e severa. È lei la verificatrice che dovrà interrogarci e valutare se siamo pronti a diventare un Guerriero dei ViVi, un gruppo no-vax paramilitare che vive e si nutre su Telegram. Nelle ultime settimane si sono resi protagonisti di incursioni vandaliche nei centri vaccinali in diverse città italiane e sono coloro che con attacchi spam inondano di commenti su Facebook e Instagram i quotidiani, le pagine dei medici, di scuole e altre istituzioni. Il loro simbolo sono due V rosse incrociate, un richiamo al film V per Vendetta, un culto per quelli che a breve scopriremo essere fanatici. Siamo entrati
nel loro mondo, per capire come sono organizzati, quali sono le loro idee e come coordinano i blitz informatici e non.
Tutto ha inizio da Telegram, un’applicazione di messaggistica per smartphone. Scopriamo che per superare i gruppi pubblici, facilmente rintracciabili da tutti, dobbiamo essere esaminati da uno dei reclutatori. È così che contattiamo Ladyluna.
Tra le domande che ci pone ce n’è una sul significato del simbolo, poi ci chiede di esporre le teorie sulle intelligenze artificiali, sulla “scacchiera” e che cosa pensiamo delle manifestazioni di protesta di piazza viste negli ultimi mesi in Italia.
IL DEDALO
Per rispondere ci siamo allenati nei gruppi di prefiltraggio, quelli a libero accesso. Un vero dedalo. Si tratta di zone di propaganda intensiva, decine di stanze e chat traboccanti di audio esplicativi sulle teorie dei Vi-Vi, di note testuali con decaloghi, di collegamenti a video formativi su Youtube.
I titoli delle lezioni sono esplicativi:
“Indossa il simbolo V_V”, “Cosa sconfigge la paura che hanno diffuso”, “Come contrastare il piano nazista”, “Capire le mosse del nemico: la curva”, “Il ruolo della medicina nel nazismo”, “10 buoni motivi per essere fieri di definirsi no-vax”. Ce ne sono almeno una cinquantina, tutte con argomenti più o meno bizzarri.
Servono ore e ore per ascoltare e leggere quella delirante biblioteca, ma il nocciolo è la teoria capitale su cui si fonda il pensiero dei ViVi: le intelligenze artificiali o IA. Nella loro farneticante tesi sono le IA a controllare l’evoluzione della pandemia
per conto degli uomini potenti, sono le IA a tenere sotto controllo la curva di gradimento del popolo per evitare che si arrivi a una rivoluzione.
Tutto opera dei mega computer voluti da Bill Gates (il capo dei nazisanitari) in grado di analizzare milioni di informazioni al secondo e di prevenire qualunque azione di contrasto compiuta dagli uomini liberi. E i vaccini per il Covid – ma i ViVi sono contrari pure a quelli per il morbillo – sono davvero quei malefici sieri che installeranno i microchip nei nostri corpi per controllarci con le nuove reti di telecomunicazione 5G. Per nostra fortuna i ViVi hanno una ricetta, sanno come combattere le IA: occorre agire fuori dagli schemi, in modo che i cervelloni non possano prevedere il futuro.
LE DOMANDE
Raccogliamo tutte le nozioni e le esponiamo a Ladyluna che apprezza e ci promuove avvertendoci, però, che non ama l’attesa e che sarebbe meglio studiare prima di tentare il test e non dopo. Tuttavia quello che abbiamo brillantemente superato è solo il primo step. Il secondo consiste in una serie di dieci domande a risposta multipla, come all’università. Per avere un buon voto dobbiamo rigettarci a capofitto in quel labirinto di note audio e fascicoletti in cui ogni click rimanda a un altro gruppo o sottogruppo; sembra un piano premeditato: creare un percorso perverso in cui si perde l’orientamento, come dentro le luci brillanti del casinò.
Servono ancora ore per riuscire a racimolare tutte le risposte. «Ok, va bene. Ti invio la procedura di adesione », dice infine la nostra mentore. Il cellulare vibra una, due, dieci volte. Arrivano una serie di lunghi messaggi che evidentemente sono
standard per tutti i nuovi adepti. Il primo ci insegna come creare più account Facebook fasulli: tutti gli stratagemmi
per evitare che il social network ci blocchi, ad esempio non chiedere amicizie in fretta e furia a sconosciuti, né tantomeno alla fidanzata o al fratello perché altrimenti saremmo gettati nella nostra catena di amicizie reali e addio anonimato.
Ci viene spiegato come utilizzare un nuovo account di Gmail per iscriversi su Youtube. Ci vengono svelati altri trucchetti: ad esempio usare la fotografia di un volto umano (non il proprio) come immagine del profilo per il primo accesso in modo da ingannare l’algoritmo e poi subito dopo cambiarla, “indossando il marchio rosso”, le due V.
È la stessa Ladyluna a inviarci subito 4/5 immagini con il simbolo Vi-Vi da utilizzare: «Questi che ti ho mandato sono quelli base, con il passare del tempo e salendo la gerarchia potrai usarne di alternativi». È una conditio sine qua non per essere
un Guerriero. Il simbolo deve essere indossato su Facebook, su Youtube, su Telegram. Ovunque. «Perché tutti devono capire a chi appartieni».
IL CODICE
Ladyluna ci assegna anche un codice numerico: è il nostro identificativo da Guerriero. Va inserito in modo visibile nella pagina Facebook e su Telegram, così gli altri ViVi ci potranno riconoscere subito, distinguendoci dai fasulli. Abbiamo il sospetto, tuttavia, che in realtà chi inneggia alla libertà ci stia schedando per controllarci e capire se la nostra fedeltà
vacilli o meno.
«Il numero di cellulare invece deve sempre rimanere nascosto», è il diktat. Soddisfiamo tutte le richieste di Ladyluna in modo pedissequo. E lei ci invia un nuovo messaggio: «Potrai unirti agli ambiti che preferisci. I cacciatori: raccolgono le notizie
da pubblicare sui canali informativi Telegram. I reclutatori: utilizzano i profili Facebook per contattare persone consapevoli invitandole a unirsi alla lotta. Le zone deposito link: dove raccogliere i link dei social su cui verranno lanciate le Azioni da fare. Territorio: è dove ci si attrezza, ci si addestra e si inizia gradualmente a fare Azioni e reclutamento sul territorio.
I creatori: realizzazione di gif, video, immagini. Buona lotta».
CANALI TELEGRAM
In un batter d’occhio veniamo inseriti in altri 6/7 canali Telegram. Entriamo in queste chat privatissime e riceviamo decine di messaggi dei presenti: «Benvenuto, buona lotta guerriero». Occorre qualche minuto per raccapezzarsi nel nuovo mondo
in cui siamo stati catapultati. Scopriamo un poco alla volta che ognuna di quelle cerchie ha una funzione specifica. Ce ne sono due che vanno raccontate.
La prima si chiama “Azioni interne”. Qui il comandante di tanto in tanto lancia un’allerta: da bravi Guerrieri dobbiamo cliccare sul link per essere spediti sull’ennesimo canale Telegram in cui dobbiamo rispondere ad alcune domande: “Ti
senti in forma fisicamente?” oppure “Quante ore dedichi al reclutamento?”. Rispondiamo.
Apparentemente è un’azione senza senso. Chiediamo a Ladyluna che sull’argomento non fornisce spiegazioni.
Un’idea ce la facciamo: sembra un’esercitazione militare o meglio un nuovo passo verso la lobotomizzazione.
Un po’ come se fossimo soldati svegliati alle 6 del mattino per riempire taniche d’acqua e poi svuotarle.
L’altro canale che attira la nostra attenzione un senso ce l’ha. Si chiama “Az autonome Guerrieri”. Ogni giorno vengono inseriti una ventina di link di Facebook, di solito articoli di quotidiani o siti di informazione con notizie sulle vaccinazioni o sulla situazione sanitaria, ma ci sono anche annunci di scuole o associazioni. Il comandante del canale oltre al link inserisce due lunghe frasi che i Guerrieri devono copiare e incollare nei commenti su Facebook. Frasi sconnesse, rigorosamente in maiuscolo per risaltare di più, in cui si ragliano concetti del tipo: “Abominio criminale”, “Nemici nazisti”, “Dati irreali”,
“Pubblico di creduloni”, “Fake news, fake news, fake news”.
E in effetti andando a controllare quegli articoli si ritrovano decine e decine di commenti identici postati da commilitoni che indossano il simbolo ViVi. Un ignaro navigatore resterebbe di certo perplesso. Azioni del genere nelle settimane scorse ad
esempio hanno colpito medici come Bassetti o Burioni.
«E mi raccomando, ognuno di voi deve avere 4/5 profili Facebook», ricorda il comandante che la sera chiede ai suoi Guerrieri di riferire quante azioni sono state portate a termine. Una sorta di rapporto o bollettino di guerra.
MONDO SEGRETO
Passiamo oltre e continuiamo a esplorare il segreto mondo dei ViVi. Notiamo che spesso si cita una certa Serena che si occupa di organizzare le “Azioni sul territorio”. Ci vengono in mente gli imbrattamenti con la bomboletta avvenuti in alcuni centri
vaccinali in Liguria, in Toscana e in Romagna: scritte rosse contro il vaccino firmate col marchio della doppia V. La contattiamo e attendiamo. Dopo qualche ora ci risponde inviandoci una nota vocale. Non ha accenti particolari, quella che ci parla sembra essere una donna sulla quarantina. Il suo marchio rosso è molto arzigogolato, sinonimo di un grado piuttosto alto nella folle gerarchia no-vax.
Ci spiega che se siamo interessati ad azioni fuori dal web ci potrebbe inserire in una chat (sì, un’altra ancora) specifica in cui ci si organizza per il mondo reale. Lì sono disponibili anche i file per la realizzazione in totale autonomia degli adesivi da apporre in giro per la città. Occorre fornire il cap da cui scriviamo per il coordinamento. Non illudiamoci: non si possono
organizzare incontri nel mondo reale tra i ViVi. I ViVi non devono mai rivelare la propria identità. Vedersi di persona potrebbe aiutare le IA (le intelligenze artificiali, ricordate?), inoltre il marchio rosso fa più paura di un volto. Metterci la faccia non ha
senso ed è questa una delle critiche più dure che i ViVi rivolgono agli altri gruppi no-vax, che nelle chat segrete vengono trattati come poveri dilettanti e derisi come ingenui.
Noi crediamo semplicemente, per quanto appreso in queste settimane,
che dietro tale ossessione per l’anonimato vi sia solo una gran paura delle forze dell’ordine. Che dietro quel segreto e quel simbolo ci sia solo il terrore delle conseguenze reali. Spesso i comandanti delle chat ripetono ai guerrieri che “Se venite scoperti sono c… vostri”.
Decidiamo che può bastare. Ne usciamo con alcuni dubbi. Ad esempio le temibili IA di certo sanno anche come controllare Telegram. Bill Gates le avrà istruite a dovere, oppure no? Eppure in quelle chat abbiamo incontrato decine e decine di
utenti felici di ripetere frasi e slogan negazionisti a pappagallo, di sottostare a imposizioni assurde, di creare falsi profili Facebook senza batter ciglio. Di agire come sotto una tirannia per combattere quella che credono essere una dittatura sanitaria. Di polverizzare la propria libertà gridando “Libertà”. Mentre cancelliamo quelle chat dal cellulare ci chiediamo: chi davvero è nazista?
Non progredi est regredi