gianni femminella ha scritto:Una considerazione. Quando è arrivato il punk avevo 15 anni. Da un tre annetti ascoltavo deep purple, pink floyd, led zeppelin, e cose varie alle radio libere. Il punk non ha fatto subito breccia in me. Ma quando l'altra sera ascoltavo i Doors, in quella registrazione del 1970, mi sono reso conto che erano separati di soli sette anni dalla nascita della musica punk, anzi meno (*), visto che prima dei pistols c'erano già diverse band che si proponevano come antesignane. Questa vicinanza temporale mi stupisce, nel senso che i Doors sembravano appartenere a un remoto passato, e invece era quasi roba della settimana prima, non so se mi spiego. Questa percezione temporale, così diversa oggi da ieri, mi dà molto da pensare. Ovviamente per un ragazzino di 15 anni un periodo temporale di sette anni in rapporto all'età vuol dire tanto. È meta della vita di un quindicenne, parlando in soldoni. Ma non è solo questo che mi fa arrovellare. È che quando si guarda ai fatti in prospettiva temporale è sempre una questione intricata.
Il fratello di un mio compagno di classe aveva solo tre anni in più di noi, e ascoltava Doors e heavy metal (ACDC e robe del genere). Al compleanno dei 15 gli regala Sandinista. Io e lui abbiamo visto la luce.
Quando due anni dopo l'esplosione del punk, che posso datare 1977, è apparsa la new wave, il salto generazionale si è fatto enorme e irrecuperabile. Chi è nato alla musica col vecchiume, lì è rimasto
a parafrasare quelle scene dei film dove si vedono attempati protagonisti rimembrare le proprie giovinezze psichedeliche (ultimo nella lista, trasmesso ieri sera, Un'estate in Provenza).
Zeitgeist, direi.
(*) qualcuno parla di Stooges e Ramones, togliamo un paio di anni, toh, come situazioni seminali.