Patàta ha scritto:Premetto che sono vaccinato e che prima dell'inizio delle scuole farò vaccinare i miei figli.
Credo che sia necessario un distinguo tra chi è no-vax e chi non si vaccina semplicemente per paura o, meglio, ha meno paura del virus che di un farmaco che è un eufemismo definire sperimentale.
In questa fase in cui è indubbio che vi sia ancora scarsa conoscenza dei possibili effetti collaterali di questi vaccini, non sono d'accordo con chi crede che la strada da seguire sia la costrizione o la privazione di un qualche diritto (strade peraltro anticostituzionali), credo bensì che si debba innanzitutto perseguire una maggiore consapevolezza del fenomeno e una maggiore confidenza nei confronti dei vaccini, per poi persuadere gli scettici che il vaccino è il "male minore".
Il tuo discorso è bello, ben scritto e incontra i miei principi. Sono un moderato, credo nella democrazia, ma credo anche che la collettività debba superare sé stessa in tempi eccezionali come questi. Altrove parlano senza imbarazzo di vaccino obbligatorio per alcune categorie, e addirittura di non ammettere al lavoro, e conseguentemente togliere lo stipendio a chi non è vaccinato.
Il farmaco sperimentale ce lo siamo fatto inoculare tu, io e altri, accettando un rischio in favore di una comunità. Ne avrei/avremmo fatto a meno ovviamente. Ma concretamente l'abbiamo fatto.
Nel vivere civile le imposizioni che rispettiamo sono tante.
Sono esempi approssimativi, però qualcuno citava le cinture di sicurezza, io aggiungo il casco, certificati per chi lavora in qualche modo con gli alimenti, prove antidroga per chi guida, ci fermiamo al semaforo rosso accettando di perdere il nostro tempo prezioso, prendiamo una licenza per aprire una attività.
Lo so, non è la stessa cosa, ma ciascuna regola è commisurata alla necessità. E la necessità odierna supera purtroppo, e di gran lunga, molte libertà individuali.